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MIRABELLO E DINTORNI

Per molti è stato un gran bel discorso – dal punto di vista oratorio – quello di Fini a Mirabello, in gran parte peraltro condivisibile da tutti gli elettori di centro destra. Ma Fini ha sempre fatto dei discorsi trascinanti, salvo non sempre attuarli nel concreto. Il problema è semmai quanto Fini non ha detto, o il perché fosse proprio necessario lasciare il PDL per sostenere queste cose. Fini non ha per esempio neppure accennato al pasticciaccio di Montecarlo e se sono sicuramente esasperate le polemiche di stampa sul di lui “cognato” un minimo di chiarezza andava fatta. Così come non capisco perché Fini abbia co-fondato un anno fa il PDL sciogliendo di forza AN per scoprire neppure 15 mesi dopo che il PDL è “morto”: l’ostetrico era anche lui e forse avrebbe potuto anche lavorare meglio da pediatra in questi mesi anziché subito ripudiarlo. Non mi vanno le polemiche, ma a Fini chiedo coerenza e per esempio sottolineargli che non è corretto fare il leader di partito e il Presidente della Camera: al di là delle forme è contro lo spirito della Costituzione. Restano poi due cose importanti, ovvero che è legittimo cambiare parere ma – visto che siamo stati eletti (o “nominati”) dalla gente – non mi sembra corretto cambiare cavallo in corsa e sottolineare che moltissimi elettori di centro-destra sono stufi di questa diatriba: concentriamoci sulle cose da fare, facciamole, lavoriamo prima per il paese e poi per la nuova o vecchia casacca e sarà meglio per tutti, anche perché se si andasse a votare domani molti starebbero a casa, Bossi ringrazierebbe e alla fine Berlusconi sarebbe più debole di prima. Solo rispettando il programma ed attuandolo nel concreto si uscirà tutti a testa alta da questa situazione.

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