Sparirà  presto l’Euro? Mettetevi la Parannanza

Articolo di economia, geopolitica della sparizione …La traduzione è di Vanesa Volpe, un’ Amica conosciuta su Facebook, a volte succede che anche le donne non pettinano le bambole e smacchiano i giaguari, mantenendo la Parannanza, per evitare pericolosi rimbalzi.Si da il caso che la CIA, ricorda che le donne afghane sono lo strumento più potente per aumentare il consenso alla guerra. “Opportunità televisive in cui donne afghane condividano le loro storie con donne francesi, tedesche o di altri Paesi europei possono rovesciare lo scetticismo delle donne verso la missione militare”; donne che …sono contrarie alla guerra in maniera nettamente superiore agli uomini.

Doriana Goracci

“Si porta in tavola una torta di mele con su piantate venti candele e lo spumante dell’anno scorso, tenuto in frigo, rimasto lì.
Si porta in tavola la commozione tutti i ricordi di giovinezza, la ruota gira, gira il timone fa capolino un po’ di tristezza.
Fa capolino un poco di rabbia, fa capolino una vita schifosa, fa capolino il giorno in cui mamma diede il suo frutto di giovane sposa. Eccolo lì il mio ragazzo, eccolo lì giovane e forte, non avrà mai paura della morte non farà mai la mia sporca vita. E la guerra non c’è più ormai, la guerra è finita.” Claudio Lolli 1973

GEOPOLITICA DELLA SPARIZIONE DELL’EURO

Sparirà presto l’euro?

di Pierre Charasse

Nella massa di informazioni che circolano sulla crisi dell’euro non è facile cogliere i fenomeni di fondo che si stanno producendo. Per questo, è importante fare un passo indietro, collocare questa crisi nel corso degli avvenimenti degli ultimi 20 anni dopo la caduta dell’Unione Sovietica e proiettare uno sguardo geopolitico a medio e lungo termine.

La crisi greca ha confermato, se fosse necessario, che l’Europa come unione politica ormai non esiste. Nelle ultime settimane, l’UE ha rivelato al resto del mondo la sua estrema debolezza. L’euro non ha resistito alle offensive di ogni tipo che ha sofferto negli ultimi mesi, nonostante sia la moneta di una delle regioni più ricche e industrializzate del mondo. Alla prima grande crisi finanziaria mondiale dell’era della globalizzazione, è saltato all’occhio che la moneta europea non poteva sopportare le turbolenza del mercato e gli attacchi degli speculatori, semplicemente perché non aveva il sostegno di un sistema politico solido e coerente.

Gli ideologi ultraliberali che hanno inventato la moneta europea hanno deciso di applicare con rigore il principio del laisser-faire, vietando ai governi di intervenire nelle politiche della BCE. I governi della zona euro si sono auto mutilati quando hanno accettato il dogma dell’indipendenza della BCE, rinunciando a qualsiasi possibilità di assoggettare le politiche finanziarie a condizioni politiche.

Dopo molte discussioni si è presentato come un gran passo in avanti la decisione di costituire un fondo di riscatto di 440 mila milioni di euro. E nessun governo, vedendo il disastro sociale che producono i piani di aggiustamento imposti dalla BCE e dal FMI ha voluto opporre le sue politiche volte a contrastare la “Doxa” ultraliberale.

Quello che non vede l’opinione pubblica europea in generale è che l’intervento del FMI, Stati Uniti, da loro il diritto di intervenire nell’economia europea. Tutte le decisioni del FMI richiedono necessariamente l’approvazione del governo statunitense se non sono direttamente ispirate da esso. Nell’ambito della riforma dei diritti di voto del FMI annunciata al summit del G-20, gli Stati Uniti conservano intatta una minoranza di controllo di un 16% dei voti. All’UE è stato chiesto di ridurre la sua parte per poter aumentare la quota dei paesi emergenti.
Il presidente Obama esercita pienamente il potere che gli dà la nuova architettura finanziaria internazionale, chiamata governabilità mondiale, ed esige che la Grecia ed altri paesi europei abbassino gli stipendi dei funzionari, che riformino le pensioni e che diminuiscano la spesa pubblica in generale.
E gli europei obbediscono.

Con la crisi finanziaria europea, si sta facendo un passo in più verso la sottomissione dell’Europa. Con il Trattato di Lisbona, l’Europa ha consegnato la sua difesa all’Organizzazione del Trattato dell’Atlantico del Nord (NATO): è finito il vecchio sogno di una difesa europea indipendente. E adesso con una politica finanziaria controllata dal FMI, l’UE ha rinunciato ad un pilastro essenziale della sua indipendenza.
Senza la difesa e la moneta, non le resta nulla per affermare la sua indipendenza dentro il blocco occidentale e di fronte al mondo.

