Investire nel patrimonio culturale italiano che è vessillo d’onore in tutto il mondo. «I tagli tarpano le ali all’italianità Â»

«Tanti anni di residenza in Svizzera mi hanno fatto toccare con mano, qualora ce ne fosse stato bisogno, la vera importanza della cultura e della lingua italiana nel mondo». Così si è espresso l’on. Antonio Razzi a proposito dei lavori camerali di oggi in discussione: “Esame delle norme recanti disposizioni urgenti in materia di spettacolo ed attività culturali”.

La grave congiuntura economica all’esame del governo, è risaputo, impone severissimi ed indiscriminati tagli mettendo a durissima prova anche tutti gli operatori dello spettacolo e del mondo della cultura in Italia ed all’estero nessuno escluso.

Molte sono le doglianze da parte di quanti si adoperano in questi settori. Non si contano ormai gli interventi in aula da parte dell’on. Razzi a favore di incentivi che promuovessero invece la cultura e la lingua italiana nel mondo come faro sempre acceso su secoli di eccellenze dalla lirica all’insegnamento della lingua italiana, dal teatro alla canzone veicoli insuperabili ed imitati in ogni parte della terra: «come si vuole pretendere –rivolto al ministro Bondi Razzi lamentava in uno dei suoi interventi- di gestire addirittura un ministero che si occupa solo di formalità burocratiche senza proporre né investire neanche un centesimo in cultura?».

Grazie proprio alla pregiata fattura degli uomini e della genialità italiana, della sua storia- sostiene- che ancora resistono presidi inespugnabili di patrimonio storico e culturale italiano ma la preoccupazione è per quanto tempo ancora resisteranno se oggi sono ormai allo stremo.

«Quando si tratta di investire in cultura, spettacolo ed attività culturali nessuno prevede una decretazione d’urgenza chi sa come mai. Stanziare denaro per incentivare e migliorate la situazione dei settori spettacolo e cultura, in Italia e all’estero, significa purtroppo sprecare risorse, ecco perché. Invece occorre responsabilità, lungimiranza di un progetto inteso ad investire in un patrimonio di formidabile consistenza, storica, artistica e letteraria» ha chiosato Razzi.

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