La sanità pugliese sta cercando di risolvere i problemi deficit riducendo posti letto o addirittura chiudendo strutture. Un susseguirsi di incontri-dibattiti nell’ultimo mese, e ancora prima, hanno polarizzato l’attenzione dei massafresi sulla chiusura dell’Ospedale Pagliari di Massafra. Eppure Massafra è un comune di circa 33 abitanti. Lo scorso 28 luglio 2010, presso il Centro Polivalente Anziani della sede Municipale di Massafra (Ta) di Via Magna Grecia, si è riunita la Consulta delle Associazioni (nella foto il logo creato dall’artista Nicola Andreace) iscritte al comune di Massafra (monotematico) con la partecipazione aperta a tutti i cittadini per dibattere/discutere/confrontarsi su: “Il diritto alla salute dei massafresi (Dibattito sulla funzionalità e potenziamento della struttura ospedaliera di Massafra). Il dibattito è stato presieduto dal presidente della Consulta delle Associazioni Emmanuele La Tanza. Coordinatrice Tiziana Gentile. Ha relazionato il dott. Michele Lo noce, direttore sanitario degli ospedali zona occidentale ASL TA. Dopo la relazione, sono intervenuti con proposte di merito portando un loro contributo alla discussione, alcuni presidenti di associazioni (Cittadinanza Attiva, Gibergallo, WWF, ATO Puglia ONLUS, Soverato 2000,…), l’assessore all’associazionismo Antonio Cerbino e alcuni cittadini. Tutte le proposte/indicazioni scaturite, comprese quelle del Consiglio Direttivo, sono state trascritte dalla commissione di lavoro nominata precedentemente (i consiglieri Raffaele Rescina e Lello Panaro), su un documento finale dell’assise, e posto all’approvazione dell’assemblea.
Il documento (firmato dal presidente della Consulta delle Associazioni Emmanuele La Tanza e dal segretario facente funzione Giovanni Santoro) è stato presentato lo scorso 30 luglio al Consiglio Comunale monotematico (tenutosi in piazza Vittorio Emanuele) ed è stato inviato al Presidente della Regione Puglia Nicki Vendola, all’Assessore alla Salute Regione Puglia Tommaso Fiore, al Sig. Sindaco Comune di Massafra Martino Tamburano, al Direttore Generale ASL TA Domenico Colasanto e, per conoscenza, all’Assessore all’Associazionismo Comune di Massafra Antonio Cerbino, atutte le forze Politiche, Sociali e Istituzionali del territorio, a tutte le testate giornalistiche e televisive, a tutti i Cittadini Massafresi. Alla fine dell’incontro, il documento finale è stato letto dal consigliere della Consulta Raffaele Rescina ed approvato dall’Assemblea con la nota, inserita su questo verbale, del presidente dell’associazione “Orizzonti Nuovi ONLUS” che ha dichiarato di essere contrario all’inserimento sul documento conclusivo della proposta/alternativa sull’ospedale di Massafra riguardante la presenza del San Raffaele nella gestione dello stesso.
Ma ecco qui di seguito il documento.
“Le Associazioni della Consulta del Comune di Massafra difendono il diritto alla salute dei Massafresi e rifiutano piani di Razionalizzazione non concertati con le Amministrazioni locali e con le Associazioni di categoria. Le Associazioni della Consulta del Comune di Massafra si sono riunite in data odierna per confrontarsi e per proporre alternative di soluzione alle misure decise della Giunta Regionale pugliese volte a contenere i costi della sanità per il rientro del deficit di 450 Milioni di Euro. Con questo programma che prevede solo tagli con riduzione dei posti letto, della spesa farmaceutica e inserimento di ticket, viene colpito duramente anche l’ospedale di Massafra già in fase critica di operatività. Nel Ns. territorio il tasso di ospedalizzazione è una delle maggiori criticità del sistema sanitario, inteso come ricovero, day hospital e attività ambulatoriale. Analogamente critica è la situazione del personale. In questo contesto le Associazioni di Massafra dicono che non è più garantito il diritto alla salute. Non è garantito a Massafra, Comune della Provincia di Taranto, ove come tutti sanno e sappiamo il rischio salute è più elevato per la presenza di realtà industriali di interesse nazionale ma a forte impatto ambientale e sanitario locale. Liste di attesa improponibili ed in costante crescita per una risonanza magnetica o una visita specialistica. Chi può cerca soluzioni fuori provincia, a pagamento presso studi privati o pseudoprivati, treni ed aerei della speranza verso il Lazio, la Lombardia, l’Emilia, il Veneto. Chi non può, attende rassegnato il peggio. E’ di pochi giorni fa il rapporto Svimez che dice come al sud il numero di coloro che non possono più permettersi una visita privata a pagamento è del 20%.
