Il presidente dell’Italia dei Diritti si scaglia contro Alemanno: “Lo ritengo politicamente responsabile di questo episodio poiché se lui avesse dato ascolto alle nostre reiterate richieste forse tutto ciò non sarebbe accaduto”
Roma, 24 giugno 2010 – Caso di corruzione nell’VIII Municipio di Roma. Tre funzionari dell’ufficio tecnico, per l’esattezza un ingegnere e due geometri, che gestivano le gare d’appalto per i lavori stradali e per la manutenzione negli edifici comunali, sono indagati con l’accusa di concussione. Nei loro riguardi si ipotizza un giro di affari illegali volto a ottenere tangenti dagli imprenditori in cambio della concessione dei lavori pubblici. Perquisiti gli uffici e le case degli indagati mediante un blitz dei vigili urbani dell’VIII Gruppo, diretti dal comandante Antonio Di Maggio, che hanno anche sequestrato computer e documenti cartacei.
Un simile episodio rafforza la validità dell’allarme lanciato più volte e della battaglia civica portata avanti dal movimento extraparlamentare Italia dei Diritti e dal suo presidente Antonello De Pierro, che a gran voce chiede ormai da tempo la rotazione intermunicipale ogni tre anni dei vigili urbani e dei dipendenti degli uffici tecnici comunali di Roma, proprio al fine di ridurre sensibilmente le possibilità di perpetrare reati e illeciti.
Infatti, sul delicato tema della corruzione il gruppo dell’Italia dei Diritti è molto attivo e nel caso specifico è intervenuto nel merito con la sua rappresentanza sul territorio. La responsabile del movimento per l’VIII Municipio di Roma, Antonella Aprile, si è detta “soddisfatta per questa indagine che almeno dà fiducia ai cittadini, troppo spesso vessati dai soprusi delle istituzioni e dei poteri forti che hanno le spalle coperte e scoraggiano a presentare esposti alla procura contro il loro malaffare”. Le fa eco la viceresponsabile dell’organizzazione per la stessa zona, Carmen Vogani, che afferma: “L’VIII Municipio è una realtà periferica molto problematica. Mi sembra prematuro trarre ora delle conclusioni affrettate poiché ci sono delle indagini in corso, ma il fenomeno della corruzione pubblica è allarmante e non mi stupirebbe una piccola Tangentopoli anche nel nostro municipio”. Quanto ai commenti politici sull’accaduto la Vogani si mostra “scandalizzata dal fatto che il minisindaco Massimiliano Lorenzotti non abbia rilasciato nemmeno una dichiarazione in merito, ma ancor più sorpresa di non aver sentito alcun ringraziamento ufficiale del sindaco Alemanno direttamente rivolto al comandante Di Maggio”.
Sulla vicenda ha preso la parola in maniera categorica anche Antonello De Pierro, numero uno dell’Italia dei Diritti, che con una serie di eclatanti iniziative di protesta ha sollevato il problema agli occhi dell’opinione pubblica e delle istituzioni: “Resto attonito di fronte alla gestione amministrativa di Alemanno – esordisce De Pierro –. Lo ritengo politicamente responsabile di questo episodio poiché se lui avesse dato ascolto alle nostre reiterate richieste forse tutto ciò non sarebbe accaduto. Comincio fortemente a temere che il primo cittadino non sia interessato a far rispettare la legalità e la giustizia nella Capitale, dopo averne fatto un cavallo di battaglia della sua propagandistica campagna elettorale”. Poi, il leader del movimento nazionale tesse le lodi del comandante dell’VIII gruppo, Antonio Di Maggio: “Mi congratulo con lui perché è una persona che tiene alto il nome del Corpo dando dimostrazione che la stragrande maggioranza dei vigili urbani lavora onestamente e si batte contro quelle mele marce che vanno debellate, così da garantire l’uguaglianza dei cittadini davanti alla legge e salvaguardare l’immagine stessa della Polizia Municipale”.