Adesioni record per l’acqua

Oltre un milione di firme raccolte dal comitato promotore contro la privatizzazione delle risorse idriche. «Un risultato che segna un passo importante nella storia della partecipazione del Paese»

Un milione e 400mila firme raccolte in meno di tre mesi. Il referendum contro la privatizzazione dell’acqua ha totalizzato un numero di adesioni da record. Ad annunciarlo sono i promotori dell’iniziativa, un vasto cartello di associazioni e realtà della società civile che ieri mattina, al termine della manifestazione svoltasi in piazza Navona a Roma per festeggiarne l’esito, hanno depositato le firme raccolte presso la Corte di Cassazione. «È un risultato che segna un passo importante nella storia della democrazia e della partecipazione in questo Paese – dice Paolo Carsetti, segretario nazionale del Forum dei movimenti per l’acqua -. Nessun referendum nella sto-ria repubblicana ha raccolto tante firme». A celebrare il successo della campagna a Roma, erano in tanti: rappresentanti delle associazioni e dei comitati territoriali, ma soprattutto il popolo dell’acqua. Migliaia di volontari impegnati su tutto il territorio nazionale che, a partire dal 25 aprile, hanno organizzato banchetti, manifestazioni e dibattiti per la ripubblicizzazione del servizio idrico. “L’acqua è un bene comune e non può essere af- fidato al libero mercato”. A ricordarlo uno striscione adagiato sui sanpietrini di piazza Navona, dove ieri era stata allestita una diga fatta di scatole: un muro simbolico come a voler fermare la piena delle conseguenze che l’applicazione del decreto Ronchi, sulla privatizzazione della gestione delle risorse idriche, porterebbe con sé. Terminata la raccolta firme, la sfida che il comitato promotore si prefigge, è quella di portare almeno 25 milioni di italiani a votare per i tre “sì” la prossima primavera, quando si terrà il referendum. Un risultato che alla luce di questo «risveglio democratico » sembra «assolutamente raggiungibile».
Al quartier generale dell’acqua pubblica sono in molti a pensarlo. Intanto le associazioni e i comitati territoriali chiedono al Governo «di emanare un provvedimento legislativo che disponga la moratoria degli affidamenti dei servizi idrici previsti dal decreto Ronchi almeno fino alla data di svolgimento del referendum», e alle amministrazioni locali di «non dare corso alle scadenze previste». Un milione e 400mila firme rappresentano una «delegittimazione di qualun-que scelta tesa ad applicare il decreto – spiega il Forum dei movimenti per ’acqua – a maggior ragione per quelle amministrazioni che vogliono addirittura anticiparne le scadenze». L’esito del referendum va difeso. «È un risultato straordinario – puntualizza il presidente nazionale dei Verdi Angelo Bonelli – tanto più e si pensa al boicottaggio delle televisioni che hanno praticamente oscurato questa grande battaglia di civiltà». E aggiunge: «Ora bisogna impedire il sabotaggio di chi farà l’appello per il non voto». I Verdi chiedono che si voti per il referendum sull’acqua nello stesso giorno delle prossime elezioni amministrative «Accorpando le consultazioni – spiega Bonelli – si potrebbe garantire un notevole risparmio economico e consentire a tutti i cittadini di procordonunciarsi sull’aggressione all’acqua come bene pubblico e sulla privatizzazione che farà decuplicare le bollette». Il successo registrato durante la campagna referendaria nutre le speranze di riuscita. È ancora presto per cantare vittoria, ma il popolo dell’acqua è fiero. «Con oltre un milione di firme – dice – comincia l’avventura ».

Rossella Anitori
TERRA

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