In un groviglio di malasanità, malamministrazione, sprechi, furbizie, clientelismo e dalle indagini in corso anche ruberie, negli anni si sono sperperate ingenti risorse ed ora si gioca un penoso scaricabarile. “Si sono spesi milioni di euro per realizzare sale operatorie che devono essere smantellate prima di entrare in funzione “.
Esperti e addetti ai lavori in questi giorni si sono espressi proponendo alternative che prevedono di valutare l’ospedale per reparto in base al valore delle prestazioni eseguite. Se l'ospedale esegue in prevalenza prestazioni di basso profilo (come ernie o ricoveri per influenze) che potrebbero essere effettuate ambulatorialmente o in day hospital ed è di piccole dimensioni occorre verificare se l'ospedale assolva un compito reale sociale cioè se insiste in un'area geografica dove vi è una popolazione – consistente e non vi è alternativa in un raggio di 20-30 km. In questi casi occorre rivalutare la funzione dell'ospedale medesimo.
La funzione sociale dell'ospedale è un principio che va salvaguardato. Il concetto di base è il diritto alla salute di tutti i cittadini; diritto spesso barattato, con la presenza dell'ospedale, ma ciò non corrisponde a verità. A volte è meglio avere un ospedale ben organizzato e di alta qualità prestazionale, anche a distanza di 1 ora di viaggio, piuttosto che un ospedale a pochi minuti di viaggio ma che non dia garanzia sulle prestazioni di livello.
Quindi razionalizzare i posti letto per rientrare nei costi può essere accettato se si allestisce un sistema organizzato affinchè l'assistenza venga garantita a tutti con facilitazioni che sopperiscano l'eventuale ridimensionamento o scomparsa dell'ospedale. Ci riferiamo in particolare alla salvaguardia dei presidi di pronto intervento con eventuale potenziamento e facilitazione del trasporto dei pazienti, qualora necessitino di prestazioni altrimenti non erogabili. E' indispensabile: potenziare ed efficientare i servizi di diagnostica d'urgenza, incidere sulle liste di attesa, sulla validazione diagnostica delle strutture ambulatoriali, sulla professionalità nell'affrontare le problematiche degli utenti, sul potenziare l’assistenza domiciliare.
Infine una soluzione (al momento anche se parziale) potrebbe essere quella di collegare la struttura ospedaliera in un area di servizio affine al costruendo complesso del San Raffaele a Taranto.
Pertanto, Massafra come polo ambulatoriale con specializzazioni quali: chirurgia, encologia, cardiochirurgia, medicina, pediatria e resta inteso che rimane salvaguardato il reparto di dialisi. Questo potrebbe recuperare da un lato una domanda da sempre presente e da sempre mortificata dall’altro si costruirebbe da subito un percorso che si completerebbe con l’entrata in funzione del Complesso del S. Raffaele previsto per il 2014. Di conseguenza si propone che nella stesura della convenzione con l’ente di cui sopra (che avverrà nei prossimi giorni) la stessa sia estesa e comprenda anche l’attuale ospedale di Massafra. Tale scelta permetterebbe operativamente di offrire interventi in Day Hospital a ciclo continuo (magari su più turni) facendosi carico di quando necessitasse (Interventi specialisti) governare tale domanda attraverso una mobilità mirata.
Questo in attesa dell’apertura del San Raffaele a Taranto, che chiuderebbe il cerchio di un percorso che vedrebbe la nostra struttura, cioè il polo ambulatoriale di Massafra, interagire e partecipare attivamente al governo della forte domanda di sanità “buona” in questa delicata area della zona occidentale.
Riteniamo che sarebbe cosa gradita anche per lo stesso S Raffaele e lo stesso governo regionale, perché tale proposta tende anche a limitare le lunghe degenze ed a governare al meglio l’utilizzo dei posti letto. Inoltre vogliamo ricordare che a tutt’oggi non si conosce quale fine abbia fatto l’importo di 1.750. 000,00 Euro (un milionesettecentocinquantamila) da utilizzare per l’arredo delle sale operatorie e se ne chiede conto.
Qualora si condividesse tale proposta sarebbe auspicabile che la stessa fosse portata avanti da un fronte che abbia il massimo di unità fra tutte le forze Sociali, Politiche ed Istituzionali.
Al Sindaco, al Consiglio Comunale di Massafra l’onere di realizzare tale obbiettivi.
Questa sono le “Nostre Proposte” e questo è il punto fondamentale su cui chiediamo che vengano portati il dibattito e le richieste pressanti da parte degli utenti, dei sindaci e amministratori in loro rappresentanza.
Le Associazioni di Massafra riunite in Assemblea invitano i politici massafresi ad un’azione comune che consenta di assegnare all’Ospedale di Massafra un ruolo operativo attivo integrato a pieno titolo nel sistema sanitario provinciale e regionale. Oggi ci auspichiamo che tutti si responsabilizzino sul diritto alla Salute dei Massafresi”.