La gelmini ignora i precari, noi manifestiamo con loro

Autore La Redazione

Si è tenuto questa mattina, davanti al Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca, su proposta di Italia dei Valori, un sit-in di protesta a sostegno dei precari della scuola, in lotta per la difesa del proprio posto di lavoro e della qualità dell’istruzione. Erano presenti il leder IdV, Antonio Di Pietro e i senatori Stefano Pedica e Fabio Giambrone, che sono riusciti ad ottenere un incontro con il Vice-ministro Giuseppe Pizza. Al confronto erano presenti anche il segretario generale del sindacato UNICOBAS, Stefano d’Errico e la responsabile del dipartimento Scuola di Italia dei Valori, insegnante precaria, Maria Letizia Bosco. In rappresentanza del Ministero, oltre al vice-ministro Pizza, c’erano il direttore generale Cosentino e altri funzionari.
Di Pietro ha subito messo l’accento sulla gravità delle affermazioni discriminatorie della Gelmini in occasione della conferenza stampa del 2 Settembre, quando il Ministro aveva rifiutato di incontrare i precari della scuola perché, a suo dire, alcuni erano militanti IdV. Di Pietro ha evidenziato la necessità di un dialogo diretto del Ministro con i precari e a tal proposito ha richiesto un tavolo di confronto oggi stesso con le rappresentanze dei coordinamenti dei precari che sono in presidio a Montecitorio.
Il vice-ministro si è impegnato a riferire alla Gelmini le richieste, e in queste ore si conosceranno gli sviluppi. Il leader di Italia dei Valori ha intenzione di presentare già Mercoledì prossimo un question time per chiedere conto della sorte delle decine di migliaia di precari sacrificati dalla riforma.
Durante l’incontro si sono chiesti chiarimenti circa l’attivazione delle nuove forme di reclutamento appena approvate e che produrranno già dal prossimo anno scolastico nuovi insegnanti precari che si sommeranno ai 220.000 abilitati inseriti nelle graduatorie permanenti. Sono state messe in luce le contraddizioni rispetto alle dichiarazioni riguardanti la volontà di non creare nuovo precariato e di stabilizzare quello attuale nell’arco di 7 anni. La risposta ufficiale del Ministero è stata l’impegno a garantire una percentuale di immissioni in ruolo pari al 75-80% dalle attuali graduatorie e per il restante 25-20% dalle graduatorie in cui confluiranno i nuovi abilitati dopo aver superato un concorso per esami e titoli. Ma è stato fatto notare che, mantenendo l’impianto della riforma le immissioni in ruolo si prevedono intorno allo zero, per cui non esiste percentuale che possa soddisfare le nostre esigenze.
Riguardo le richieste di immissione in ruolo immediata dei precari sulle cattedre vacanti, ci è stato risposto che ciò non è possibile in quanto quasi tutti gli incarichi dei precari sono effettuati sull’organico di fatto e non di diritto. Noi che queste cose le sappiamo abbiamo proposto ai funzionari del Ministero l’unica soluzione possibile per risolvere definitivamente il problema del precariato scolastico: l’individuazione di una dotazione aggiuntiva nelle scuole stabilizzando un organico funzionale, insegnanti con contratto a tempo indeterminato che andrebbero a coprire sia le cattedre di fatto che le supplenze del personale assente. In questo modo si riuscirebbe a garantire veramente la continuità didattica e si risolverebbero anche i problemi legati alla carenza di fondi per coprire le supplenze e alla pratica illegittima dei dirigenti scolastici di dividere gli alunni nelle classi violando costantemente le norme di sicurezza e l’agibilità dei plessi scolastici e calpestando il diritto allo studio.
Questo incontro ha confermato la prospettiva minimalista del governo rispetto alle esigenze della scuola e del personale precario. Da parte del Ministero è evidente l’impossibilità di elaborare progetti volti al miglioramento dell’istituzione scolastica e la rassegnazione alla politica del governo che non conferisce priorità alcuna ai capitoli scuola e istruzione nel nostro Paese. A tal proposito Antonio Di Pietro ha fatto notare come sono stati stanziati dal governo ben 29 miliardi di euro (4 in più dell’ultima manovra di Tremonti) per l’acquisto di cacciabombardieri, elicotteri e aerei da caccia e contemporaneamente tagliati 8 miliardi di euro dalla scuola.

a cura della sezione dipartimentale scuola
Maria Letizia Bosco e Ilaria Persi

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