Tragici spettacoli e tradizioni (vere) da salvaguardare

Non c’è pace per i sostenitori della corrida. Dopo la decisione catalana di abolirla dal 2012, il 19 agosto, a Tafalla in Navarra, un toro ha saltato il “callejon”, superando le gradinate e iniziando a colpire il pubblico., con un bilancio di 40 feriti, fra cui un bimbo di 10 anni, che versa in gravi condizioni in ospedale (il video può essere visto su: http://www.ecoblog.it/post/11059/corrida-a-tafalla-il-video-del-toro-che-attacca-il-pubblico-30-feriti). La scorribanda del toro è stata bloccata dopo tre minuti di follia dall'ex torero Pablo Simon, che lo ha afferrato per la coda tirandolo indietro. Una ventina di recortadores saliti sulle gradinate sono riusciti a trascinare l'enorme animale in un angolo, dove è stato “apuntillado”, abbattuto. Secondo il grande Hemingway, la corrida è un'arte simile alla tragedia, un flusso d'azione e narrazione che lega i temi della vita e della morte, ma si sa, i poeti hanno le loro romantiche convinzioni. London, John Steinbeck, Jack Kerouac e, in tempi più recenti, Cormac McCarthy, hanno sempre nutrito una sfrenata passione per la corrida, come anche per la caccia e per la guerra, ma non per questo sono esempi da seguire. Anche per i senesi il palio è sacrosanto, anzi: è la vita; ma mica tutti sono d’accordo. Molti, nella storia, i cavalli azzoppati ed abbattuti, i fantini feriti, le morti fra il pubblico. Ma, dicono i senesi, il Palio è la metafora della vita ella vita c’è tutto, ci sono anche i conti da pagare. E, quet’anno, nell’edizione di agosto, il conto è stato salato. La Tartuca ha tagliato il traguardo ed ha vinto Istriceddu, guidato dal re dei fantini, Gigi Bruschelli, detto Trecciolino, il più vecchio della piazza, il più duro di tutti: l’hanno chiamato così perché era il soprannome di uno che non mollava mai. Ma alla fine della corsa fanno la conta delle disgrazie. Hanno ricoverato una operaia che non sapeva quel che le era successo: aveva perso la memoria. Un fantino aveva una frattura alla gamba e a una signora belga di 50 anni è stata colpita dalla bandiera della Civetta, volata tra il pubblico durante la sfilata. La sera prima c’era stato un morto, alla cena della Civetta. Sembra una maledizione. La maledizione del Palio delle contrade verdi, dicono da queste parti. Ce ne sono quattro che hanno questo colore nelle loro bandiere, e ieri, come capita di rado, erano tutte in piazza, Bruco, Oca, Selva e Drago. Che il conto fosse troppo salato lo aveva detto Il conto aveva cominciato a presentarlo il ministro Michela Vittoria Brambilla, con la sua polemica sulla corsa di Siena da abolire per la violenza ai cavalli, poi ritrattata in parte: “Ho solo detto che certi palii sono simili alle corride”. Dev'essere stato il caldo agostano, o la scarsa conoscenza della storia e delle tradizioni italiane, ad aver indotto il ministro Brambilla a proporre l'abolizione del Palio di Siena”. Questa la brusca replica al ministro del Turismo, contenuta in una nota congiunta di Mario Valducci, presidente della commissione Trasporti della Camera e risposabile Enti locali Pdl, e di Beatrice Lorenzin, componente della commissione Affari Costituzionali della Camera, a ricordare che “si tratta di un evento plurisecolare che affonda le radici nella tradizione popolare e nella millenaria storia dei comuni italiani”. Ti parere contrario, naturalmente, Sergio Castella, vicepresidente dell’Aipa (Associazione italiana protezione animali), che si dice sicuro anche manifestazioni come quella toscana dovrebbero essere abolite. “La cosa che mi stupisce – spiega Castella – è come in Italia esista una legge (189 del 2004) che punisce e attribuisce sanzioni a chi commette delitti contro i sentimenti degli animali, il famoso maltrattamento e che però “salva” i palii autorizzati dalla regioni in quanto eventi di valore storico”. “L’animale deve sopportare carichi di stress notevoli – sottolinea Castella – dunque per prima cosa ha a che fare con una tensione emotiva impressionante. Poi c’è l’aspetto fisico: in una corsa come il Palio di Siena, ma anche in altri appuntamenti simili, è molto facile che il cavallo possa infortunarsi, vi assicuro che la zoppia è un pericolo costante quando corri su un terreno non naturale, con curve repentine e non sei libero di fare i movimenti che vuoi. E tutti sanno cosa capita a un cavallo se diventa zoppo: si abbatte”. E’ vero, una patente contraddizione ma non la solo che esiste in Italia. Tutta

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