Site icon archivio di politicamentecorretto.com

Messaggio culturale e politico: L’Unita’ d’Italia non fu un’impresa facile e per molti secoli impossibile!!!

Prima e dopo l’unita’ d’Italia, per conquistare uno spazio ed essere alla pari con le nazioni che ci precedettero, l’Italia affronto’ molti e duri sacrifici, moti, rivoluzioni, duri scontri bellici e subi’ inevitabilmente un numero notevole di morti. Conseguenze di guerre legate a rivendicazioni territoriali ed a prescindere se erano giuste per l’Italia e non giuste per altre nazioni, ma quello era il prezzo da pagare per raggiungere l’Unita’ d’Italia. Il Regno d’Italia e tutti i Governi avvicendatosi dal 1861 al 1946, ovviamente prima del referendum istituzionale che cambio’ la forma dello Stato monarchico per sostituirlo con uno repubblicano, forse… le intenzioni erano di migliorare la Democrazia gestita nel periodo del Regno d’Italia?

Detto questo, e’ doveroso ricordare alla vigilia delle Celebrazioni del 150mo dell’Unita’ d’Italia, come cronaca politica, il frettoloso referendum, inspiegabilmente voluto che venisse indetto a un anno dalla fine del Secondo Conflitto Mondiale, con un parziale territorio allora non integrato alla sovranita’ nazionale. L’Italia, dovette con rassegnazione, subire l’evento frettoloso perche’ mirato ad escludere dal voto, alcuni milioni di persone e senza una dovuta motivazione che giustificasse il ricorso alle urne e soprattutto senza descrivere sufficientemente cosa fosse nella realta’ lo Stato repubblicano.

La Storia e’ un romanzo? No! E’ un documento di verita’ storica. Il regime Fascista con a Capo del governo, Cav. Benito Mussolini, nella notte 24/25 luglio 1943 fu sfiduciato dal Gran Consiglio, massimo organo del fascismo e da quel momento scomparve dalla scena politica italiana nell’ambito del Regno d’Italia. La Seconda Guerra Mondiale a quella determinata data storica, si supponeva fosse arrivata all’epilogo, perche’ Re Vittorio Emanuele III di Savoia consapevole di essere legato ad un Trattato con la Germania, nello stesso giorno del 25 luglio 1943, con un R. D. nomino’ Il Maresciallo d’Italia, Pietro Badoglio, nuovo Capo del governo che immediatamente fece diramare la diplomatica dichiarazione: “la guerra continua”….

Era evidente e logico che il Re nello stesso istante pensasse ad avviare trattative per una pace separata nei confronti delle nazioni: Francia, Regno Unito e Stati Uniti d’America e successivamente un compromesso per ottenere l’annullamento del Trattato che lo legava militarmente con la Germania. I fatti ipotizzati o ipotizzabili non si tradussero in concreto sia sul fronte con gli angloamericani, che non accettarono la proposta italiana ed offrirono al Re, una resa incondizionata, e fu improponibile il tentativo di interrompere il Trattato militare con una operazione diplomatica che legava l’Italia alla Germania.

Dal 3 settembre 1943 altre conseguenze dovette subire il Regno ed il Popolo Italiano, quello del Nord e del Sud Italia. Anche in questo, la Storia ha ancora molto da raccontare. Comunque non si puo non riconoscere che Re Vittorio Emanuele III di Savoia, ebbe il merito di ottenere la continuita’ dello Stato, nonostante l’Italia tragicamente sconfitta nel Secondo Conflitto Mondiale. La situazione dopo il 1946 lo Stato repubblicano inizio’ un nuovo capitolo e s’integro’ nella Storia d’Italia. La Repubblica Italiana, eredito’ dal Regno d’Italia, l’ Unita’ dello Stato, la ritrovata Patria ed un’ Italia tutta intera capace a difendere i valori piu’ alti e nonostante tutto non muto’ la tradizione Italiana legata alla solidarieta’, ma soprattutto libera ed indipendente.

