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Come mettere l’Italia nelle mani di un dittatore

Il circo mediatico organizzato per accogliere il dittatore Gheddafi serve a coprire le scomode verità che si nascondono dietro il Trattato Italia-Libia.
Un Trattato che in nome delle politiche xenofobe della Lega e di enormi affari per gruppi economici fiancheggiatori della partitocrazia, svende il nostro Paese al servizio di chi da quarant’anni viola sistematicamente i diritti umani praticando tortura e morte.

Di questo l’opinione pubblica non sarà informata, così come non potrà conoscere quanto la politica estera italiana sia condizionata dalle cricche che gestiscono energia, difesa, armi e infrastrutture. Una linea politica su cui si ritrovano uniti, ad eccezione dei Radicali e di pochi altri, maggioranza e opposizione.
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I diritti umani secondo Gheddafi
RISORSE
Mecacci: «Berlusconi sdogana i dittatori»
Collegamento con Marco Perduca
Ostruzionismo dei radicali contro il trattato Italia-Libia. Video
Gheddafi e la guerra in Iraq. Video
In questi quarant’anni, il regime libico si è caratterizzato per la persecuzione di ogni forma di dissenso politico, per la repressione sistematica delle libere opinioni individuali e delle associazioni non riconosciute dal regime, per l’assenza assoluta di organi di stampa indipendenti, per l’incarcerazione o la sparizione degli oppositori politici, per il ricorso a tribunali segreti e la tenuta di processi a porte chiuse, per la pratica della tortura e della pena di morte.
La corruzione è molto diffusa sia nel settore pubblico che in quello privato; la Libia, infatti, si colloca al centotrentunesimo posto tra i centottanta Paesi analizzati, nell’indice di trasparenza internazionale elaborato nell’anno 2007.
Con questo Paese, il 30 agosto 2008, il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha firmato a Bengasi un Trattato di «amicizia, partenariato e cooperazione».
Rapporto presentato da Nessuno Tocchi Caino

L'ostruzionismo dei Radicali contro il Trattato Italia-Libia

I Radicali denunciano da subito che il Trattato prevede di fatto un vero e proprio assegno in bianco dell’Italia alla Libia di 5 miliardi di dollari. Il deputato radicale del Pd Matteo Mecacci aveva depositato oltre seimila emendamenti sia in Commissione Esteri, sia in aula per evitare di “consegnare questo denaro a un regime totalitario che usa l’arma dell’immigrazione clandestina per ricattare il nostro paese e che non fornisce alcuna garanzia di rispetto delle norme internazionali in materia d’asilo e immigrazione”. Nel frattempo militanti di Radicali Italiani, del Partito Radicale Nonviolento, insieme ad alcune Associazioni italiane per i diritti dei rimpatriati e dei creditori verso la Libia, tennero un presidio in Piazza Montecitorio contro la ratifica del Trattato Italia-Libia. Il Trattato venne approvato con il favore anche del Partito Democratico.

Il ruolo di Gheddafi nel favorire la guerra in Iraq
Le colpevoli coperture di Gheddafi. La ricostruzione di quanto accadde nei giorni precedenti alla guerra in Iraq.

Il lavoro sporco della Libia per “ripulire” le nostre coste

A Lampedusa il Centro d'identificazione non è utilizzato da mesi e succede che i migranti, prima di essere portati in Sicilia, vengano lasciati per ore sotto il sole senza l'assistenza che si dovrebbe garantire a chi viene trascinato a riva dal mare. Anche questo è il risultato dell'accordo con Gheddafi. In un accordo con un dittatore si dovrebbe pensare di ottenere qualcosa in più sul campo dei diritti umani e della democrazia. Invece, l'accordo italo-libico prescrive l'esatto contrario: in nome di enormi affari (che nulla hanno a che fare con il libero mercato, perché sono pilotati dallo Stato in favore di grandissimi gruppi oligo-politici), siamo stati noi a cedere sul terreno della democrazia e del rispetto dei diritti umani. In che modo? Appaltando a Gheddafi il lavoro sporco: un controllo violento e militare su flussi di migranti, anche marginali perché non rappresentano neppure un decimo del totale degli ingressi in Italia. E in tutto questo il ruolo dell'opposizione è stato, a partire da Massimo D'Alema, in piena sintonia con questa politica.

Il ricatto del leader libico all'Europa

“Ecco però apparire in tutta la sua solita scaltrezza la strategia de questa visita di Gheddafi in Italia – afferma Marco Perduca, senatore Radicale – infatti a conclusione del circo equestre di ieri sera, il Colonnello ha dichiarato che ''per fermare l'immigrazione clandestina la Libia chiede all'Europa, davanti a milioni di immigrati che avanzano, almeno 5 miliardi di euro l'anno'' e che tale richiesta, ma forse andrebbe chiamata vera e propria estorsione, è “sostenuta dall'Italia”.
“Con la Senatrice Poretti abbiamo depositato oggi una interrogazione parlamentare al Ministro Frattini che chiede quali siano i termini del sostegno che il nostro Governo intende dare a tale richiesta, in come si strutturi e con quali tempi e modi dovrebbe essere corrisposto l'ammontare esatto”.
“Il futuro a cui guardano Berlusconi e Gheddafi -prosegue Perduca – è chiaro: dopo Roma, mettere anche Bruxelles in ginocchio davanti al Colonnello. Essendosi l'Italia aggiudicata la golden share per la costruzione delle infrastrutture libiche c'è da temere che presto quei “milioni di immigrati” verranno rilasciati dai campi di prigionia libici e fatti arrivare sulle coste europee. Alla vigilia di un sempre più imminente trattato UE-Libia, occorre smascherare le tattiche dello stratega di Tripoli, e, al contempo, continuare ad indagare sul passato per individuare e imputare le responsabilità politiche dello sdoganamento di uno dei peggiori regimi del mondo che gode di ottime amicizie nei salotti politico-finanziari d'Italia.”
Italia chiarisca se sostiene richiesta di 5 miliardi a UE. Interrogazione a risposta scritta al Ministro degli Affari Esteri”.

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