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Pdl: "Carboni" ardenti e sorci "Verdini"

di Antonio Borghesi

La vicenda è nota. – Flavio Carboni, uomo delle trame, già condannato a 8 anni nell’ambito dell’inchiesta per il crac del Banco Ambrosiano, il giudice tributario Pasquale Lombardi, e l'imprenditore napoletano Arcangelo Martino, sono finiti in carcere per aver costituito, dice la Procura di Roma, un'associazione a delinquere che con la corruzione, l'abuso d'ufficio, la diffamazione e la violenza privata mirava a condizionare “il funzionamento di organi costituzionali e di rilevanza costituzionale” nonché di “apparati della pubblica amministrazione dello Stato e degli enti locali”. Era “una realtà organizzata del tutto corrispondente alla cosiddetta legge della Loggia P2”. Più in piccolo, perciò “Sotto Loggia P2” del 2010.
Della quale faceva parte anche il deputato e coordinatore del Popolo della Libertà Denis Verdini. Verdini «si pone, per la qualità e rilevanza del ruolo, per il suo ripetuto e diretto intervento in reciproco vincolo di solidarietà, per la condivisione d’interessi, come soggetto interno al sodalizio». Avevano organizzato una rete di contatti, larga e profonda, che consentiva a persone vicine al gruppo di essere collocate “in posizioni di rilievo in enti pubblici e apparati dello Stato” ed ottenere “appalti pubblici, provvedimenti giudiziari e amministrativi favorevoli”. Il “gruppo di potere occulto” ha mosso a fini corruttivi 4 milioni di euro ed è stato intercettato al telefono con diversi parlamentari. Tra settembre e ottobre 2009 i tre tentarono l'avvicinamento di alcuni giudici della Corte costituzionale per influire sul giudizio del lodo Alfano (la sospensione del processo penale per le alte cariche dello Stato, in realtà poi bocciato dalla Consulta). Il “clou” dell'attività del gruppo si realizzò il 23 settembre con una riunione – se ne contano sei, prima e dopo – nella splendida casa romana alle pendici del Campidoglio di Denis Verdini, coordinatore del Pdl, già indagato per l'eolico, il filone toscano dell'inchiesta sulla Protezione civile e la ricostruzione all'Aquila. Oltre a Carboni, Lombardi e Martino, quel giorno parteciparono Marcello Dell'Utri (onnipresente quando c’è del losco), il sottosegretario alla Giustizia (e magistrato) Giacomo Caliendo, i magistrati Antonio Martone e Arcibaldo Miller, capo degli Ispettori del Ministero della Giustizia. La contropartita chiesta per tale attività di lobby è la candidatura di Nicola Cosentino alla Regione Campania, come esplicitato in una telefonata di Lombardi allo stesso sottosegretario (‘Stammi a senti’… io mi so’ fatto portare l’olio e te lo porto domani mattina (…) Ci vediamo in Cassazione e facciamo il trasbordo”. Ndr Si parla di “olio” ma si legge “regalo” o “tangente”.) Gli altri episodi contestati sono: il tentativo, a partire da luglio del 2009, di accaparrarsi appalti per la produzione di energia eolica in Sardegna ( il presidente della Sardegna Ugo Cappellacci nomina Ignazio Farris a presidente dell´Agenzia Regionale per l´ambiente nell'isola, così come era nei desiderata di Carboni e Farris, appena nominato, telefona a Carboni e si mette a disposizione: “Adesso bisognerà rimboccarsi le maniche”), attività di interferenza nei confronti di componenti del Consiglio superiore della magistratura per la nomina, ad alcune cariche direttive, di magistrati graditi al sodalizio, tra cui Alfonso Marra, aspirante alla carica di presidente della Corte di Appello di Milano; attività per influire sull'esito del ricorso presentato dalla lista «Per la Lombardia» del presidente Roberto Formigoni contro l'esclusione dalle regionali.
L’Associazione Magistrati protesta (“Non vogliamo magistrati contigui al potente di turno e vicini ai comitati d'affari – hanno dichiarato il presidente dell'Anm Luca Palamara e il segretario generale Giuseppe Cascini, commentando gli ultimi sviluppi dell'inchiesta della procura di Roma per associazione per delinquere -. Vogliamo, invece, magistrati indipendenti e integri la cui attività si affermi nelle aule di giustizia e non nei salotti”.). Ma non sarebbe ora che anche il Consiglio Superiore della Magistratura iniziasse a fare piazza pulita di tanti magistrati dai comportamenti sospetti e riprovevoli? Quando saranno cacciati magistrati come Martone e Miller? Cosa fa Mancino? Dorme?
Bocchino (cioè Fini) chiede la dimissioni di Verdini e dice: “Io penso che Verdini sarà costretto a dimettersi: sarà quello che verrà fuori che lo porterà a dimettersi. Noi abbiamo visto finora solo una parte delle intercettazioni, quella relativa alle responsabilità addebitate agli altri indagati. Ma quando emergeranno le intercettazioni che hanno portato a indagare lo stesso Verdini, è difficile che riesca a resistere”.
Parole che infiammano il partito e vengono definite “sciacallaggio politico” da ex aennini come Amedeo Laboccetta ed Edmondo Cirielli, che chiedono piuttosto la cacciata di Bocchino dal partito, “avendo lui l'unico obiettivo di distruggere l'immagine del Pdl”.

“La cultura del Pdl non è il giustizialismo, nè la condanna preventiva emessa sui mezzi di comunicazione, ma il rispetto della dignità di ogni persona”, dicono Sandro Bondi e Ignazio La Russa, ministri e coordinatori del Pdl insieme a Verdini. Maria Stella Gelmini protesta invece contro i resoconti giornalistici che parlano di un attacco a Verdini nella convention di Liberamente. Ed anche il ministro Michela Brambilla osserva che “in certi casi è sempre più dignitoso e serio tacere che esprimere giudizi affrettati ed ergersi a rappresentanti di metodi giustizialisti. Gettare fango su Verdini è stato un comportamento grave, strumentale e sospetto”. “La dichiarazione dell'onorevole Bocchino di essere a conoscenza dei verbali di intercettazioni riguardanti indagini giudiziarie in corso, che secondo lui saranno pubblicate a breve sui mezzi di comunicazione, secondo il mal costume in voga nel nostro Paese, è di una gravità inaudita”. E' quanto dicono in una nota congiunta Sandro Bondi, coordinatore del Pdl, e Fabrizio Cicchitto, presidente dei deputati del Pdl alla Camera.
E Bocchino precisa: mi riferivo semplicemente all'ordinanza di custodia cautelare nei confronti di Carboni e soci, documento in possesso di tutte le redazioni dei giornali”. “A pagina 50 – spiega invece Bocchino – si parla di un'informativa dei carabinieri di duemila pagine con allegate altre 4000 pagine di atti e documenti, gran parte intercettazioni. Sempre a pagina 50 c'e' scritto che il pm allo stato ha formalizzato richieste solo per il reato associativo e non per i delitti-fine quali corruzione, abuso d'ufficio e altro, chiarendo a pagina quattro di aver utilizzato soltanto le telefonate con parlamentari necessarie a sostenere la misura nei confronti degli altri indagati. Tutto chiaro e limpido pertanto, senza alcun mistero”.

Ma il Pdl non era il “partito dell’amore”?

Ultima notazione: con la nuova legge sulle “intercettazioni” anche di questa vicenda non avremmo saputo nulla!

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