di Vittoria Operato
L’astensione di Futuro e Libertà sul caso Caliendo ha rappresentato il primo importante tassello di una strategia d’azione politica che il movimento nato dalle ceneri del Pdl sta mettendo a punto in queste settimane,assumendo il significato di un effettivo cambiamento di registro per un Governo che perde la maggioranza assoluta e di un monito ai falchi del Premier ,cosicchè d’ora in poi niente sarà più scontato nel dibattito parlamentare quanto ai temi “caldi” Giustizia e Federalismo.
In particolare, la scelta astensionista del neocostituito Fli sul caso Caliendo è stata espressione non già di un estremo atto di cortesia istituzionale verso la maggioranza di governo,bensì di un profondo senso di responsabilità verso un Paese stretto nella morsa di una crisi globale e trasversale senza precedenti,rispetto al quale una caduta di governo ed una nuova tornata elettorale potrebbero aprire scenari ancor più tragici sul fronte economico e finanziario.
Inoltre,non è da sottovalutare che l’ alleanza moderata finiani-.rutelliani-Udc, nata sotto la spinta degli ultimi furiosi accessi autoritaristici del Premier e pertanto frutto dell’emergenza contingente ,rappresenta una soluzione politica da assoggettare a collaudo ,e non soltanto perché si compone di un assetto interno che va opportunamente rodato ma anche perché è da vedere come potrebbe affrontare le prossime sfide lanciate dal Governo questa sorta di Terzo Polo ,anomalo caso di opposizione allineata ad una specie di “ minoranza di maggioranza” rappresentata dai finiani.
Eppure la giornata parlamentare sul voto di fiducia a Caliendo trascende i fatti in esame perché è sintomatica per tastare il polso dell’attuale contesto politico e dei variegati personaggi che lo popolano.
E per fare ciò,basta partire dalle dichiarazioni deliranti di un Ministro della Giustizia che non soltanto si sostituisce arbitrariamente alle pronunce delle Aule giudiziarie,assolvendo senza processo e sulla parola Caliendo ma arriva ad imputare ad una fantomatica complottista magistratura di sinistra,formidabile invenzione del Regime Berlusconi, la responsabilità di essersi adoperata per una costruzione macchinosa ed artificiosa di un caso P3.
In altre parole la P3 non esiste,parola di Alfano,è tutta un’invenzione perché basta negare l’evidenza per scardinare l’accusa di ogni fondamento ,come ,nella migliore tradizione italiota, fa il coniuge fedifrago in flagranza d’adulterio .
Il colpo di teatro però arriva con Cicchitto,che, nelle inedite vesti di avvocato,tenta una difesa tanto accorata quanto tragicamente ridicola , trasformando in una farsa l’ indegno spettacolo di un sottosegretario alla Giustizia che non sente il dovere di dimettersi e che sceglie invece di esporsi all’ umiliazione di un pubblico procedimento di sfiducia .
Il geniale avvocato improvvisato, in un impeto di viva compassione ,enfaticamente definisce il pover’ uomo vittima di una” deriva giustizialista e poliziesca”e garantisce lui stesso che la posizione di costui è”limpida ed onesta” e che il Pdl non consegnerà giammai il suo scalpo!
Se ne deduce che evidentemente Cicchitto in persona deve aver fatto da fido segugio per Caliendo attimo dopo attimo per tutto il corso della sua ascesa politica così da poter giurare senza ombra di dubbio sulla innocenza piena dell’amico galantuomo,avendola testata egli stesso!
Oramai a tal punto dilaga l’ossessione persecutoria degli uomini di B. che è lecito chiedersi se l’indottrinamento propagandistico e martellante a cui Berlusconi sottopone da anni i “suoi uomini” per insegnare loro la disciplina del sovvertimento della verità e della realtà,per cui i giudici diventano imputati, abbia finito per sortire effetti al di là di ogni aspettativa.
C’è da chiedersi se davvero gli uomini di B.pensano ciò che dichiarano ,c’è da chiedersi se davvero uomini di buon senso e politici scaltri di lungo corso ,che hanno avuto la ventura di essere stati sedotti dal Cavaliere lungo il cammino della loro esistenza sarebbero ciò che sono oggi senza quell’incontro fatale.
Una sensazionale novità è che era parso per un attimo che il PD si fosse ridestato dal lungo stato comatoso giudicato da più parti irreversibile , fanno infatti capolino nella mischia e nella baraonda dell’acceso dibattito parlamentare ai limiti della rissa, le durissime dichiarazioni di un Franceschini che d’improvviso si mette sul piede di guerra e pare coltivare, con speranza rinnovata, il sogno lontano e fragile di un ritorno al Governo,ma è solo un attimo ed il PD torna al suo lungo sonno.
Infine,l’ingresso solenne e tardivo del Re Sole acclamato dalla claque spazza via ogni indugio e mentre in un accesso di megalomania urla digrignando i denti che si stravincerà si leggono su di lui le tristi sembianze di un tiranno alla fine dei suoi giorni.
E così Caliendo incassa la fiducia e la solidarietà incondizionata dei suoi e come l’amico Verdini prende ancora una volta pubblicamente le distanze da Carboni,il faccendiere rinnegato,e giurando di non conoscerlo pare chiedersi pensoso ,come un novello Don Abbondio di manzoniana memoria, “Parmenide(Carboni),chi era costui?”
Questa è la cronaca di una giornata da dimenticare che ha visto il Pdl schierato a ranghi serrati in Parlamento a difesa di Caliendo ,sciogliendo il guinzaglio ai suoi più feroci e fidi “picchiatori” .Giornata da dimenticare ,tra Caliendo il “galantuomo” e Cicchitto avvocato del Diavolo, se non fosse per un dettaglio affatto trascurabile.
Degna di nota è infatti la coraggiosa defezione dalle fila del Pdl di una giovane donna,l’On.Chiara Moroni che gira le spalle alla logica del Papi ed alla schiera delle “elette” transitate nella Corte di B. per grazia ricevuta , segno che l’Impero decadente di B. ha davvero imboccato la strada del declinio.
Vogliamo credere che il suo esempio di dignità e decoro non resti caso isolato perché tante troppe donne sono state mortificate dal Berlusconismo e ancor di più sono state offese le stesse donne oggetto dei famigerati apprezzamenti galanti del Premier,perché un Presidente del Consiglio che si lascia andare pubblicamente ad un simile contegno nei confronti di donne per lo più incontrate nell’esercizio dei propri compiti professionali o in ruoli istituzionali (da Michelle Obama a crocerossine e studentesse) ha una valenza ancor più denigratoria che le triviali e palesi offese alla fisicità dell’On. Bindi.
Si tratta infatti di lusinghe fittizie al solo ed unico scopo di ricordare loro che in fondo ,al di là di tutto l’impegno versato per conquistarsi la giusta considerazione sociale,altro non sono e restano che “femmine” nel senso più deteriore del termine ,così da tentare subdolamente di ricondurre,nell’immaginario comune della Nazione ,all’alveo della secolare segregazione tutte le donne emancipatesi attraverso l’impegno civile e politico e lanciando così un pericoloso messaggio in pasto ad una società che esprime oggi più che mai contro le donne una crescente e rabbiosa violenza senza senso.