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Afghanistan: l’Idv non si macchia le mani

Autore Antonio Di Pietro

Oggi l’Italia dei Valori ha votato contro il rifinanziamento delle missioni internazionali. Avevamo chiesto al Governo di ritirare la missione in Afghanistan, ma il Governo ha detto di no, così la nostra bocciatura è stata senza appello. Tra l’altro più della metà del budget del decreto finisce in questa cosiddetta “missione” in Afghanistan.
Noi riteniamo sbagliata la nostra permanenza su quel territorio. Siamo andati lì perché parlavano di guerra al terrorismo ma oggi la motivazione non è più così nobile. Adesso c’è in atto una guerra guerreggiata sostenuta dai signori dell’oppio. E quarantadue Paesi, con altrettanti eserciti, sostengono il governo di Karzai che, a sua volta, si appoggia ai trafficanti di droga. In questi ultimi anni, in Afghanistan la produzione dell’oppio è lievitata vertiginosamente e chiaramente la presenza di forze straniere ha solo rassicurato e rafforzato il governo locale su questi traffici nelle strade della morte. Il decreto ha ridotto fortemente i fondi per la cooperazione allo sviluppo, diminuendo la natura umanitaria di queste missioni e rafforzandone il carattere militare. Basti pensare che il contingente italiano presente in quel Paese, al momento, è composto da 3790 unità, che con questo decreto diverranno 3970.

Mi chiedo: non sono bastati tutti questi morti sul campo di guerra afghano? Quante altri ne dobbiamo avere sulla coscienza? Abbiamo perso il conto del numero delle vittime civili e militari di tutte le Nazioni. Eppure, per quanto riguarda il nostro impegno, la Costituzione italiana parla in modo chiaro, all’articolo 11 recita: “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà di altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”. In quei territori c’è una vera e propria guerra e le Camere non hanno mai dato il via libera alla partecipazione dei nostri soldati. Tra l’altro, da un anno a questa parte il Governo, in più occasioni, ha riconosciuto la necessità una exit strategy. Sono state persino snocciolate le date per il rientro: prima si è parlato di un anno, poi del 2011. Ma oggi tutto tace, exit strategy è l’ennesimo termine vuoto. Dove sono finiti quegli ipocriti, pronti ad urlare la propria rabbia davanti ad una bara? Oggi sono silenti, consapevoli che tanto in Italia tutto si dimentica. Esprimo solidarietà e vicinanza ai militari italiani impegnati in tutte le missioni internazionali e riconosco l’importante contributo che hanno dato e continuano a dare. Dico loro: siete l’orgoglio del nostro Paese. Ma al Governo dico: noi dell’Italia dei Valori siamo una forza coerente e responsabile e non vogliamo macchiarci le mani per il crimine in atto in Afghanistan e soprattutto vogliamo che il nostro esercito serva per difendere il nostro Paese da offensiva esterna e non per portare la morte in altri.

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