In questo contesto, sembra logico che l’euro tenda ad avvicinarsi alla parità con il dollaro. Si parla nei circoli finanziari di una possibile dollarizzazione della zona euro. Tecnicamente conviene ai grandi paesi industrializzati dell’Europa per recuperare la sua competitività economica ,castigata nell’ultimo decennio da un euro forte. Politicamente, conviene agli USA eliminare una moneta rivale del dollaro di fronte alla Cina ed ad altri grandi paesi emergenti. I nuovi membri dell’UE vedono di buon occhio la dolarizzazione dell’Europa, che sarà per loro una garanzia supplementare e di contare sul riparo statunitense, come per la difesa di fronte alla Russia, il suo nemico da sempre.

Il direttore del FMI, Dominique Strauss Kahn, fa spesso riferimento al bisogno di una moneta mondiale, conseguenza logica della globalizzazione economica e finanziaria. A Zurigo, il 12 maggio, ha fatto un crichiamo alla solidarietà a favore della creazione di una Banca Centrale Mondiale con una moneta mondiale. In Francia il segretario di Stato per l’Europa, Pierre Lellouche, instancabile militante atlantista, ha annunciato trionfalmente che nel piano monetario si è arrivati ad un meccanismo di solidarietà automatico identico a quello che prevede l’articolo 5 del Trattato della NATO. Con questo si dà l’ultimo tocco alla costruzione di una filale europeo del territorio statunitense per formare un blocco perfettamente omogeneo sotto la leadership di Washington. Dalla sua elezione, il presidente Barack Obama chiede ai suoi alleati di chiudere le file per affrontare le “nuove minacce mondiali”.

Un altro effetto della crisi, i piani di aggiustamento strutturali imposti come cura avranno come conseguenza, a breve termine, la “Tatcherizzazione” dell’Europa continentale, cioè la fine del modello sociale europeo. La Gran Bretagna, alleato incondizionato degli USA, non membro dell’eurozona con la sterlina, sarà il grande vincitore di questa crisi, con l’imposizione del suo modello economico e finanziario per tutta l’Europa, e il rafforzamento della City, come piazza finanziaria impermeabile a tutti gli tentativi di regolamentazione proposti per prevenire nuove catastrofi finanziarie mondiali.

Con la dollarizzazione dell’Europa si chiuderà il capitolo della storia moderna aperto con la caduta del campo socialista. Per la corrente atlantista europea, attualmente maggioritaria, la sparizione dell’Europa come attore politico e finanziario autonomo è il prezzo da pagare perché l’Occidente continui a controllare il mondo di fronte ai paesi emergenti.

Pierre Charasse, diplomatico, ex ambasciatore, ha lavorato nel Ministero degli Affari Esteri francesi tra il 1972 e il 2009. Ha occupato diversi incarichi nelle ambasciate della Repubblica francese a Mosca, Guatemala, La Habana e Messico. E’ stato consigliere tecnico nel gabinetto di Claude Cheysson, ministro degli interni e di Pierre Joxe, ministro degli interni tra il 1984 e 1986. E’ stato Console generale a Napoli e Barcellona, ambasciatore in Uruguay, Pakistan e Perù, ambasciatore itinerante incaricato di cooperazione internazionale contro il crimine organizzato e la corruzione tra il 2000 ed il 2003, così come capo della delegazione francese nella Conferenza delle Nazioni Unite sul commercio illecito di armi leggere e di piccolo calibro (New York, 2000-2001), Segretario Generale alla Conferenza ministeriale “Le vie della droga dell’Asia Centrale all’Europa” –aprile 2003- e Ministro Plenipotenziario dal 1998

Traduzione: Vanesa Volpe

Fonte: “Tatcherizzazione” dell’Europa continentale

Fonte: http://www.jornada.unam.mx/2010/06/05/index.php?section=opinion&article=022a1mun

Tutto il futuro riassunto in una coppia di numeri ed un termine tecnico: 20:80 e “tittytainment“

Il primo indica che solo il 20% della popolazione avrà un lavoro, è la mano d’opera che serve affinchè il sistema capitalista continui a funzionare. Il resto,l’80% sarà senza lavoro ma per loro esistirà il tittytainment, parola creata da Brzezinski, che si occupa di questione geostrategiche e fondatore della Trilaterale, parola che indica intrattenimento atto ad intontire ed un’alimentazione sufficiente- questa è la sua opinione-che basteranno per tenere su di morale la popolazione frustrata dal mondo.

*Liberamente tratto da: La trappola della globalizzazione.

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