In questo periodo storico repubblicano, l’Italia si e’ assoggettata a una Democrazia tendenzialmente troppo liberale ed e’ assolutamente necessaria che ristabilisca piu’ ordine e disciplina e soprattutto piu’ controlli nell’amministrazione della cosa pubblica e maggiore severita’ fiscale su tutti i settori della societa’ civile italiana. il governo agisca con fermezza adottando nuove strategie per il debellamento della criminalita’ organizzata, tutt’ora detentrice del monopolio del malaffare e nel traffico internazionale di droghe uno dei mali peggiori che affliggono non solo la societa’ italiana. Quanto detto, perche’ il periodo delle vacche virtualmente grasse si e’ estinto per sempre, tuttavia e’ vero che da oltre cinquant’anni, il popolo in generale, pote’ godere un benessere al di sopra della reale possibilita’ prodotta dall’economia italiana.

Oggi piu’ che mai, serve un nuovo indirizzo politico di unita’ nazionale, piu’ senso dello Stato e l’introduzione della politica del risparmio e nello spendere meglio il denaro pubblico. Piu’ razionali controlli mirati a ridurre al minimo gli sprechi generati dalla macchina organizzativa dello Stato. Riformare l’amministrazione dello Stato, la struttura politica con la riduzione degli stipendi ai parlamentari, meno macchine blu e l’abrogazione delle Province e l’accorpamento di piu’ Comuni consentendone l’allargamento dell’aree comunali per costituirne altri piu’ estesi centri urbani meglio organizzati.

La politica italiana e’ certamente una delle piu’ esigenti ed intransigenti, non sara’ facile risolvere i problemi accumolatosi negli anni, quindi l’Italia dovra’ dotarsi di un governo centrale, forte ed efficiente per controllare il settore nazionale della Sanita’, del Lavoro, della Sicurezza del territorio nazionale e piu’ risorse alle Forze dell’ordine pubblico.

Mantenere e migliorare l’efficienza degli uffici Consolari, particolare attenzione agli Italiani all’estero, che sono risorse incalcolabili e costituiscono di fatto il valore aggiunto per l’economia italiana, piu’ risorse per l’insegnamento della lingua e della cultura italiana, veicoli indispensabili, per rivalutare all’ennesima potenza la nostra storia, la nostra civilta’ romana, cristiana in quanto depositari dall’immenso patrimo- nio artistico che il mondo intero ci invidia e vorrebbe avere. Sostenere lo sviluppo dell’Industria, del Commercio e dell’Artigianato, monitorare il mercato interno ed estero ed il governo costituisca organismi di settore che aiutino con gli strumenti adeguati a risolvere la concorrenza dei mercati internazionali per fare crescere il pil Nazionale. La priorita’ a tutto cio’, che possa produrre ricchezza, fare osservare regole e la legalita’, potenziare l’assistenza sociale emergenziale, per superare qualunque situazione di calamita’. Solidarieta’ alle famiglie numerose, prestare piu’ attenzione a quelle della nuova generazione italiana e vigilare i flussi immigratori exstraeuropei.

Programmare piani di investimenti piu’ coraggiosi a medio e lungo termine quale scopo primario le infrastrutture e adeguate strutture per la costruzione di ponti, gallerie, strade, autostrade ecc., potenziare le ferrovie ed altri finanziamenti per modernizzare il Mezzogiorno d’Italia. Sviluppare le risorse naturali e paesagistici per valorizzare il turismo locale e nazionale. Istituire corsi di formazione professionale ed investire nelle Universita’ e piu’ risorse alle innovazioni ed altri settori impegnati nel campo della ricerca.

Nel 1970, furono costituite le Regioni su livelli amministrativi e non politici. Infatti l’Art. 5 della Costituzione, cosi’ esplicitamente recita: La Repubblica e’ Una ed indivisibile. Non e’ eresia se le Regioni, in quarant’anni dalla loro costituzione, non hanno prodotto alcuna risorsa in positivo e lo spreco smisurato del denaro che contribui’ irresponsabilmente a lievitare il debito pubblico. Quindi, necessario un provvedimento legislativo e politico che possa abrogare i 20 carrozzoni sostituindole con idonee strutture amministrave meno costose e piu’ efficienti per le esigenze degli Enti locali.

