Garavini (PD) al convegno sulla condizione sociale degli italiani in Germania all’IIC di Colonia

“Tra gli italiani in Germania si aggravano le forme di disagio sociale”

“Oggi, a più di cinquant’anni dall’arrivo dei primi ‘lavoratori-ospite’ in Germania, gran parte dei nostri connazionali è ancora lungi dal potersi considerare cittadini a pieno titolo, ben integrati nella società tedesca e al contempo consapevoli della propria identità italiana”, L’on. Laura Garavini (Pd) esordisce così il suo intervento al convegno organizzato dall’Unione italiani in Germania per il sociale, dall’Ital-Uil e dalla Uil Pensionati a Colonia. “Si sono addirittura aggravate, negli ultimi anni, quelle forme di disagio sociale che impediscono tuttora agli italiani in Germania di mettere a frutto le loro potenzialità e di integrarsi nella società tedesca in posizioni che corrispondono alle loro reali capacità”. La situazione è “particolarmente problematica” soprattutto per giovani e adulti in età pre-pensionistica che, persa l’occupazione, non riescono più a entrare nel mercato del lavoro.

“A peggiorare la situazione”, ha rimarcato la deputata eletta in Europa, “è proprio la politica attuata dall’attuale Governo italiano, che continua a colpirci con tagli in tutti i settori, distruggendo letteralmente gran parte delle strutture sociali e culturali, dei legami fra l’Italia e la nostra comunità all’estero che si sono instaurati in decenni”. Ad esempio, ha precisato, “le nuove norme previste dalla manovra del Governo per le pensioni e il recupero degli indebiti Inps penalizza severamente ancora una volta gli italiani nel mondo. Dopo i tagli del centrodestra alla scuola, ai corsi di lingua e cultura, all’assistenza e alla rete consolare sono destinate ad aggravarsi ulteriormente le difficoltà per le nostre comunità oltreconfine”.

“Ecco perché”, ha detto la Garavini alla presenza di Romano Bellissima, segretario Generale Uil Pensionati, Agostino Siciliano della segreteria nazionale Uilp e Alberto Sera, presidente della Uim, “si rende necessario non solo valorizzare ancora di più l’associazionismo ma anche e soprattutto rafforzare le reti di protezione sociale in un’ottica più esplicitamente europea”.

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