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Il Kosovo e i lupi nella nebbia

Kosovo: L'ONU in ostaggio

Due giornalisti coraggiosi (esistono ancora per fortuna in Italia) si sono recati nel Kosovo “liberato” dalla Nato e dall’Onu e, ovviamente, dall’Italia ai tempi di D’Alema. La situazione che descrivono è, se possibile, peggiore di prima dell’intervento. L’unico risultato certo è l’ennesima base americana disseminata nel mondo. In Kosovo, come dicono Romano e Ciulla, la mafia è necessaria per mantenere il controllo, organica al potere. Lo stesso copione dello sbarco degli americani in Sicilia nel 1943. Allora gli Alleati insediarono i mafiosi nelle amministrazioni per controllare il territorio e costruirono le loro basi militari. Nulla è cambiato.

Intervista a Giuseppe Ciulla e Vittorio Romano, autori di “Lupi nella nebbia:

G. Ciulla: “Mi chiamo Giuseppe Ciulla, sono un giornalista freelance, lui è Vittorio Romano anche lui un giornalista freelance collaboriamo abitualmente con la RAI, nei momenti liberi scriviamo delle cose, abbiamo scritto questo libro che si intitola “Lupi nella nebbia” edito da Jaca Book, Kosovo, l’ O.N.U. ostaggio di mafie e Stati Uniti, è frutto di un viaggio, di un viaggio- inchiesta in Kosovo. E' sostanzialmente un’inchiesta che prova come per 10 anni il Kosovo che è stato amministrato dalle Nazioni Unite, questa amministrazione abbia prodotto non solo miseria e povertà in questa area, ma soprattutto abbia legittimato una classe dirigente legata a doppio filo alla criminalità organizzata, lo provano una serie di rapporti segreti, di Intelligence che noi abbiamo scoperto e che pubblichiamo nelle pagine di questo libro.

Nazioni Unite,criminalità organizzata (espandi | comprimi)
V. Romano: “Noi siamo rimasti un po’ con la memoria al 1999, quindi l’intervento della NATO, e il bombardamento per 78 giorni sulla Serbia, la “liberazione” del Kosovo, cosa è successo nei 10 anni successivi? Dopo comincia una nuota fase, quella dell’amministrazione dell’O.N.U.. L’O.N.U. amministra tutto, ricostruisce le strade, amministra la giustizia, la polizia di questo Stato o non Stato kosovaro che è grande, per capirci, quanto l’Abruzzo, in questo momento ci sono 14 mila truppe NATO anche se sono in diminuzione in Kosovo però hanno avuto tutti gli strumenti in questi 10 anni per combattere la più grande piaga del Kosovo che è il crimine organizzato, bene cosa abbiamo scoperto in questo viaggio – inchiesta in Kosovo?Tutti gli attuali leader del Kosovo sono dei mafiosi, appartengono a dei clan che trafficano in eroina, in organi addirittura, secondo un rapporto che pubblichiamo in questo libro, Ramush Haradinaj è l’ex Premier, è il più importante trafficante di eroina del paese, questo è scritto nero su bianco su documenti di intelligence che trovate nel libro. Non solo. Purtroppo c’è un enorme scia di sangue che in questi 10 anni sotto l’amministrazione O.N.U. ha coinvolto tutta la politica kosovara, sono morti tutti i testimoni dei processi contro Ramush Haradinaj ma anche contro altri esponenti, c’è un pentito che in questo momento si è auto-accusato di 17 omicidi politici, lavorava per i servizi segreti del partito del Premier Hashim Thaçi. Lui si chiama Nazim Blaca, in questo momento è ascoltato dalle autorità giudiziarie e ha dichiarato di avere ucciso 17 persone con attentati, bombe, omicidi, esclusivamente per motivi politici, tutto questo è successo sotto gli occhi dell’O.N.U. e purtroppo anche della Nato, anche se lì la NATO ha un altro compito, quello di dividere serbi e albanesi altrimenti si scannano! Dal 2008 l’O.N.U., questa gestione ultra-fallimentare del Kosovo, in teoria ha lasciato il Kosovo – in pratica resta ancora nel nord – la situazione dal punto di vista giuridico è estremamente confusa, sono venuti 2.000 tra giudici e poliziotti europei di una missione chiamata EULEX. Cosa dovrebbe fare l’EULEX? Dovrebbe implementare lo stato di diritto, mettere in galera i cattivi, dovrebbe combattere il crimine organizzato. A oggi c’è solo un’inchiesta abbastanza importante che riguarda la politica che è il vero nodo che è quello sui Ministri dei trasporti e sembra si sia già arenata, quindi al momento anche l’EULEX sta seguendo un po’ la scia di quella che è stata la gestione molto fallimentare dell’O.N.U.

