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Italiani spaccati sulle intercettazioni, ma per il 60% non è una priorità 

di Gianmario Mariniello

Per il 63,8% degli italiani, il ddl sulle intercettazioni non è una priorità. Un dato in costante crescita, di cui la politica dovrebbe tenerne conto.
Lo rivela l’Osservatorio realizzato da Crespi ricerche per Generazione Italia.
Lavoro, Crisi, Sanità e Ambiente sono i temi che più stanno a cuore ai nostri concittadini, spaventati sempre di più da una crisi economica di dimensioni globali.
Da notare il 2,2% degli italiani che auspicano un intervento urgente sulla Giustizia. Un dato minimo, che evidenzia una discrasia tra l’agenda politica e l’agenda del Paese.
La crisi economica preoccupa addirittura l’82,1% dei cittadini. E quelli molto preoccupati sono più del 50%.
Il lavoro è in cima alle preoccupazioni degli italiani, ben il 72,4%. Tre su quattro. Un dato allarmante che dovrebbe far ripensare il Governo, visto che la manovra non prevede misure incisive sul fronte dello sviluppo.
Tornando alle intercettazioni, il paese si mostra diviso. I favorevoli alla legge sono diventati il 40%, un +10 in venti giorni che dimostra come su questo tema il raggiungimento di un compromesso equilibrato sia auspicato dagli italiani più di una contrapposizione forte che lasci tutto così come è. I contrari restano in maggioranza, ma perdono 7 punti ripetto a qualche settimana fa.
Tornando sulle recenti polemiche “leghiste”, quasi il 90% si “sente” italiano. Solo il 10% fornisce una risposta negativa. Un dato inferiore alla percentuale della Lega (14%).
Politica. In lieve rialzo l’ipotetico partito di Fini, dato tra il 9 e l’11, stabili Governo, Premier e Pdl. in rialzo in Pd. Tutto invariato per quanto concerne il giudizio degli elettori del Pdl su Fini e Berlusconi.

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