LA FIERA DELL’IPOCRISIA

di Vincenzo Luigi Gullace

Il desolante mondo della politica italiano si arricchisce di inaffidabilità e inconsistenza, con le proteste alla manovra finanziaria ed al provvedimento che dovrebbe riordinare e porre un freno alla miserevole vicenda delle intercettazioni selvagge.

Sembra di trovarsi nel mezzo di una fiera, ma non espositiva , bensì ipocrita ed anticulturale; una triste esposizione di falsi pensieri e pericolose contrapposizioni, dalla quale emerge solo disprezzo e non rispetto.

Parlare di rispetto nelle faccende legate alla politica ed allo sviluppo del paese, significa dare assoluto rilievo alla necessità di riconoscere , sostenere e difendere il concetto civico di libertà; sicuramente è un esercizio vitale di corretta e civile convivenza e può essere uno straordinario indicatore di sviluppo umano e nazionale.

Solo con un tale approccio, l'antica formula di Plotiniana memoria ” … la necessità implica la libertà …”, può trovare corretta e concreta applicazione.L'eccesso di libertà produce effetti nefasti nel tempo, difficilmente arginabili se non si interviene in tempo, pena l'assuefazione a comportamenti morali e materiali che illudono coloro che ne risultano essere destinatari, ovvero il popolo.

Tutti i rappresentanti della politica riconoscono e concordano che l'Italia ha bisogno di una massiccia cura per riprendersi dal declino economico sociale in cui si trova da decenni, ma nessuno in realtà ha il coraggio e l'onestà intellettuale di andare avanti con consapevolezza e certezze, accantonando altre esigenze e logiche di partito, per sostenere senza indugi le priorità dettate dal Paese.

La manovra finanziaria presentata dal Governo, non è concettualmente diversa dalle manovre equivalenti presentate dagli esecutivi passati; in essa si nota chiaramente la necessità di garantire la libertà, e per raggiungere ciò si indica un percorso nuovo, certamente faticoso, ma sicuramente virtuoso.

Le forze politiche che compongono l'opposizione provino per una volta a conquistare voti convinti e non di circostanza, permettendo al Governo di portare avanti le proposte in materia di politica finanziaria con un sereno, deciso e costruttivo confronto, senza incomprensibili proteste e assurdi boicottaggi, come nel caso della riforma scolastica puntualmente ostacolata dall'interno della scuola stessa a tutto discapito degli studenti e della qualità degli studi in genere .

Il tempo dirà se le scelte erano giuste oppure no.Questo stillicidio di contrapposizione pregiudizievole, che ormai si ripete ogni anno, è diventato sinceramente insopportabile ed indegno di un vero paese civile, come nel caso del Decreto sulle intercettazioni .

Ebbene non è necessario ricorrere ad antichi ricordi, per rammentare come lo stesso provvedimento fosse all'ordine del giorno di governi di sinistra, evidentemente molto contrariati dal fuoco nemico, ma specialmente da quello amico, che non esitava a rendere noti vizi privati e pubbliche virtù di tutti , nessuno escluso.
Ora tocca ad un governo di destra procedere nella stessa direzione, ed ecco scoppiare lo scandalo.

Si parla di bavaglio all'informazione, ma non si parla di deontologia professionale e senso di responsabilità degli organi d'informazione, sempre pronti per profumo di audience o amor di tiratura a devastare senza scrupoli in pochi istanti la vita di persone che hanno il naturale nonchè costituzionale diritto di vivere senza agguati codardi alla propria vita e a quella delle proprie famiglie.

La Magistratura ha goduto, e gode tuttora, per la riforma Vassalli che ha reso, tra l'altro, i Magistrati protagonisti incontrastati nell'avvio, nella conduzione e nella gestione delle indagini , incrementando la sudditanza psicologica ed operativa delle forze dell'ordine.

Tutto ciò ha comportato un uso indiscriminato dello strumento dell'intercettazione come fonte investigativa accessoria, quindi facoltativa e non di normale applicazione come invece accade con grande impiego di risorse umane e pubbliche.

Appare dunque chiaro che non è in discussione il ricorso a varie forme di indagine, comprese le intercettazioni, ma il campo di applicazione.Qualcuno dirà che un tale esercizio di rivisitazione delle abitudini sbagliate dei politici riguardo il pensiero ed il metodo di governare e di fare opposizione limiterebbe la democrazia; ci sarà anche di griderà che limitare l'uso delle intercettazioni minerebbe la democrazia.

Io penso però, che l'esercizio ripetuto senza criterio e senza senso di modi di intendere e di volere dal vago sapore medievale, si trasformi inevitabilmente in un possibile abuso del concetto di democrazia ed in conseguente abuso generico di potere.
Vincenzo Luigi Gullace

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