La mafia vuole la nebbia come i lupi! (espandi | comprimi)
G. Ciulla: ” “Lupi nella nebbia” è un’espressione che ci ha suggerito un poliziotto. Eravamo sulla collina di Mitrovica che è la vera Berlino di questi giorni. E' una città divisa in due, da una parte a nord ci sono i serbi, in mezzo c’è il fiume, il fiume Ibar, dall’altra parte a sud ci sono i kosovari albanesi. Eravamo su questa collina con questo poliziotto che ci disse: “la mafia vuole la nebbia come i lupi!” Da qui “Lupi nella nebbia”, la nebbia è questa situazione di indeterminatezza per cui i criminali non finiscono in galera,per cui se ci sono delle indagini, se c’è qualche personaggio onesto, qualche poliziotto, qualche investigatore che vuole fare le inchieste viene bloccato dalle Nazioni Unite, questo per esempio lo dice un rapporto dell’OSCE, secondo il quale ci sono state pressioni fortissime da parte degli altissimi vertici delle Nazioni Unite nei confronti non solo dei giudici locali ma degli stessi giudici delle Nazioni Unite che hanno investigato sul crimine organizzato. In particolare venivano bloccate le indagini sensibili, quali sono le indagini sensibili? Sono le indagini che riguardano i più importanti politici kosovari, dal Primo Ministro in giù. Sami Lushtaku per esempio, era il Sindaco di Skenderaj un paesino vicino Mitrovica era un ex combattente dell’UCK l’esercito di liberazione del Kosovo che prima del 1999 era nella black list dei terroristi degli Stati Uniti. Dopodiché gli Stati Uniti e la Nato avevano bisogno di qualcuno che facesse l’operazione di terra e hanno riabilitato l’UCK. Il problema è che l’UCK era una formazione che si autofinanziava attraverso la vendita di eroina, di armi, di organi, questa pratica ha continuato a fare anche una volta che il Kosovo è stato “liberato” anche attraverso l’intervento della Nato. Dicevamo di Sami Lushtaku. Questo Sindaco gira impunemente, minaccia dei giudici, minaccia di morte i giudici, nessuno lo arresta, vengono ordinate delle perquisizioni, bloccate dagli alti vertici delle Nazioni Unite. Il rapporto approfondisce queste cose, ma dice anche che è una pratica usata non soltanto in questo caso, ma usata ripetutamente, da anni, le minacce funzionano non soltanto nei confronti dei giudici dell’O.N.U. ma anche e soprattutto nei confronti dei giudici locali che sono già intimoriti perché l’UCK è una sorta di tempio sacro, è un simulacro, qualcosa da non toccare, è difficile trovare qualcuno che abbia il coraggio di andare contro ex esponenti dell’UCK.

Assassini mafiosi al potere in cambio di favori (espandi | comprimi)
V. Romano: “C’è una frase bellissima che ci hanno detto al cimitero di Meje al cimitero del 27 aprile 1999 dove i serbi hanno trucidato centinaia di albanesi innocenti, questi albanesi davanti alle tombe dei propri cari ci dicevano una frase stupenda: “per noi prima viene Dio, ma subito dopo l’UCK”, Quindi anche per loro forse questo libro sarà un po’ duro, per loro l’UCK sono degli eroi, la verità però è che questi eroi hanno compiuto una serie di crimini atroci pari, se non anche superiori, a quelli dei paramilitari serbi. L’errore è stato quello della Comunità Internazionale di appoggiare questo gruppo all’interno dell’UCK , il più feroce, forse quello con il controllo del territorio più efficace, ma è un controllo basato sulle armi, calcolando che loro hanno ucciso anche diversi presunti collaborazionisti albanesi, presunti. La domanda di fondo è perché? Perché per 10 anni l’O.N.U. ha chiuso gli occhi di fronte al crimine organizzato kosovaro, perché li ha messi al potere? Perché li ha tutelati? Noi non abbiamo una risposta sicura al 100%, siamo cronisti e possiamo dire solo quello che sappiamo al 100%, però un’idea ce la siamo fatta, il numero due delle Nazioni Unite è sempre stato un americano, un esponente del governo americano e il numero due delle Nazioni Unite ha sempre avuto il potere di bloccare le inchieste proprio per Statuto può controllare la giustizia, è un po’ come il Ministro della Giustizia, abbiamo delle mail che pubblichiamo nel libro che erano riservate, adesso non lo sono più, che fanno capire bene quali sono state le pressioni da parte di tutti i numeri due dell’O.N.U. in Kosovo per bloccare i processi e è un dato di fatto che in questo momento in Kosovo ci sia una delle più grandi basi militari americane fuori dai confini. Non sappiamo cosa facciano dentro questa base, non ci si può avvicinare, non abbiamo neanche foto perché non è possibile avvicinarsi con le foto, ma è un dato di fatto innegabile, si trova anche nei documenti ufficiali del Pentagono che questa base per loro è strategica metà tra gli Stati Uniti e il Medio Oriente e il Kosovo potrebbe essere una sorta di giardino un po’ allargato di questa base, cosa avviene lì dentro? Noi non lo sappiamo e non possiamo dirlo, un dato è certo, è stato fatto un accordo con la parte peggiore degli assassini mafiosi, trafficanti di eroina, li abbiamo messi al potere in cambio di qualcosa.”

