di Marcella Bellocchio
Il mondiale di calcio 2010 sarà ricordato probabilmente per due cose: le
vuvuzelas e Paul, il polpo veggente che dalla Germania prevede i risultati
delle partite. Il Polpo Paul (noto universalmente come Paul The Octopus) è
ormai una vera e propria celebrità marina. Una celebrità che fino a ora ha
azzeccato, scegliendo il cibo fra due urne con bandierina, tutti i risultati
– spopolato su internet il video www.tvblog.it.
Si spengono le luci su questi mondiali che vedono la Spagna campione del
mondo. Cento milioni di persone, incluso quelle che non guardano mai il
calcio hanno seguito con emozione lo svolgersi di questa competizione
mondiale durante un mese intero.
Per i paesi che sono riusciti ad arrivare all'appuntamento in Sud Africa
questo mondiale è stato un momento di comunione identitaria, dove ideologie
e differenze sociali si sono unite momentaneamente in un gesto di
appartenenza.
Questo mondiale è stato lo specchio della società, dimostrando che il mondo
non è piatto, che esistono le differenze, che le diversità sono infinite e
che la globalizzazione è una coperta sottile che comunque lascia trasparire
le differenze nazionali, che vanno oltre l'economia e la finanza.
La Spagna questa notte vince, e speriamo che per un attimo la Catalunya
lasci a parte la sua rivendicazione nazionale, anche se qui in Spagna
proprio in questi giorni siamo in piena movimentazione per lo Statuto della
Catalunya.
Quando la Spagna mercoledì scorso ha portato a casa nella semi finale contro
la Germania uno 0-1, Madrid era in festa ma qui a Barcellona, in Catalunya,
la festa è stata contenuta, discreta, troppo sobria per essere una Spagna in
semifinale.
Ora esco a festeggiare questi mondiali, questa vittoria. In un certo modo
spero di trovarmi di fronte a quel vincolo che lega ogni paese e la sua
gente. Che per tutti gli altri paesi del mondiale è stato un importante
indicatore di coesione sociale e identità nazionale.
Questo mondiale è stato costruttore e distruttore di identità e ha
dimostrato che le diversità sono infinite. Io lo chiamerei il mondiale delle
identità.
Spero che almeno questa notte all'espressione tipica dei Catalani, “we the
catalan”, faccia eco un “we the español”.
Marcella Bellocchio
Inviata dei Lombardi nel Mondo
www.lombardi nel Mondo.org
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