Un grave errore da addebitare ai governi di centro-destra e quelli di centro-sinistra che non penalizzarono gli irresponsabili e non premiarono le Regioni virtuose come modello da imitare e per effetto dell’inefficienza ostacolarono lo Stato, togliendo l’autorevolezza e condizionarono i governi disponibili alle politiche del fare e nel distribuire con equilibrio le risorse alle amministrazioni di tutta la nazione.

La politica del centro-destra regge bene alla navigazione per evitare gli scogli seminascosti, pronti a provocare affondamenti, architettando ad arte iniziative ten- denzialmente eversive prive di ogni fondamento, che sviluppa l’inutile giustizialismo costellato da milioni di balle e bugie. I politici, del centro-destra, prima di emettere annunci simili a quelli elettorali, procedano con prudenza quando e’ in gioco la struttura dello Stato ed agiscano con saggezza per evitare fatali rischi al governo che ha le sorti dell’Italia e ha l’obbligo di tutelare gli interessi della nazione e non faccia il salto nel buio con l’introduzione del modello di uno Stato federalista che di fatto equivale la demolizione dello Stato di Diritto, dello Stato unitario, dagli effetti prevedibili negativi dell’immagine e delle potenzialita’ dell’Italia. Con la Monarchia, queste interpretazioni politiche che creano perplessita’, dubbi ed incertezze, non avrebbero mai avuto cittadinanza, perche’ il pensiero di un vero centro-destra, tutte le idee propositive, convergono nell ‘interesse nazionale e non a beneficio di pochi uomini politici di turno, che tra qualche anno esaurito il mandato saranno dimenticati e con ragione anche dalla Storia della politica italiana.

Non ho alcuna intenzione di fare il moralizzatore nei confronti degli addetti ai lavori parlamentari, mi sia permesso di potere obiettare serenamente, lungi da me, sospetti o scenari catastrofistici, e provo a fare un bilancio su come si presenta l’Italia. Molte cose sono frutto della politica del centro-destra e di riferimento nella persona di Silvio Berlusconi ed il merito e’ suo, per essere sceso in campo nel 1994 ed e’ il caso di dirlo ad alta voce, Berlusconi salvo’ l’Italia, che allora fu indifesa, quindi, facile ad essere assoggettata dalla ipotizzabile presa del potere dell’allora partito comunista.

Quest’atto realizzato dai partiti di Forza Italia, Unione Democratica Cristiana, dal Movimento Sociale Italiano e dalla Lega Nord, sbaragliarono con i voti ottenuti tutti i sogni dei signori targati comunisti. Dal quel periodo inizio’ la “via crucis” che gli eversivi abusarono ed abusano la magistrutura, ed inventarono sospetti di ogni genere per defenestrare colui che ruppe le uova nel paniere. Altro esito positivo, compiuto dalla politica di centro-destra con a capo Silvio Berlusconi che nelle elezioni del 2008, sconfisse tutti i gruppi o groppuscoli legati alla politica di stampo comunista e non, e quindi, furono esclusi dal Parlamento Italiano.

Grazie a Berlusconi ed all’opposizione cesso’ la sistematica situazione di formare governi destinati a cadere nell’arco di poco piu’ di una stagione. Questo e’ una vittoria da accreditare alla politica italiana del centro-destra e centro-sinistra perche’ soltanto con la continuita’ dell’intera legislatura i governi possono avere tempo e spazio per concludere cose positive nell’interesse della nazione.

Detto cio’: con lo status di una repubblica che giudico rispettosa e troppo conciliante, insufficiente come struttura di potere politico con un esecutivo che la Democrazia ha voluto fosse debole e talvolta insensibile alla logica nazionale con il Parlamento imbrigliato dal sovraccarico dai mille e mille problemi irrisolti. Mi auguro che dal Popolo Italiano emerga la reazione positiva d’orgoglio nazionale capace di ricreare una nuova era risorgimentale per la difesa dell’Italia. Se malauguratamente, dovesse prevalere il concetto del federalismo, fondato e sostenuto da qualsiasi sconsiderata politica amministrativa, indubbiamente demolira’ per sempre la nostra grande e bella Italia e della amata Patria restera’ soltanto un romantico ricordo.

