Il caso Sakineh assurge a simbolo della lotta per la dignità umana e per il rispetto dei diritti umani nel mondo.
“Sakineh Mohammadi Ashtiani, la donna iraniana condannata alla lapidazione per adulterio, proviene da una regione dell’Iran a lingua azera e pertanto durante i primi processi, celebrati in lingua farsi, non comprendeva appieno il significato delle accuse e ciò dimostra una chiara lesione del diritto a potersi difendere, un diritto che, fermo restando la condanna della barbarie della lapidazione, deve poter essere esercitato cosa che la giovane Sakineh non ha avuto la possibilità di fare”. Lo ha dichiarato l’on. Franco Narducci, Vicepresidnete della Commissione affari esteri della Camera dei Deputati.
“Secondo il codice di procedura penale iraniana – ha fatto notare Narducci – durante i primi processi, prima della formulazione dell’accusa, l’accusato non può avere un avvocato difensore e Sakineh Mohammadi Ashtiani non l’ha avuto venendo condannata a frustate e carcere. Quindi, secondo il diritto iraniano, avrebbe già espiato la sua pena, ora non si capisce per quale ragione dovrebbe subire, oltre alla prima condanna ingiusta, addirittura una seconda condanna che causerebbe la perdita della vita. Non credo che l’esercizio della giustizia condotto in modo barbaro possa essere accettato dai mussulmani praticanti di buona volontà”.
“Circa un anno fa il Parlamento iraniano ha approvato una norma secondo la quale la condanna alla lapidazione non sarebbe più stata applicata, rendendo possibile la conversione in altre forme di pena. Una norma dimenticata – ha sottolineato Narducci – visto che attualmente, oltre a Sakineh, altre 10 donne e 3 uomini sono inattesa di esecuzione secondo il rito della lapidazione: è una barbarie che l’umanità non può permettere e chiedo che il Governo italiano si attivi attraverso tutti i canali diplomatici per impedire questo passo indietro nel cammino della civiltà”.
“Secondo il Rapporto Iran Human Rights – ha precisato il Deputato eletto nella Ripartizione Europa – negli ultimi quattro anni sono state eseguite sette condanne alla lapidazione senza i riflettori delle cronache e con i condannati sostenuti nella loro battaglia solo dalle organizzazioni per i diritti umani, è necessario il mondo sia più vigile, ne vale il futuro dei diritti umani”.
“Adesrisco all’appello lanciato dall’Agenzia Adnkronos International (AKI) per la salvare la donna iraniana Sakineh Mohammadi Ashtiani dalla lapidazione – ha concluso l’on. Franco Narducci – e ritengo che vi debba essere una mobilitazione generale della società civile e dei mezzi di comunicazione tale che il regime iraniano debba fare marcia indietro preoccupato delle ricadute negative sulla sua immagine nel mondo ed anche nei paesi con una forte presenza di cittadini mussulmani”.