Una strage. Di invisibili.

E’ strage di detenuti in Italia. Ieri altri due suicidi. Trentuno dall’inizio dell’anno. E Alfano annuncia la “separazione delle carriere”…

La drammatica condizione di vita nelle carceri italiane ha spinto al suicido altri due detenuti, nel penitenziario di Lecce e in quello di Opera a Milano. Nei primi sei mesi di questo 2010 ben trentuno persone si sono tolte la vita in carcere. E’ una situazione grave e allarmante della quale un Paese che ama definirsi civile e moderno si dovrebbe vergognare.

Eppure, nonostante tutto questo, quando in Italia si parla di giustizia, in Parlamento o sui giornali, ci si riferisce a tutt’altro, perché altre sono le necessità dell’establishment di questo Paese e perché parlare dei detenuti e della particolare afflizione determinata dal sovraffollamento, non porta voti e forse ne fa perdere a chi vuole giocare tutte le sue carte sulle paure dei cittadini e sul presunto e predeterminato “allarme sicurezza”.

Il Governo in particolare, non pago della forzatura autoritaria sulle intercettazioni, invece di occuparsi della situazione carceraria, annuncia, per bocca del Ministro Alfano, il piano autunnale dell’esecutivo che consiste essenzialmente nella famigerata “separazione delle carriere” presentata ancora una volta come il toccasana per la giustizia malata.

E’ difficile prevedere se il Governo si muoverà davvero in questa direzione o se ci troviamo di fronte all’ennesimo annuncio a scopo diversivo.

Al momento ci vengono in mente un paio di domande : quanti altri detenuti moriranno nel frattempo ? La “separazione delle carriere” ne farà morire di meno ?

Carlo Leoni

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