IL MOMENTO DEI FATTI

Con l’aria che tira, il momento degli atti dovuti, dei protocolli formali, è finito. Ora la “Squadra” di Berlusconi, dopo non poche polemiche, deve affrontare la partita più importante per l’Italia. Una partita sulla “credibilità” che ci dovrebbe rilanciare in UE e nel mondo. All’Esecutivo non abbiamo mai chiesto “miracoli”, ma gran coerenza si. Coerenza che il Cavaliere stenta ancora a rendere operativa. Nonostante il delicato momento economico ed i contrasti politici tra maggioranza ed opposizione, solo la coesione può avere la meglio sulla sfiducia. Solo mantenendo una linea d’interventi chiaramente manifesta tutto è ancora possibile, senza coerenza, nella migliore delle ipotesi, i problemi sono solo accantonati. La Coalizione PdL/Lega ha già mostrato segnali d’insofferenza. Del resto lo prevedevamo. La squadra di Berlusconi nasce con elementi pescati in realtà politiche assai differenti in voga, quando vivevamo in Prima Repubblica. Così, dopo il tracollo di un sistema politico corrotto, molti uomini di partito si sono riciclati. Disciplinatamente hanno cambiato rotta, ma hanno continuato per la loro strada. Il programma di Berlusconi, quello che c’è stato presentato, al momento del voto, si è dovuto adeguare ai tempi ora ben diversi da quelli in essere prima del voto politico nazionale. Questo per essere ben chiari. Dopo i primi momenti d’euforia, quando la Maggioranza poteva contare su una grande popolarità tra l’elettorato, i “galloni” di statista, Berlusconi se li deve guadagnare sul campo. Non ci sono Santi. Come non ci sono stati per Prodi e compagni. Chi sbaglia, soprattutto in economia, paga. Magari in tempi lunghi, ma paga. Basta dare un’occhiata alla stampa estera per capire, forse meglio, su quale binario corre il treno “Italia”. Di commenti ce ne sarebbero da scrivere molti; certo è che ci stiamo muovendo a scartamento ridotto. L’Europa è chiamata ad affrontare un futuro non privo di sacrifici, ma noi ci stiamo comportando in modo incoerente rispetto agli altri Paesi dell’Unione. Tutte le nostre speranze sembrano concentrate nella bozza di legge finanziaria per il prossimo anno e ci si dimentica che tanti nostri problemi, pur presenti da tempo, non sono mai stati risolti. Si è preferito, almeno sino ad ora, affrontare le questioni essenziali tramite dialoghi tra sordi e ponendo la fiducia come estrema ratio per venirne fuori; pur senza riuscirci. Indubbiamente, nonostante il periodo feriale, la “stangata”, questa volta ci sarà. Le mani in tasca agli italiani non potranno essere evitate proprio a causa di un federalismo, adesso realtà della Repubblica, che non ha tenuto conto delle necessarie compensazioni di un potere centrale ora solo d’origine. I tempi di “Roma ladrona” sono finiti con l’entrata al governo della Lega. Adesso il Paese attende segnali di ripresa per tornare, a pieno titolo, tra i Paesi più sviluppati del globo. Secondo noi, però, PdL e Lega non hanno più i tempi tecnici per concretizzare il loro programma. Buono all’inizio della Legislatura ma disarmonico per la complessità dei tempi in seguito maturati. Senza nessun particolare pessimismo, il 2011, ma soprattutto il 2012, potrà essere l’anno dei fatti concreti indispensabili per ridare fiducia ad una penisola che stenta ad essere Stato europeo, con problematiche assai differenti da quelle nazionali. Ora non ci resta che attendere l’autunno per verificare gli eventi e tirare le relative somme. Restano, in ogni caso, i nostri personali dubbi sul reale superamento di questa crisi che è andata ben oltre le sue componenti economiche.

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