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La webpolitica di Grillo non ci piace…

di Rachele Zinzocchi

Coerenti col principio che Generazione Italia fa la differenza in quanto ascolta e risponde alla Rete, abbiamo notato ieri l’interrogativo postato sulla nostra Pagina Facebook da Stefano Marani Tassinari, tratto da un suo pezzo su : «Ma noi siamo pronti a viverla, a farla la “politica 2.0”?». «Esempi come Grillo» o lo «stesso successo di Generazione Italia» – scrive – farebbero dire «sì». Ma «politica 2.0» non è solo «politica su Internet», bensì «politica nel tempo di Internet», con idee che «corrono veloci, libere e a volte prive di controllo».
Più che d’accordo. La politica ai tempi del web bisogna saperla fare: in un dialogo interattivo, democratico, dove «essere su web» ed «essere su territorio» si richiamino come poli di un circolo virtuoso, esigendo così per la politica in Rete concretezza e realismo, affinché le idee si facciano realtà e la realtà torni in Rete a nutrirsi di idee. Ci vuole equilibrio. Niente propaganda chiusa, né appelli anarchici a presunte rivoluzioni che, al di là della loro legalità, si chiuderebbero anch’esse in idealismo utopico, «privo di controllo».
Per questo non ci piace uno dei “prototipi” citato proprio nel pezzo: Grillo e il “grillismo”. Basta scorrere i titoli degli ultimi post. «Tremorti for Dummies», «Il principio del paraculo» o, peggio, «Dead Berlusconi Walking», video di Marco Travaglio con commenti quasi irripetibili: «Napolitano TRADITORE della patria! I traditori una volta li impiccavano, oggi sono al lavoro per devastare la costituzione» o «Quanto dista Piazzale Loreto da Villa Certosa?».
Un linguaggio in stile Dagospia che farà presa su (certa) gente, ma non è riflessione né dialogo. E poi il recente «La Colata, il partito del cemento che cancella l’Italia»: «un prato non è più un prato, ma un business». Il business sarà forse di Grillo, che ha disseminato il sito di messaggi pubblicitari vari, tra cui anzitutto quelli ai suoi prodotti: i dvd e i libri di Beppegrillo.it acquistabili nell’area «Grillorama», e visibilità speciale per alcuni come «Un Grillo mannaro a Londra» o «VitaminaGrillo».
Anche il “rivoluzionario” Grillo mostra di fare promozione, propaganda: proprio come chi contesta, lasciando agli altri sfoghi anarchici, miranti a decostruire, mai a creare. Per la serie, «che sognino pure».
Non è questa la «politica su Internet» che vogliamo. La voce della Rete deve essere democratica come la democrazia che vuole nel Paese, con proposte concrete e condivise: solo così sarà efficace.

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