Quando si evidenzieranno segnali forti di insofferenza politica istituzionale, tutto potra’ accadere ed immaginare la reazione della maggioranza degli italiani con spontanee manifestazioni plebiscitarie ad invocare la Monarchia perche’ capace a difendere la Democrazia senza nulla togliere alla politica del momento storico con le garanzie d’esprimere liberamente il proprio pensiero.

Quindi, lo smantellamento delle 20 Regioni d’Italia, sono necessarie. E’ bene sapere, che il Regno di Sardegna con il Popolo Italiano nel 1861 fondarono il Regno d’Italia e l’Unita’ della Nazione, con l’obbligo di custodirla come la cosa piu’ sacra, per tutti gli Italiani in patria ed all’estero.

L’Italia potrebbe essere governata da un potere democratico, piu’ forte e centrale delegando ove possibile poteri amministrativi nelle aree decentrate. Possibili frazionamenti territoriali o ripartizioni di poteri politici causerebbero nel tempo gravi danni non solo all’Italia meridionale ma alla nazione. Evitare crisi ambientali e socio-politico-culturale col il pericolo di arricchire le Regioni economicamente piu’ solide e danneggiando altre senza risorse in quanto piu’ deboli.

Ora, servono provvedimenti legislativi mirati agli scioglimenti e abrogazioni di determinate Istituzioni ed organismi parassitari dannose per l’ economia dello Stato. I deputati ed i senatori a tempo pieno e sempre presenti ai lavori parlamentari alla Camera ed al Senato della Repubblica. A tutti i parlamentari vietare il doppio ruolo istituzionale nell’ambito dell’amministrazione pubblica. Questo governo ed altri futuri che seguiranno, non dovrebbero tollerare snaturati comportamenti relativi a ministri o singoli parlamentari dei due rami del Parlamento, tali gesti inopportuni non aiutano la formazione politica, danneggia l’etica e l’immagine dell’Italia che lavora e produce.

Se il governo Berlusconi ed il Parlamento dessero attenzione alle poche linee propositive che ho provato a tracciare, non sarebbero necessarie idee ipotizzabili per il federalismo fiscale e tanto meno pensare ad uno Stato federale. Le celebrazioni del 150mo dell’Unita’ d’Italia avranno inizio nel 2011 e tale evento, possa essere per tutti gli italiani e per gli italiani all’estero un momento di gioia e di riflessione affinche’ l’Italia possa essere governata ora e sempre nell’ interesse di tutta la nazione.

Il messaggio culturale politico, all’indirizzo delle quattro piu’ Alte Autorita’ dello Stato: al presidente della Repubblica, On.Giorgio Napolitano, al presidente del Senato della Repubblica, On. Renato Schifani al presidente della Camera dei Deputati, On. Gianfranco Fini ed al presidente del Consiglio dei ministri, On. Silvio Berlusconi. Messaggio esteso ai ministri, ai senatori ed deputati dei due rami del Parlamento Italiano, affinche’ possano riflettere, meditare e valutare con la massima attenzione perche’ supportare piu’ amministrazioni con funzioni politiche regionali equivalgono a notevoli ed incontrollabili costi. Consapevole che la manovra economica approvata dal Senato e la previsione d’essere approvata dal Parlamen- to, quanto descritto come contributo, spero che gli addetti ai lavori nell’ambito del dibattito parlamentare, possano ritenerlo utile.

L’Italia dovra’ rispettare ove possibile, le autonomie locali ed e’ illogico la formazione di troppi governi che abbiano funzione politica nello stesso territorio. 40 anni di esperienze politiche regionali non solo non hanno risolti i reali problemi, ma corresponsabili dell’alzamento del livello del Debito Pubblico. Concludo che la Repubblica ha il diritto e dovere di difendere l’Italia ed il suo Stato unitario ed a qualunque costo la sovranita’ del territorio nazionale.

Boston 23 luglio 2010.

On. Michele Frattallone, presidente del Comitato Tricolore per gli Italiani nel Mondo, Inc. consigliere eletto, membro del Comitato esecutivo e tesoriere del COM.IT.ES., Circoscrizione consolare di Boston.

Exit mobile version