Che si sia ricreduto Sergio Romano?

Sul Corriere della Sera del 21 luglio, Sergio Romano risponde ad un lettore con le seguenti parole: “Berlusconi è presidente del Consiglio di tutti gli italiani, anche di quelli che non lo hanno votato. La Chiesa Cattolica, soprattutto in Italia, ha una straordinaria influenza anche sulla vita di coloro che non aderiscono ai suoi precetti. Tutti quindi abbiamo il diritto di giudicare il governo e la Chiesa”. Precisamente il 20 luglio del 2007, gli scrivevo: “Gentile dott. Sergio Romano…ho notato che, come il solito quando parla di problemi che toccano la sfera religiosa, lei evita accuratamente di dare giudizi personali. Evita accuratamente di dire se la Chiesa sbaglia oppure se sia nel giusto. Eppure sono certa che se dovesse dare un giudizio sul comportamento della Chiesa al tempo, non so, della Inquisizione, lo darebbe chiaramente. Mi sembra, insomma, che lei eviti di esprimere giudizi morali sul comportamento della Chiesa attuale. Mi sbaglio?”. Ed ecco la sua risposta: “Non impartisco consigli alla Chiesa e non la giudico perché riconosco la sua autonomia e cerco di comprendere la logica che ispira le sue decisioni”. Che si sia ricreduto? Però nella risposta al lettore aggiunge: “Ma non vedo quale importanza abbiano Vittorio Emanuele ed Emanuele Filiberto per coloro che non sono monarchici”. Si ricrederà fra tre anni anche riguardo al giudizio sui Savoia?

Veronica Tussi

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