Narducci: sulla promozione della lingua italiana il Governo predica bene e razzola male

La drastica riduzione del contributo ministeriale assegnato alla Dante Alighieri ha evidenziato ancora una volta le differenze tra il dire e il fare che caratterizza l’azione del Governo Berlusconi. Rispondendo all’interrogazione a risposta immediata presentata in Commissione affari esteri dall’on. Franco Narducci (PD), il Sottosegretario agli affari esteri, sen. Alfredo Mantica, si è detto molto dispiaciuto per la dolorosa riduzione del contributo alla Dante Alighieri che svolge “opera meritoria” e offre, tra l’altro, una preziosa collaborazione al Ministero stesso, e svolge un “ruolo fondamentale nella promozione della nostra cultura. Il taglio del contributo – il 53,4% in meno rispetto all’anno precedente – si spiega unicamente con l’effetto delle disposizioni contenute nella manovra economica e finanziaria, il decreto 78 del 31 maggio 2010 convertito in legge proprio oggi (29.07.10) alla Camera dei Deputati dopo un aspro dibattito e l’ennesima fiducia posta dal Governo.

Franco Narducci, pur convinto del sincero dispiacere del Sottosegretario Mantica, ha evidenziato le contraddizioni del Governo, che persevera nella politica degli annunci regolarmente smentiti dai fatti. Infatti, mentre il Min. Frattini afferma ad ogni piè sospinto l’importanza della nostra lingua e del nostro patrimonio culturale (anche nella recentissima Conferenza degli Ambasciatori) per l’affermazione del made in Italy, e quindi per sostenere e accompagnare il nostro sistema di imprese, il Governo di cui fa parte ha ridotto al lumicino le risorse finanziarie destinate al raggiungimento di tali obiettivi. Per giunta andando controcorrente rispetto ai Paesi che competono direttamente con l’Italia sui mercati mondiali come la Francia e la Germania, che pur avendo varato manovre giudicate dallo stesso Governo italiano “ben più pesanti della nostra” non hanno certamente ridotto le risorse per la promozione della propria lingua. Le lacrime di coccodrillo del Governo non incantano, ha sostenuto Narducci, poiché non si vede traccia di quella “diplomazia culturale” che l’Italia – Paese di grandi tradizioni culturali e con una grande civiltà alle spalle – dovrebbe mettere in campo. E poi, come si fa – ha proseguito il deputato eletto all’estero – a sostenere l’uso della nostra lingua nelle istituzioni comunitarie (una battaglia che tra l’altro la Dante sta conducendo con altrettanto vigore), chiedendo agli altri di mantenere l’uso dell’italiano quando il nostro Governo non ha niente in più per promuoverlo, anzi fa di tutto per far chiudere quelle esperienze vitali di promozione della nostra lingua, determinando una situazione come quella della Dante Alighieri, fortemente penalizzata con un colo inferto a luglio allorché i 7/12 del bilancio sono stati già spesi?

Va sottolineata, in ogni caso, anche la “distrazione” del Ministero degli affari esteri, riteniamo in buona fede, che si presume non abbia compreso in tempo l’effetto dell’articolo 7 comma 24 del summenzionato decreto, introdotto dopo le forti proteste del Min. Bondi per i tagli agli Enti finanziati dal suo bilancio. Qualcuno alla Farnesina avrebbe dovuto drizzare le orecchie!

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