Letta: "Nel 150° dell’Unità  liberiamo l’Italia da Berlusconi"

Il vicesegretario PD ospite con Casini della festa democratica propone Chiamparino candidato alla presidenza del Piemonte. Sulle contestazioni a Schifani: “Chi fischia a casa nostra non è un amico. Dall'IDV serve chiarezza”

Apre con un minuto di silenzio in memoria di Angelo Vassallo, (il sindaco di Pollica ucciso stamani ) e l’applauso dei partecipanti il dibattito alla festa Democratica con il vicesegretario PD, Enrico Letta, e l’ex presidente della Camera Pier Ferdinando Casini.
Enrico Letta chiede “una lotta senza quartiere alla criminalità, purtroppo veniamo da un periodo continuo di delegittimazione degli enti locali. C’è un sindaco in Campania che è morto per quel che stava facendo, la figura di Vassallo è limpida e racconta come i sindaci e i rappresentanti delle comunità hanno un ruolo fondamentale e dobbiamo aiutarli fino in fondo a fare bene il loro lavoro, è nell’interesse di tutti. Casini si è associato nella “solidarietà al PD, ma quando un sindaco cade cade un’istituzione, siamo tutti colpiti. Non c’è futuro del paese se il condizionamento criminale è così forte”.
Il confronto parte dal dopo Mirabello, con Casini che dice di condividere le parole di Fini e ricorda il ruolo di Napolitano nella gestione di un’eventuale crisi di governo: “Noi restiamo all’opposizione perché lì ci hanno mandato i nostri elettori”. Mentre Letta risponde alla domanda su una maggioranza trasversale per una nuova legge elettorale afferma che è “uno dei cardini delle nostre istituzioni, che vanno eventualmente cambiate assieme. Quando non lo si è fatto si sono sempre fatti danni. E’ normale che si discuta di cambiare la legge tra forze politiche che poi si dividono sulle politiche. Questa legge è balorda: se ci fossero tre o quattro poli chi prende il 30% dei voti prende il doppio dei seggi potendo eleggere il presidente della repubblica e cambiare la Costituzione. io sono per strumenti che stabilizzino ma questa legge è una stortura. Secondo me sono le parole sulla legge elettorale quelle che hanno mandato in bestia Berlusconi. Penso che il PD ha su di sé la responsabilità di due atti, uno distruttivo ed uno costruttivo. Sulle nostre spalle c’è la responsabilità di fare una scelta che porti a un risultato, nel PD discutiamo di tutto anche troppo, ma diamoci invece un obiettivo: mandare a casa definitivamente Berlusconi e il suo governo che ci hanno ridotto a spettatori, consumatori e in politica a dipendenti e non a uomini politici. Quel che ha detto Fini è quello di un uomo con le sue idee che dice a Berlusconi che trova i dipendenti a Mediaset e non nei partiti. Se non cogliamo questo atto non saremo credibili”.

Poi Casini dice di apprezzare la Festa e il suo clima, le tradizioni che sono le radici del PD e ricorda dopo i fischi a Dell’Utri che dal PD ha sempre avuto esempi di opposizione corretta e seria non come con l’IDV: “Ricordate che chi è venuto a fischiare Schifani è chi ha fatto perdere la Bresso regalando il Piemonte alla Lega e al PDL”. Poi cita il caso delle Marche con Spacca eletto con l’UDC senza la sinistra alternativa e chiede: “E’ stato un incidente o un progetto? Sevono indicazioni da voi”. Letta indica una direzione per i prossimi mesi senza tatticismi: “Se non siamo in grado di costruire e raccontare l’idea di un’altra Italia rispetto a quella di Berlusconi non ci sarà nessuna alleanza che da sola ci salverà. Questo pone a noi, il più grande partito d’opposizione, un compito non semplice. Se diciamo che l’alternativa è da costruire dobbiamo raccontare ai precari una scuola in cui i genitori non possono sapere gli orari che ci saranno perché i maestri non sanno neanche quale sarà il loro futuro. Lo dico da genitore, che vuole capire il suo figlio che educazione avrà, chi incontrerà a scuola, se dovrà dargli la carta igienica per colpa dei tagli. O diamo queste risposte a loro, ai lavoratori come quelli di Eutelia che vedranno finire adesso la cassa integrazione, agli imprenditori che devono chiudere. O siamo in grado di spiegare che questo governo taglia di più su cultura, ricerca,istruzione e propone di ripartire o non recuperiamo il rapporto con la società. Il 7 e l’8 ottobre facciamo un’assemblea in cui 1000 persone non verranno ad applaudire un capo che parla ma verranno a discutere emendare e votare i documenti con le posizioni del PD sulle riforme del fisco, del welfare, della sanità italiana. Questo profilo è la ricchezza più grande che possiamo offrire alla coalizione che costruiremo, perché da soli non lo batteremo. Abbiamo fatto le primarie che hanno eletto il nostro leader, si chiama Bersani e con lui andiamo avanti. Uno dei nostri problemi è quello di mettersi sempre in discussione, ma con le primarie hanno votato 4 milioni di italiani. Ora mandiamo a casa Berlusconi e costruiamo l’alternativa, mentre il nostro PD è una squadra di calcio con tanti Maradona, è difficile gestirli? Io lo preferisco a undici brocchi. Abbiamo da fare anche in Piemonte, stanotte ho fatto un sogno: che il 150° veda il Piemonte rappresentato a Roma non da Roberto Cota ma da Sergio Chiamparino”.

Il rapporto con IDV. “Nella storia politica italiana nessuno ha mai vinto da solo, nemmeno Berlusconi che ha avuto bisogno della Lega. Uno solo vinse da solo, De Gasperi, ma saggiamente imbarcò chi aveva perso. Accanto e dopo a questo tema faremo alleanze compatibili con le nostre idee di democrazia, partecipazione,sviluppo, cultura, di uno sguardo al futuro da mettere al centro. Ma le nostre posizioni dipenderanno anche da quel che hanno detto i partiti dopo l’atto osceno dei fischi che è stato fatto tentando di rovinare la nostra festa. A Di Pietro dico che se pensa che hanno fatto bene è incompatibile con noi. Lo so che è difficile ma vi invito a leggere su internet il Giornale di Feltri di oggi, è istruttivo: ce l’ha con Fini ed esalta tre persone: Bossi, La Russa e Di Pietro. Capite chi considerano come oggettivi alleati e chi come nemici? Il PD su questo tema deve essere chiaro con tutti, con Di Pietro al governo abbiamo fatto ottime cose, da ministro ha lavorato bene. Mi chiedo cosa gli è successo dopo essere andato via dal ministero, non si rende conto che quell’atteggiamento concreto, attento ai temi paga? Spero che sia recuperabile che torni ad essere efficace e concreto ma è determinante che l’atteggiamento con chi viene a casa nostra a contestare noi sia chiaro o non si può essere nostri amico”.

Casini alla fine prende a prestito lo slogan del PD: “L’Italia si riunisce a Torino dice lo slogan, facciamolo perché la maggioranza lanciando l’idea di un Italia divisa mi preoccupa. Tremonti è l’apprendista stregone che gioca con il fuoco”. E Letta torna sulla battuta di poco prima aggiungendo: “Faccio anche gli incubi, come quello in cui i miei figli saranno maggiorenni e mi diranno: scusa papà eri all’opposizione e te lo sei tenuto tutti quegli anni a Berlusconi? Io vorrei dirgli: nel 150° dell’Unità io sono stato tra quelli che hanno liberato l’Italia da Berlusconi”.

Marco Laudonio
(foto di Andrea Vismara)

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