PON SICUREZZA. A CASTELLANETA (TA) UN RIFUGIO PER CANI ABBANDONATI SUL TERRENO CONFISCATO AI BOSS

Un rifugio per cani abbandonati gestito da ex detenuti nascerà su un terreno confiscato alla criminalità organizzata nel Comune di Castellaneta, in provincia di Taranto. Al progetto – che ha ricevuto il via libera del Comitato di Valutazione del Programma Operativo Nazionale Sicurezza per lo Sviluppo – Obiettivo Convergenza 2007-2013 – è stato assegnato un finanziamento di 382.902 euro.
Con la realizzazione della struttura, il Comune intende sia recuperare un'area che per la sua collocazione periferica che è spesso interessata da attività illecite (conferimento abusivo rifiuti, atti di vandalismo), sia offrire a categorie deboli opportunità di lavoro e reinserimento nel circuito della legalità. Il canile sorgerà su un terreno di 11.555 metri quadri e verrà gestito da una cooperativa sociale di circa 10 persone fra detenuti ed ex detenuti. In particolare, verranno realizzati un canile sanitario capace di ospitare 30 esemplari e un canile-rifugio da 160 posti per gli animali che non hanno trovato adozione ma hanno superato il periodo di osservazione sanitaria.
Il progetto del Comune di Castellaneta rientra nell'Obiettivo operativo 2.5 del PON Sicurezza “Migliorare la gestione dei beni confiscati alla criminalità organizzata”. Il Programma, di cui è titolare il Ministero dell'Interno – Dipartimento della Pubblica sicurezza e che è cofinanziato dall’Unione Europea, riserva, infatti, grande attenzione alla restituzione dei beni confiscati alla collettività e alla loro riconduzione nel circuito produttivo legale.

Lascia un commento

My Agile Privacy
Questo sito utilizza cookie tecnici e di profilazione. Cliccando su accetta si autorizzano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su rifiuta o la X si rifiutano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su personalizza è possibile selezionare quali cookie di profilazione attivare.
Attenzione: alcune funzionalità di questa pagina potrebbero essere bloccate a seguito delle tue scelte privacy