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A Pomigliano d’Arco vince, ma non stravince il fronte del ‘sì’ al referendum

Fiat, A Pomigliano vince il sì con 63% voti ma non è plebiscitodi ApcomPomigliano d'Arco, 23 giu. (Apcom) – A Pomigliano d'Arco vince, ma non stravince il fronte del 'sì' al referendum. Sono stati 2.888 voti i voti favorevoli, 1.673 quelli per il 'no', 59 le schede nulle e 22 quelle bianche. Lo spoglio delle schede si è protratto per la notte intera e soltanto poco dopo le 4 si sono conosciuti i risultati definitivi. Il 63% dei lavoratori dello stabilimento Gianbattista Vico e del polo della logistica di Nola si è espresso favorevolmente all'accordo siglato lo scorso 15 giugno da azienda e sindacati, tranne la Fiom, per lo spostamento della produzione della nuova Panda dallo Polonia allo stabilimento napoletano. Nessun plebiscito, dunque, così come si aspettavano tutte le organizzazioni sindacali. Il 36% delle tute blu, infatti, ha scelto di dire 'no'. Una votazione, quella che si è protratta per l'intera giornata di ieri, che ha portato alle urne 4.642 dipendenti su 4.881 aventi diritto, segnando una percentuale di affluenza pari al 95% con un assenteismo al 2,5%. Dato rilevante che segna una massiccia partecipazione, forse la più alta in una consultazione sindacale. Dieci le urne aperte dalle 8 alle 21, di cui nove nello stabilimento di Pomigliano e una in quello di Nola dove su 273 voti, solo 77 sono stati i sì e 192 i no. Un risultato ampiamente preventivato dal momento che i 316 dipendenti del polo della logistica si sono, da sempre, definiti dei 'deportati' perché distaccati dalla sede centrale di Pomigliano. Le operazioni di voto si sono svolte in un clima sereno anche se alcuni delegati della Fiom e lo stesso segretario generale, Maurizio Landini, hanno parlato di “clima di intimidazione” nel quale “la libera volontà dei lavoratori viene coartata e distorta”. Diversi esponenti dei Cobas, inoltre, hanno denunciato di essere venuti a conoscenza di schede elettorali votate e poi fotografate. Difficile adesso capire quale sarà il futuro della fabbrica pomiglianese e se questo risultato abbastanza salomonico possa pesare sulle future decisioni dell'amministratore delegato del Lingotto, Sergio Marchionne che, certamente, avrebbe preferito un voto plebiscitario a favore del sì. Del resto quale fosse la tendenza della consultazione referendaria si era già capita all'ingresso dello stabilimento. Piuttosto bilanciate, infatti, le indicazioni di chi si era recato ai seggi e di chi doveva ancora esprimere la propria preferenza. Alcuni hanno difeso, fino in fondo, il futuro di Pomigliano sottolineando come fosse necessario “sostenere la produzione” e chi, invece, hanno sottolineato l'opportunità di non “ledere i diritti di chi lavora”.

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