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Il telecomando come uno scettro

Autore Pancho Pardi

Con la più inverosimile faccia di bronzo, Berlusconi sostiene che la Rai è faziosa, e in effetti lo è: ormai imbottita di dirigenti Mediaset, svolge da anni un vero e proprio servizio privato a vantaggio del Presidente del Consiglio, con l'eccezione lodevole di alcuni programmi indipendenti, che però non possono a controbilanciare l'impero proprietario esercitato sulla rete pubblica. Senza contare le vessazioni che quotidianamente subiscono i programmi “invisi al premier”: mi riferisco ad Annozero, che nel corso dell'anno è stato oggetto di contestazioni politiche e interne all'azienda, Parla con me, Glob, e il progetto di lavoro di Fabio Fazio e Roberto Saviano “Vieni via con me”. La sola proposta dei contenuti deve aver messo in preallarme i piani alti di Viale Mazzini, tanto da prevederne la decapitazione ex nunc. Come a far capire da subito chi comanda e vigila sulla libertà d'espressione.

Berlusconi rappresentava già un' anomalia con il suo conflitto di interessi – stranoto dal suo primo governo e malamente affrontato nel corso dei sedici anni in cui si è dedicato all' “azienda Italia” – ma la minaccia di non siglare il contratto di servizio aggiunge qualcosa in più. Con le dimissioni di Scajola, Berlusconi ha assunto l'interim del Ministero dello Sviluppo Economico, attribuendosi quindi anche delicatissime competenze in materia di comunicazioni, tra queste, anche la sigla del contratto di servizio con la Rai, cioè la base dei rapporti tra l'azienda e il ministero. E' una fotografia impietosa, che denuncia un colossale ed eclatante controllo sull'informazione e sui media. Tutti i media: il solo pensiero che da ministro dello sviluppo economico, Berlusconi dovrà occuparsi dell'eventuale sbarco di Sky sul digitale terrestre fa presagire l'esito della vicenda.

Come ha svelato l'inchiesta l'inchiesta di Trani con le sue sacrosante intercettazioni: il Premier usa il telecomando come uno scettro: quando cambia programma lo fa davvero: telefona al Direttore Generale della Rai, ai commissari dell'Agcom, ai membri della Commissione di Vigilanza, e tutti obbediscono pedissequamente. Nemmeno nello Zimbawe, per citare il direttore Masi.

Oggi, con le sue dichiarazioni presto smentite da Bonaiuti, Berlusconi ha fatto un passo avanti: dall'intimità delle telefonate alla luce del sole. Non chiede al telefono, ma candidamente dispone: quello che non gli piace e non lo vezzeggia va eliminato. Manu militari. Per uscire dalla farsa, il Premier ha una sola possibilità: lasciare l'interim del ministero e trovare una nuovo ministro, che svolga il ruolo con serietà. Tuttavia, sappiamo bene che è impossibile; entrerà nell'Esecutivo l'ennesimo servo, che eseguirà gli ordini del capo.

La soluzione definitiva è solo una: fuori Berlusconi dalla Rai, fuori i partiti dalla Rai.

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