Quest'anno ho deciso fermamente di non cedere alla mia solita debolezza: guardare l'esito finale di una manifestazione che ho sempre disapprovato, l'elezione di Miss Italia. Quest'anno non guarderò neppure per dieci secondi. Avrei anche sopportato l'eterno sorriso stampato sulla faccia (ma quando torna a casa non le dolgono le guance?) di Milly Carlucci, ma Emanuele Filiberto, no, non voglio vederlo. E non perché ricordi ancora che nel 2007 pretendeva dallo Stato italiano un risarcimento di 260 milioni di euro. Sciocchezze! Il motivo è assai più serio. Si tratta di un'altra mia debolezza, che supera di gran lunga la prima: sono affetta da una particolare forma di razzismo. Non faccio differenza alcuna tra uomini gialli bianchi o neri, giacché nelle loro vene scorre lo stesso sangue rosso, ma non sopporto gli esseri umani di sangue blu. Appena ne vedo uno sto male. Unica eccezione: la sventurata principessa Diana. Ma forse, chissà, il suo sangue non era proprio blu.
Miriam Della Croce