L’UCK si autofinanzia col traffico organi (espandi | comprimi)
G. Ciulla: “Questo non è un libro che promuove i serbi e boccia gli albanesi kosovari, non era il nostro intento, noi siamo andati lì da cronisti senza pregiudizi, tant’è vero che è un libro che dedica un capitolo intero per esempio a quello che è stato il più grande massacro di civili da parte delle truppe di Milosevicquindi da parte delle truppe serbe nei confronti dei kosovari albanesi, il 27 aprile 1999 quando furono trucidate 376 persone. E' però un libro che accende i riflettori su una parte della verità che ci è stata negata, che è stata negata fino a questo momento all’Occidente, abbiamo sempre considerato buoni gli albanesi, cattivi i serbi, i serbi sono stati cattivi, dopodiché gli albanesi che la NATO e poi le Nazioni Unite hanno legittimato non sono i buoni, non chiaramente la popolazione ma ci riferiamo ai politici che hanno governato fino a questo momento. Un altro caso per esempio che testimonia il fatto che l’UCK si autofinanziasse attraverso la vendita di organi è il caso della Medicus, quest’ultima è una clinica privata gestita da un urologo molto vicino all’attuale Premier Hashim Thaçi, questo urologo è stato arrestato perché i giudici dell’Unione Europea hanno scoperto per caso, che quando un turco casualmente svenne alla frontiera, si stava imbarcando, stava prendendo un aereo per la Turchia, svenne, lo curarono o lui disse: confessò che gli era stato asportato un rene in cambio di 2.000 Euro. Un rene sul mercato nero frutta circa 100 mila Euro, gli investigatori dell’Unione Europea ci hanno detto che questa è una pratica che abbiamo accertato in 5 casi, la stiamo accertando anche in altri 25 casi perché ci sono molti occidentali, soprattutto americani, israeliani che alimentano questo mercato nero. Quello che abbiamo scoperto e che pubblichiamo nel libro è che questa indagine emersa agli inizi del 2009, questa pratica poteva essere interrotta già alcuni anni prima perché c’era stata un’unità speciale delle Nazioni Unite, la F.I.U. (Financial Investigation Unit) e aveva scoperto che questa clinica faceva delle richieste di plasma eccessive alla banca del sangue di Pristina, si sono chiesti perché chiedono così tanto sangue e hanno chiesto alle Nazioni Unite di investigare ancora di più, di aumentare i controlli, non è stato fatto niente, per alcuni anni la cosa è rimasta lì, fin quando casualmente questo turco sviene alla frontiera e confessa questo traffico.
La pratica del traffico di organi era stata scoperta, investigata anche da parte di Carla Del Ponte, l’alto Magistrato per la Corte Internazionale dell’Aia che ha portato sul banco degli imputati anche Ramush Haradinaj e aveva scoperto che c’era una casa denominata Casa Gialla (Yellow House) in Albania a Barrel, dove durante la guerra venivano asportati gli organi non solo a serbi, quindi militari serbi, ma anche a presunti collaborazionisti kosovaro–albanesi, questa pratica è continuata evidentemente anche durante la gestione del protettorato O.N.U.

V. Romano: “Perché è importante parlare di Kosovo oggi? Perché ci insegna come non comportarci negli atti operativi, se noi continuiamo a andare in guerra, bombardare uno Stato, allearci con i criminali sul posto, i trafficanti di eroina, poi gestire tramite il controllo di questi signori della guerra il territorio, non stiamo in una situazione post conflitto, ma pre-conflitto perché creiamo delle ingiustizie che nel giro degli anni si sedimentano e oggi dopo 10 anni, il Kosovo è un territorio povero, amministrato dalla mafia, tenuto calmo solo da soldi dell’Unione Europea e militari della NATO, questa è una situazione non a 10 anni dal conflitto, ma prima di un altro conflitto, se noi continuiamo a allearci con i criminali e li facciamo alleati dell’occidente, anche la popolazione civile vedrà poi nell’occidente un nemico!”

Ps. Mercoledì 16 giugno alle ore 18.30, presso la libreria Feltrinelli di piazza Duomo a Milano, Giuseppe Ciulla e Vittorio Romano, autori di “Lupi nella nebbia“, presenteranno il loro libro.

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