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Appaltopoli aquilana

Altri quattro arresti nelle indagini sulla ricostruzione post terremoto. In carcere esponenti del centrodestra, imprenditori e manager. Si dimette l’assessore regionale alla Protezione civile

Ho fatto un miracolo », disse Berlusconi lo scorso anno in visita a L’Aquila. Ora, dopo che la magistratura ha accertato gli appetiti della cricca sulla ricostruzione, verificato le infiltrazioni di camorra e ‘ndrangheta negli appalti del cratere e scoperto, ieri, un giro di tangenti legati al post terremoto, che ruotava attorno all’assessore regionale alla Protezione civile, isogna intendersi sull’accezione da attribuire alla parola “miracolo”. Qualcosa di miracoloso, in effetti, è accaduto. Non può infatti che destare meraviglia la facilità con cui gli imprenditori disonesti sono riusciti ad aggirare le regole, con la connivenza della politica, e spartirsi la succulenta torta della ricostruzione. Ieri in arresto sono finite quattro persone, stavolta tutte abruzzesi. Tangenti in cambio degli appalti del dopo terremoto è l’accusa. Il personaggio chiave della vicenda sembra essere ezio stati, ex assessore regionale, membro prima della Dc e poi di Forza Italia. L’uomo, che è anche il padre di Daniela stati, membro dell’esecutivo guidato dal Presidente Chiodi con la delega all’ambiente e alla protezione civile, è finito in manette insieme a Marco Buzzelli, geometra e marito dell’assessore, incenzo Angeloni, ex deputato di Alleanza Nazionale prima e poi del partito di Berlusconi, e sabatino stornelli (cui però è stato notificato solo l’obbligo di dimora), amministratore delegato di selex service management, società controllata dal gruppo Finmeccanica. L’assessore Daniela stati, invece, attraverso la mediazione del padre, sarebbe stata il terminale di tutte le richieste e avrebbe provatoa garantire una corsia preferenziale agli imprenditori che pagavano: colpita da interdizione dai p ubblici uffici, ha rassegnato ieri mattina le dimissioni. Per ora, la Procura dell’Aquila ha cercato di mantenere il massimo riserbo sui particolari dell’inchiesta. Nella nota del procuratore Alfredo rossini si fa però riferimento a «prove evidenti dei “doni” e delle utilità che i privati hanno corrisposto al pubblico ufficiale (l’assessore regionale, ndr) e alle persone a lei vicine, al fine i ottenere il vantaggio di essere inseriti nella lista di beneficiari, per fatti e atti connessi alla ricostruzione post sisma del 6 aprile 2009». Molto duro il commento del magistrato sull’intera vicenda: «È una delle più brutte storie del nostro povero Paese che non sa applicare le leggi che si è dato». Nell’inchiesta è finita anche l’Abruzzo engineering, attraverso la figura di sabatino stornelli originario di Avezzano in provincia dell’Aquila,. Dal 2007, infatti, la selex, guidata da stornelli, etiene il 30% della socie tà in house della regione Abruzzo. Un’impresa sull’orlo del fallimento fino a quando, lo scorso giugno, il presidente Chiodi non ha coperto il debito di 20 milioni di euro. secondo i magistrati, allo scopo di favorire stornelli, l’ex assessore Daniela stati avrebbe fatto pressione per inserire l’Abruzzo engineering in un’ordinanza del presidente del Consiglio dei Ministri per l’affidamento di studi di progettazione che avevano a che fare con la ricostruzione post terremoto.

Giorgio Mottola
TERRA

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