Risposta tardiva e indiretta di Mario Calabresi

Trascrivo un passo della risposta che Mario Calabresi oggi (7 settembre) dà ad un lettore: “Ho pubblicato la sua lettera perché mi trova in totale disaccordo, così come quella pubblicata pochi giorni fa in cui un lettore sosteneva che le donne che vengono picchiate o ridotte in fin di vita da un marito musulmano se lo meritano perché se lo sono cercate. Mi chiedo da giorni dove stiamo andando…”. Si dà il caso però che solo dopo le mie reiterate proteste (Liberazione 4 settembre), il direttore de La Stampa ci dice che su quell’indegna pubblicata giorni fa era in totale disaccordo. Il direttore deve sapere che se si pubblica su un giornale autorevole una lettera (la prima nella pagina della rubrica) senza un rigo di commento, sia l'autore del capolavoro, sia i lettori meno avveduti, sono portati a credere che il contenuto della missiva sia giusto. E considerato il periodo in cui giornali e tv, nonché uomini politici, fanno passare per giusto ciò che è ingiusto, per lecito ciò che è illecito, non sarebbe opportuna maggiore cautela?

Miriam Della Croce

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