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Popolo della Libertà : L’avvoltoio sulla spalliera del letto del governo

Il clima è quello nefasto dell’attesa. Cosa succederà nel prossimo futuro? Meno male le vacanze estive. Placheranno forse il clima acceso della disputa politica? Non è detto che siano in grado di rasserenare gli animi.
La prova di “irsutismo” politico del Presidente Fini sembra piantare un paletto di frassino in pieno petto al PDL. D’altronde egli teme che la sua reputazione possa degenerare ed inficiare in futuro una candidatura alla Presidenza della Repubblica. La migliore opposizione possibile, dunque, proviene proprio dall’interno del PDL, da quella costola che ha contribuito alla sua costituzione.
Si respira uno stato d’ansia generalizzato. Nessuno sa cosa succederà e quando. Dal gioco sottile e finissimo in punta di politica dei comunicati stampa degli uni e degli altri, si avrà la scintilla colpevole. Ad uno ad uno le componenti dei finiani prendono il coraggio a due mani e denunciano prima con Bocchino poi con Granata uno stato di cose a loro dire insostenibile. La questione morale all’interno della coalizione. L’eloquio si fa sempre più esplicito. A nulla sembrano servire, anche se fortemente generalizzate, le difese a spada tratta al governo al cospetto di affermazioni addirittura ragionevoli nell’uso dei Probi viri previsto dallo statuto del PDL.
Francamente non si capisce come possa essere “vestita” a modo e secondo l’esigenza del momento, l’opportunità di una dimissione e l’inopportunità di un’altra. Il tutto ha il sapore di una declaratoria, di una sentenza definitiva. Chi ha visto accettate le proprie dimissioni, per esempio Scajola e Brancher, deve sapere che oramai sarà abbandonato alla sua deriva e per sempre. Un po’ come quei giudici ammazzati, quelli sì che combattevano le mafie ed i poteri occulti nel paese, troppo spesso semplicisticamente si sente dire, e perciò li avrebbero eliminati fisicamente.
Insomma, il governo sembra avere quello che Panariello definì “l’avvoltoio sulla spalliera del letto” per significare che la morte della nonna era attesa a momenti.
Il sospetto è che questa linea di difesa del PDL non sia quella giusta. Ma il paese ha bisogno delle riforme denominate “grandi” proprio a sottolinearne la portata storica ed allora ad ogni costo si deve procedere tutto a diritta.
Spesso sono solo parole, sia parole destre sia parole sinistre si capisce, come la riforma della legge elettorale e la riduzione dei parlamentari. Due provvedimenti tanto impopolari da renderli addirittura sconsigliabili e proviamo a spiegare perché.
Su queste due “leve” si sono montate e si montano intere campagne elettorali in quanto fonte di clientelismo formidabile: porti i tuoi voti al partito? Ti candido alle prossime elezioni. E considerando che un solo posto di parlamentare trascina con sé una innumerevole serie di posti di sottogoverno sino ai portaborse, si comprende come nessuno si addosserà questa responsabilità. Neanche quanti predicano il voto di preferenza di forte impatto demagogico sulla credulità popolare. Chi volete che voti il Sg. Rossi ottima persona conosciuto nel quartiere ma non ovunque?
Allora saranno eletti sempre gli stessi anche con quel sistema perché i soliti noti hanno alle spalle i partiti ed i soldini per le campagne elettorali, altro che preferenze e sig. Rossi senza una lira. Ciufoli.
Ebbene, come stanno le cose staremo a vedere, certo non potendo fare altro e non senza evolvere continuamente le nostre deduzioni adattandole alle circostanze ed alle novità giornaliere.

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