L’ APPELLO DI BUCCHINO A BERLUSCONI IN VISITA IN CANADA : I PROBLEMI DEI NOSTRI EMIGRATI NON POSSONO ESSERE IGNORATI

In occasione dell’imminente visita in Canada del Presidente del Consiglio, Gino Bucchino, deputato PD eletto nella circoscrizione estero – ripartizione Centro Nord America, ha rivolto al Presidente Berlusconi alcune domande relative alle problematiche urgenti riguardanti le nostre collettività residenti nel Paese nordamericano.

“Egregio Signor Presidente del Consiglio,

in occasione della Sua visita in Canada, sebbene consapevole degli importanti impegni internazionali (G8 e G20) ai quali dovrà adempiere, ho ritenuto opportuno informarLa dei problemi prioritari e delle rivendicazioni della nostra comunità in quel Paese, con la speranza che Lei possa valutare la possibilità di trovare le giuste soluzioni.

Qui di seguito Le espongo alcune domande che da tempo attendono risposte chiare e urgenti.

1) Il Parlamento ha approvato, su proposta del suo governo, un decreto legge che proroga di ulteriori due anni (dal 2010 al 2012) le elezioni per rinnovare gli organismi di rappresentanza di base degli italiani all’estero, i Comites e il Cgie. Questa proroga si aggiunge a quella di un anno approvata l’anno scorso: il risultato sarà la delegittimazione e la mortificazione di questi importanti organismi, che avrebbero invece un vitale bisogno di rinnovamento, a partire dall’inserimento delle giovani generazioni di italiani nel mondo.
Il governo intende proseguire in questa politica di proroghe e nel sostegno di proposte di legge che diminuiscono il numero e i poteri dei Comites o si impegna a sostenere la rappresentanza degli italiani nel mondo ridando forza e un ruolo preciso a tali organismi?

2) Presso la Commissione Affari Costituzionali della Camera è tornato il disegno di legge che modifica la normativa sulla concessione della cittadinanza. In quel disegno di legge, gli aspetti riguardanti gli italiani all’estero sono completamente ignorati. Restano così senza risposta le annose e diffuse richieste di riaprire i termini per la concessione, di consentire a chi nato in Italia l’ha perduta di poterla riacquistare, di considerare finalmente le donne soggetti di pieno diritto anche sotto il profilo della trasmissione della cittadinanza, di superare l’odiosa discriminazione tra i figli nati prima dell’entrata in vigore della Costituzione e quelli nati dopo. Quale posizione il Governo prenderà nella discussione della legge sulla cittadinanza?
La grave riduzione dei finanziamenti per i corsi di lingua e cultura italiane all’estero penalizza una richiesta di “italianità” che negli ultimi tempi era in espansione e delude le aspettative delle nuove generazioni. Il Governo si impegna a interrompere la spirale discendente dei finanziamenti in questo campo e a ritornare almeno al livello raggiunto nell’ultima Finanziaria approvata dal Governo di centrosinistra?

3) I tagli delle ultime due Finanziarie stanno contenendo severamente le possibilità operative dei Centri di cultura, che dovrebbero essere, come quelli di nostri partners europei, gli avamposti culturali del Paese in aree di interesse strategico. Quali impegni il Governo assume per mettere gli Istituti di cultura nelle condizioni di svolgere efficacemente il loro ruolo?

4) I tagli previsti dalle due ultime leggi finanziarie hanno colpito l’assistenza diretta degli italiani all’estero e in modo particolare l’assistenza sanitaria. I nostri connazionali da tempo chiedono invece di dare continuità e valorizzare gli interventi volti a garantire agli italiani indigenti la necessaria copertura sanitaria tramite assicurazioni sanitarie e altre forme di assistenza laddove se ne verifichino le condizioni: un sistema sanitario locale insufficiente e la contemporanea disponibilità di società di assicurazione a condizioni adeguate. Cosa intende fare il suo Governo per venire incontro a queste legittime e impellenti richieste?

