BERLUSCONI: La nostra Costituzione e’ datata

“Sulle imprese la Costituzione e’ molto datata, si parla molto di lavoro e quasi mai di impresa, che e’ citata solo nell’art. 41. E non e’ mai citata la parola mercato”. Lo ha affermato Silvio Berlusconi che e’ intervenuto davanti alla platea e al presidente di Confartigianato.

“Intendiamo mettere fine a quella processione delle autorita’ che vengono a controllare in tempi diversi su ogni particolare e intendiamo passare a una verifica unica con un’amministrazione capofila che entro due mesi, se risultano difformita’ rispetto alle regole, concordi con l’imprenditore cosa fare, come farlo e in che tempi farlo. Vogliamo passare a una amministrazione pubblica che capisca che il controllo non significa Stato di Polizia ma significa e deve significare aiutare chi fa impresa a fare le cose come vanno fatte. e vogliamo fare tutto questo presto. Vogliamo una stagione di liberalizzazione della liberta’ d’impresa. Per arrivare a questo risultato abbiamo due progetti: primo lo Statuto delle imprese e poi la proposta che viene da Tremonti di sospendere per due-tre anni tutte le autorizzazioni e gli atti richiesti prima di aprire un’attivita’ e per fare questo e’ necessario riscrivere l’articolo 41 e allargarne gli spazi di liberta’. Sotto questo profilo la Costituzione e’ molto datata, non si parla quasi mai di impresa e mai una sola volta e’ citata la parola mercato”.

Alla fine del suo intervento, il presidente del Consiglio e’ ritornato sul palco per sottolineare:
“In Italia non c’e’ solo l’oppressione giudiziaria e fiscale, ma c’e’ anche un’oppressione burocratica. Siamo il Paese europeo con il piu’ alto tasso di imprenditori, ma anche il Paese dove e’ piu’ difficile fare impresa, perche’ dagli anni ’70 la politica e’ stata dominata da una certa cultura, la cultura comunista, improntata al sospetto verso l’uomo e le sue iniziative.

Se uno fa impresa per loro e’ un truffatore per definizione, un evasore e uno sfruttatore degli altri, sempre per definizione. Sappiamo che non e’ cosi’ nella realta’ e per la cultura del governo e di questa maggioranza. Per noi gli imprenditori non sono quelli dipinti da Scalfari domenica scorsa su ’Repubblica’, ma sono quelle persone che mettono in gioco la loro liberta’, la loro responsabilita’ e il loro patrimonio ogni giorno. Sono quelli che rischiano in proprio per creare la ricchezza e lavoro”.

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