Attacco al lavoro

di Andrea Sironi

Il Governo e Confindustria continuano la loro incessante opera di stravolgimento del mondo del lavoro, demolendone i più elementari diritti. L’ennesima ghiotta occasione è data dallo stabilimento della FIAT di Pomigliano, che a detta dell’astuto Marchionne è diventato non più produttivo, quindi, o si delocalizza in un paese dell’est europeo, o si deve procedere con un immediato aumento della sua capacità produttiva.

Aumento della capacità produttiva significa da parte di FIAT imporre un contratto aziendale, derogando di fatto i principi del contratto nazionale e del diritto di sciopero.

Nel dettaglio le condizioni che FIAT utilizza come elementi indispensabili per il mantenimento dello stabilimento sono: l’implementazione di 18 turni settimanali sulle linee di montaggio, 120 ore di straordinario obbligatorio, riduzione delle pause dagli attuali quaranta minuti a trenta per ogni turno, possibilità di comandare lo straordinario nella mezz’ora di pausa mensa per i turnisti, possibilità di derogare dalla legge che garantisce pause e riposi in caso di lavoro a turno, sanzioni disciplinari nei confronti delle Organizzazioni sindacali che proclamano iniziative di sciopero e sanzioni nei confronti dei singoli lavoratori che vi aderiscono, fino al licenziamento, facoltà di non applicare le norme del Contratto nazionale che prevedono il pagamento della malattia a carico dell’impresa.

Queste folli condizioni oltre che a ledere irrimediabilmente il contratto nazionale di lavoro, smembrano ulteriormente la già dissestata unità sindacale, infatti Fim-Cisl, Uilm, Fismic e Ugl hanno posto la loro firma avvalorando l’accordo capestro, l’unica sigla sindacale a resistere all’annientamento della dignità del lavoratore è la Fiom, lasciata nuovamente sola a combattere contro un contesto che vuole un mondo del lavoro subordinato ai voleri del potere.

Un accordo, quello proposto dalla FIAT destinato ad azzerare la responsabilità sociale d’impresa in nome di una produzione destinata a saturare un mercato dell’automobile in profondissima crisi. Siamo sicuri che il futuro passi attraverso un aumento della produzione di auto? Si è parlato molto di conversione dello stabilimento di Pomigliano ma nulla è stato fatto, l’auto sembra rimanere ancora un grande affare, ecco perchè l’industria delle energie alternative stenta a decollare.

Stiamo assistendo inermi alla sconfitta della stessa idea di come affrontare le sfide del futuro.

Le urgenze di politiche destinate ad uno sviluppo sostenibile basato sulla crescita economica e sociale capace di integrare qualità della vita ed equità sono state cancellate da ricatti che hanno il solo scopo di mercificare sia il lavoro che il lavoratore.

Non dobbiamo lasciare solo l’unico sindacato in grado di opporsi a questa dirompente strategia anti-sociale, tutte le forze di opposizione sia politica che sociale devono mobilitarsi per dare una nuova voce ai diritti del lavoratore che rischia sempre più di essere alienato, ora tiene banco la FIAT, ma non dimentichiamoci le moltissime altre realtà che non fanno notizia ma che reclamano più potere e più ricchezza a danno dei più deboli.

Andrea Sironi

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