5) La protezione sociale dei nostri emigrati è certamente una delle priorità che il Governo dovrebbe affrontare. Perché non viene ratificato il nuovo accordo di sicurezza sociale con il Canada (già da anni approvato dal Parlamento canadese) volto a garantire una più equa ed efficace tutela previdenziale?

6) Da molti anni – come denunciamo da tempo – non vengono erogate ai nostri pensionati emigrati, senza alcuna ragione plausibile se non quella di risparmiare e in violazione delle leggi vigenti, due importanti prestazioni pensionistiche: la maggiorazione aggiuntiva e l’importo aggiuntivo. Si tratta di decine di migliaia di euro che potrebbero essere di concreto sostegno per i nostri connazionali più bisognosi, soprattutto in presenza dei pesanti tagli alla voce dell’assistenza. Perché i ministeri competenti non danno disposizione all’Inps di pagare diritti riconosciuti dalle leggi in vigore?

7) Il colpo che si è assestato all’unico strumento di presenza informativa all’estero, RAI Italia, eliminando dalla Convenzione del Governo con la RAI ben 12 milioni di euro, rende incerte e preoccupanti le prospettive del sistema comunicativo italiano verso l’estero. A questo si aggiunge la riduzione del 50% delle somme destinate alla stampa italiana all’estero, che svolge una insostituibile funzione di coesione e promozione comunitaria. Il Governo ha intenzione di reintegrare le risorse così gravemente decurtate? In particolare, si intende ripristinare il notiziario italiano in lingua portoghese, fornito gratuitamente alla rete informativa locale, per fare in modo che l’immagine dell’Italia si estenda e si accrediti?

8) La recente legge finanziaria (DL n.78) ha allungato l’età pensionabile per la vecchiaia. In pratica si andrà in pensione con un anno di ritardo rispetto alla data della maturazione del diritto (quindi 66 anni per gli uomini e 61 per le donne). Il danno per gli italiani residenti all’estero è duplice: infatti non solo viene allungata l’età pensionabile ma non sono previste quelle clausole di salvaguardia che si applicano ai lavoratori italiani residenti in Italia (tra le altre cose la legge prevede che il datore di lavoro non può licenziare il lavoratore fino al momento in cui si apre la finestra per l’accesso alla pensione). Il lavoratore (o la lavoratrice) italiano all’estero invece al compimento dell’età pensionabile dovrà cessare il lavoro e contestualmente non potrà ottenere la pensione italiana se non un anno dopo. Per questi motivi il Governo non crede opportuno esentare gli italiani all’estero dall’allungamento dell’età pensionabile?

9) La manovra finanziaria (DL n. 78) introduce una nuova disposizione sul recupero degli indebiti contributivi e pensionistici. Viene introdotto il meccanismo dell’espropriazione forzata (relativa a beni mobili, immobili ed eventuali crediti) nei confronti di chi non restituisce l’indebito. Il legislatore non ha fatto distinzione tra indebiti contributivi e pensionistici e tra residenti in Italia e residenti all’estero. I pensionati residenti all’estero infatti non sono evasori contributivi ma i loro indebiti si sono costituiti a causa del meccanismo di rilevazione reddituale dell’Inps all’estero che è stato finora lento, sporadico e farraginoso. Se la manovra finanziaria dovesse essere approvata senza modifiche i pensionati italiani residenti all’estero rischierebbero il pignoramento della loro casa in Italia senza avere commesso alcun dolo. Il Governo non ritiene giusto e opportuno escludere i pensionati italiani residenti all’estero dalla norma sull’espropriazione forzata?

La ringrazio per l’attenzione che Vorrà porre alle questioni sollevate e, in attesa di un Suo cortese riscontro, l’occasione mi è gradita per farLe giungere

Distinti saluti

Gino Bucchino
Deputato eletto nella Circoscrizione Estero
Ripartizione Centro-Nord America”

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