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Il ruolo dei mass media nel processo dell’integrazione. Il Ministro Aygà¼l à–zkan insieme al Presidente del Comites di Hannover Giuseppe Scigliano

Hannover- Lunedì 16 agosto alle ore 10,00 si è tenuta, presso il Marriot Hotel una tavola rotonda sull’integrazione chiamata in vita dal Ministro (sociale, famiglia, salute ed integrazione) Aygül Özkan.

L’intenzione del Ministro era quella d’avvicinare il mondo mediatico agli stranieri in modo di facilitare il processo d’integrazione di questi.

Presenti al tavolo erano redattori di Tv (ZDF, ARD, RTL, SAT 1, Etc.), di Radio (Radio 21, DSL, NDR Etc.) e di giornali ( HAZ, NP etc) nonché rappresentanti significativi di alcune organizzazioni degli stranieri che vivono in Bassa Sassonia tra cui, per gli italiani, il Presidente del Comites di Hannover Dott. Giuseppe Scigliano.

Compatta è stata la posizione del mondo mediatico qui sinteticamente riportata:

Noi non abbiamo nessun mandato per servire la causa dell’integrazione;

Noi non siamo essere il motore ma solamente lo specchio della società in cui operiamo;

Per sopravvivere dobbiamo pensare soprattutto alle quote degli ascoltatori o dei lettori;

Noi non possiamo e non vogliamo influenzare le masse.

Un chiaro no quindi a chi pensava di poter sensibilizzare chi detiene i mezzi di comunicazione di massa.

Di tutt’altro avviso i rappresentanti delle comunità straniere presenti al tavolo e specialmente il Presidente del Comites di Hannover il quale, senza peli sulla lingua, nei suoi interventi ha fatto notare che quanto asserito da redattori e giornalisti, è solo demagogia e senza fondamento. Egli ha espresso chiaramente il concetto che proprio i media influenzano le masse e fanno politica (ha fatto riferimento all’Italia dove il fenomeno è ancora più evidente) . Egli ha messo altresì in risalto l’irresponsabilità di chi, seguendo la linea a loro imposta (altro che libertà), propone alcuni servizi veramente scandalosi ed ha preso ad esempio una canzone, anti italiana, mandata in onda durante i campionati mondiali di calcio. Ha fatto notare che proprio ad Hannover due ristoratori italiani sono stati uccisi apparentemente per futili motivi ma nella sostanza la mano assassina è stata aizzata anche da servizi di basso rango fornito dai media che al posto di mettere in risalto la positività di vedere una nazionale tedesca multietnica, si sentiva solo autorizzata a fomentare il senso nazionalistico dei tedeschi. Egli ha contestato in questa occasione anche il settimanale lo “Spiegel” che tempo addietro ha voluto addirittura dedicare una copertina vergognosa all’Italia: Un piatto di spaghetti ed una pistola accanto.

Ha ricordato ai presenti che quasi il 40% dei residenti in Bassa Sassonia, ha origini con un passato migratorio e quindi ha ribadito il concetto che: “ chi non vuole tenere inconsiderazione questa utenza è orbo e corre il rischio del collasso economico”. Ha continuato dicendo che: “già adesso quasi tutti hanno una parabolica e guardano i programmi trasmessi dai paesi d’origine, i più giovani navigano in internet ed hanno un loro mondo Online; in Internet ognuno può leggere i giornali che vuole in tutte le lingue ed è aggiornato in tempo reale”. Il Presidente del Comites ha esortato al buon senso chi è preposto a stabilire la linea di chi scrive e nello stesso tempo ha auspicato che, chi ha il potere politico si adoperi affinché nei posti nevralgici dei media (almeno quelli in cui lo Stato potrebbe intervenire) possano essere equamente presenti anche cittadini con passato migratorio.

In chiusura egli ha rilevato che il canone per la TV è pagato anche dagli stranieri.

Sono seguiti tantissimi interventi ed alla fine di questi, il Ministro ha chiesto apertamente ai presenti se sentivano la necessità di creare dei tavoli di lavoro. Il mondo mediatico ha rifiutato l’offerta mostrando così scarso interesse nel prendere in considerazione che la Germania di oggi è multietnica e che le esigenze dei cittadini sono cambiate. In questo modo hanno mostrato quindi di non essere lo specchio della società, così come hanno affermato di essere all’inizio della riunione, ma solo uno strumento antiquato che non segue il passo dei tempi.

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