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Agenzia nucleare, è scontro

Il rischio di diventare la foglia di fico per il centrodestra e il suo progetto nucleare è forte e non certo campato in aria. Ma la proposta di diventare presidente dell’Agenzia per la sicurezza Nucleare per Umberto Veronesi, medico e ricercatore (nonché, attualmente, senatore del Partito democratico), famoso per il suo impegno nella lotta al cancro, può nascondere ben più pericolose insidie. La sicurezza e la protezione della salute sono due obiettivi che partono da lontano e investono tutto il procedimento di arrivo alla produzione di energia nucleare: dalla individuazione del sito fino alla costruzione delle centrali nucleari. L’Agenzia (ancora da definire ma che probabilmente sarà composta da un centinaio di persone tra tecnici, ingegneri, chimici e fisici) non avrà infatti solo compiti di coordinamento e supervisione ma dovrà anche pronunciarsi su procedure di autorizzazione che richiedono non solo tempi lunghi ma anche conoscenze approfondite in campo nucleare Cose che un ingegnere nucleare o fisico possono affrontare con competenza», ha commentato Giuseppe Onufrio, direttore di Greenpeace, «ma che difficilmente possono essere accostate ad un oncologo. In Gran Bretagna ad esempio, o negli Usa tali procedure durano anni, tempo che, nelle scadenze fissate dal governo, l’Italia non ha». L’Agenzia, un po’ come faceva il Disp- Enea prima del referendum dell’’86, dovrà controllare che le certificazioni dei siti individuati per la costruzioni delle centrali rispettino gli standard qualitativi e di sicurezza, che siano state fatte (e nel migliore dei modi) indagini di campo, quali materiali verranno utilizzati e il tipo di rintracciabilità delle materieprime. «Io», aggiunge Onufrio, «non mi farei mai operare di tumore da un ingegnere o da un fisico e allo stesso modo non metterei mai in mano ad un medico una centrale nucleare.
La statura del professor Veronesi è indiscutibile e rappresenta un punto di riferimento nella cura dei tumori, in particolare al seno e all’utero. Distoglierlo dalla sua attività per un’operazione “vetrina” », continua il direttore di Greenpeace, «rappresenta una scelta sbagliata. Se in questo Paese ognuno facesse il suo mestiere le cose andrebbero meglio. Il suo richiamo alla passione per la fisica e alla Laurea Honoris Causa ricevuta dall’Università di Milano, poi, è risibile. Il livello di complessità di una centrale nucleare, che è più ingegneristico che fisico, è tale da sconsigliare la nomina di una persona non esperta. A meno che», conclude Onufrio, «l’interesse del medico italiano non sia dettato da altre motivazioni». Sulla stessa linea anche Massimo Scalia, professore universitario e tra i padri dell’ambientalismo scientifico in Italia: «Io diffido sempre dei tuttologi », ha avvertito. «Questa agenzia non deve fare indagini epidemiologiche, di cui Veronesi si intende, ma deve autorizzare impianti e le procedure sono complesse. Esiste, nel settore, una specifica branca che si chiama appunto “sicuristica nucleare” e non credo che Veronesi ne sappia più di chiunque altro. Le condizioni per l’accettazione dell’incarico, che lui ieri ha reso pubbliche, non mi rassicurano affatto». Contrario anche il Pd che ha chiesto, in caso di accet-tazione dell’incarico le dimissioni dell’oncologo: «Si tratta di una proposta certamente di altissimo livello», ha detto Sergio Gentili, del forum Ambiente del Pd, «sotto l’aspetto medico-scientifico ma alquanto spregiudicata sul terreno politico». All’attacco Angelo Bonelli, leader dei Verdi: «La scelta del professor Veronesi alla guida dell’Agenzia per il nucleare è una scelta puramente ideologica del Pdl, che lo ha indicato solo perché era il primo firmatario del documento con cui alcuni esponenti del Pd chiedevano a Bersani di cambiare linea sul nucleare e, quindi, per le sue idee sull’atomo. L’Italia ha eccellenze mondiali nel campo della fisica », ha ricordato Bonelli. «Basti pensare al premio Nobel Carlo Rubbia, scartato però a priori dal centrodestra».

Rosciarelli
TERRA

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