Manifestazione contro il ddl intercettazioni

Il vicepresidente dell’Italia dei Diritti invita a presidiare la manifestazione della FNSI: «Questione di democrazia»

È una questione alchemica: qualunque sia il modo in cui si parla del ddl intercettazioni, gli argomenti saranno inevitabilmente trasformati in polemica politica.

«Si tratta dell’ennesima malefatta a danno dei cittadini, da parte di un Premier che una ne fa e cento ne pensa – tuona Roberto Soldà, vicepresidente dell’Italia dei Diritti – Prima il decreto sulle intercettazioni, poi la manovra finanziaria. Il Governo agisce senza remore, senza pensare ai cittadini e ai loro problemi quotidiani».

Oggi in calendario la manifestazione nazionale indetta dalla Federazione Nazionale della Stampa Italiana contro la cosiddetta «legge bavaglio».

«La sola opposizione parlamentare non basta più ad arginare una maggioranza che si comporta in modo così autarchico – rilancia l’esponente del movimento guidato da Antonello De Pierro –, è la piazza il luogo in cui c’è la gente che vuole dire la sua, e non si può imbavagliare».

Contro la decisione di fissare il terzo passaggio alla Camera il 29 luglio – percepita come éscamotage per limitare ulteriori polemiche politiche – si schiera tutta l’opposizione, dal leader dell’Italia dei Valori, Antonio Di Pietro, che spinge per «accantonare un disegno strutturalmente criminogeno» al capogruppo del Pd alla Camera, Dario Franceschini, che minaccia «durissima opposizione».

«Un provvedimento così importante non può essere discusso in piena estate, sperando nelle defezioni – continua Soldà – non è assolutamente una prassi democratica».

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