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Si a un capitalismo più umano, e no alla bestialità  comunista

Da molti anni la sinistra specula sulla povertà e fa uso demagogico di termini come solidarietà, equa distribuzione delle ricchezze, difesa dell'ambiente e similari per demonizzare il capitalismo, e in particolare il capitalismo industriale. Qui gruppi come No-global, ecologisti, e paci-finti, costruiscono la propria ricchezza politica e naturalmente quella economica attraverso il ricatto e l'utilizzo delle loro lobby industriali presenti, in particolare, nel mercato della cosiddetta “green economy”.

Questi gruppi contestano le regole di scambio dei prodotti industriali, lo sfruttamento delle risorse naturali dei paesi terzi, e l'utilizzo della manodopera retribuita a basso costo in questi paesi.
Il capitalismo è per definizione tecnica, una combinazione di pratiche economiche, che coinvolge in particolar modo il diritto da parte di individui e gruppi di individui che agiscono come “persone giuridiche” (o società) di comprare e vendere beni capitali (compresi la terra e il lavoro; vedi anche fattori della produzione) in un libero mercato (fonte wikipedia).

Il capitalismo in realtà, se pure può avere degli utilizzi da parte di qualcuno, non proprio umani, va detto che ha realizzato opere invece veramente sociali. Ha creato posti di lavoro, creato dunque economia e tutto il resto, come scuole, case, ospedali, insediamenti sportivi e strutture pubbliche e private dando a tanti posti nel mondo sviluppo e civiltà socio-economica. Ha diffuso, in pratica, benessere.

Quindi i gruppi antagonisti, insieme a una sinistra becera e bugiarda, dovrebbero proporre un alternativa concreta, invece di blaterare stupidaggini e speculare sui poveri, additando il capitalismo come il nemico da distruggere.

Certo il capitalismo non è un sistema perfetto, ma è il meno dannoso per l'umanità, ed è perfettibile. Magari si può intervenire nell'evitare gli sprechi, come recuperare tutta la frutta, gli agrumi etc. che vengono distrutti per mantenere i prezzi di mercato e destinarli alle popolazioni povere, anche attraverso le organizzazioni di volontariato.
Bisognerebbe pensare di investire in questi paesi terzi, a medio e lungo termine, nei settori che più possono aiutare la crescita e diventare di conseguenza anch'essi potenziali utilizzatori del mercato che si va a creare, senza sfruttare la manodopera sottopagandola, ma adeguarla al loro mercato e farla lavorare in sicurezza al pari dei paesi sviluppati.

Il capitalismo questo lo può e lo deve fare, magari vedrà i rientri più tardi, ma ci saranno. Incentivare e premiare chi produce e lavora onestamente, e avere un rapporto di collaborazione e dialogo con le classi sociali che hanno target economici più basse, realizzando una vera e propria rivoluzione copernicana, dando piena forma alla centralità dell'uomo e non del denaro e basta. Il denaro in quanto mezzo di aiuto a una vita migliore, sia per il capitalista che ha ideato la macchina e sa dove collocarla, sia per chi è nel meccanismo del capitale in quanto motore della macchina. Entrambi elementi per un unico obiettivo: star bene nel rispetto dei ruoli.

Questo aiuterà a dare sempre più un volto umano al capitalismo, con una nuova etica del profitto. Ma pensare di abolire il mercato è pura follia. Senza mercato i risparmiatori non investirebbero, e non ci sarebbe produzione industriale, e senza produzione industriale mancherebbe “la domanda e l'offerta”, e di conseguenza mancherebbero i luoghi naturali dei mercati, come la borsa e le banche. E allora la gente di cosa vivrebbe?

Bisogna stare molto attenti a non cadere nella trappola messa in atto dalla loro propaganda che addita come nemico da abbattere la ricchezza (degli altri).
Il nemico da abbattere è l'egoismo umano, e la sopraffazione. bisogna che ci siano regole in un libero mercato che abbia un volto più umano e solidaristico.

Ma senza mercato e senza regole, diventeremmo una società di cannibali, di schiavi sotto la sferza di pochi tiranni che avrebbero voluto una società di esseri senza identità, tutti uguali come robot, senza ambizione e senza significato della loro vita.

In poche parole di “comunisti”.

Gennaro Ruggiero www.gennaroruggiero.com
8.05 04/08/2010

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