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BOLOGNA – Quartiere Santo Stefano: l’Amministrazione del Quartiere non paga le Stradinfesta 2009. L’ex Presidente Mioni, del PdL, provvede a saldare di tasca propria

In un periodo di scandali e corruzione pagare di tasca propria è quasi un mito.

La mosca bianca è l’ex Presidente del Quartiere Santo Stefano Giuseppe Maria Mioni, del PdL.

Santo Stefano è stato l'unico quartiere preso dal PdL nella rossa Bologna lo scorso anno in occasione delle elezioni comunali, quelle vinte da Delbono del PD. Fu proprio Giuseppe Maria Mioni ad essere eletto Presidente di quel bel quartiere bolognese (con il voto favorevole di 13 consiglieri su 18), dopo aver contribuito al successo della lista di centrodestra (Pdl + Lega + Lista Cazzola) che al Quartiere Santo Stefano ha raggiunto il primato cittadino con il risultato del 36,38 %.

Mioni, tra i fondatori di Forza Italia, consigliere comunale durante le giunte Vitali e Guazzaloca, Presidente della Commissione “Cultura, Istruzione e Sport” negli anni di Guazzaloca, ideatore di iniziative culturali di successo come “Le Felsinarie”, che hanno portato a Bologna oltre 170.000 spettatori italiani e stranieri, con l'elezione a Presidente del Quartiere Santo Stefano ha conquistato l'unica carica politica di governo che il centrodestra sia riuscito a ricoprire nell'Amministrazione bolognese nel corso degli ultimi 6 anni dominati dallo schieramento di centrosinistra.

Le recenti dimissioni del Sindaco Delbono e la caduta della sua giunta con la conseguente nomina del Commissario straordinario Annamaria Cancellieri, hanno portato all'azzeramento non solo delle cariche comunali, ma anche di tutte le nomine effettuate nei quartieri.

Di fronte alle farraginose adduzioni della Direzione amministrativa del Quartiere per non pagare i conti delle Stradinfesta Stefaniane del Dicembre 2009, manifestazione organizzata per coinvolgere e vivere una intera giornata di rivitalizzazione in mezzo ai cittadini ed agli esercizi commerciali del Quartiere, che ottenne peraltro un notevole successo ed unanimi consensi, Mioni ha messo mano al proprio portafoglio ed ha pagato direttamente i 5.000 euro dovuti agli artisti ed ai gruppi partecipanti, che, regolarmente autorizzati, attendevano da mesi il saldo per la loro partecipazione e che probabilmente avrebbero dovuto attendere chissà quanto altro tempo per avere soddisfazione per il loro impegno.

“Non è giusto” ha detto Mioni “che per inefficienze burocratiche, non peraltro di mia responsabilità, ma della Direzione amministrativa competente e che sono venute alla luce stranamente solo dopo la mia uscita di scena mentre prima era tutto regolarmente acquisito, ora ne debbano soffrire le associazioni e gli artisti che hanno dato il loro più che valido contributo ad una Festa voluta ed organizzata dal Quartiere e non da singole autonomie, in cui, tra l’altro, sono stati raccolti fondi per la Basilica di Santo Stefano e si è celebrato il 150° Anniversario della consegna del Nobel a Marconi con una gara tra le vetrine. In attesa che si faccia chiarezza sulla vicenda, peraltro ufficialmente e contabilmente a suo tempo deliberata, non ritengo plausibile che chi ha prestato diligentemente la propria opera, anche con ottimi risultati per quanto riguarda la riuscita della manifestazione, debba vedersi rifiutare quanto gli è dovuto. Questa è l’occasione per ribadire che l’assenza di una dirigenza politica nei Quartieri è deleteria per il corretto funzionamento dell’intero apparato e per la tutela delle esigenze dei cittadini residenti, privati di un contatto diretto e di una partecipazione attiva alla ricerca delle soluzioni alle loro problematiche. […] E’ solo auspicabile che con le prossime elezioni amministrative si possa riprendere quel percorso faticosamente impostato nel precedente mandato e che ora rischia di essere compromesso perché i Quartieri si trovano ad essere un corpo senza testa”.

Mioni non è peraltro nuovo a queste prese di posizione, avendo, durante il suo mandato, donato personalmente in regalo per un valore di oltre 7.000 euro al Quartiere mobili ed arredi che necessitavano e non potevano essere acquistati.

In allegato l'articolo dedicato alla vicenda dal

Corriere della Sera di Bologna

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