La legge sulle intercettazioni potrebbe essere la tomba di Berlusconi

«Poniamo il caso che in costanza di legge venga pubblicata una intercettazione nella quale il Presidente del Consiglio non faccia, diciamo così, proprio una bella figura…»

La maggior parte del mondo della informazione ha giurato la disobbedienza civile. Si sottovaluta questo aspetto della questione che è, di per sé, di gran lunga più rilevante della legge stessa.
Con la disobbedienza civile posta in essere, con la volontà di informare fatti e circostanze pubbliche nonostante una legge ne impedisse la pubblicazione, pone dei problemi serissimi al governo e a Silvio Berlusconi in prima persona. Lasciamo stare se questa legge sia o no incostituzionale, se potrà mai essere messa in funzione, qui in gioco è la vita politica del PdL e del suo Leader. Siamo nel campo delle ipotesi, si capisce, delle eventualità.
Poniamo il caso che in costanza di legge venga pubblicata una intercettazione nella quale il Presidente del Consiglio non faccia, diciamo così, proprio una bella figura, e poniamo il caso che questa intercettazione faccia il giro del mondo, cosa penserà l’opinione pubblica mondiale ed i cittadini italiani? Si dirà che ora sono noti i motivi del perché sia stato voluto ad ogni costo il provvedimento sulle intercettazioni: per mascherare le marachelle del Presidente del Consiglio. In questo caso questa legge non converrebbe a Silvio Berlusconi perché taglierebbe di netto la testa al governo facendo un regalo inaspettato alla opposizione. Metterebbe il Premier direttamente nella sua tomba politica. Una eutanasia del Pdl in pratica. Questa sarebbe proprio definita la classica gocciolina che farebbe traboccare un vaso che i detrattori di Berlusconi reputano strapieno ormai da tanto ma tanto tempo. In realtà si tratta di un’arma micidiale e definitiva posta nelle mani della opposizione perché se intercettazioni esistono e sono in giro, prima o poi usciranno fuori questo è sicuro. Chi ne è in possesso aspetta solo di venderle al miglior offerente. Per mettere fuori gioco Silvio Berlusconi si sa, non si baderà a spese.
La stampa, l’informazione per il 99% dunque, continuerà come nulla fosse ad informare ignorando i precetti della legge Alfano. Il risultato sarà una massa di inquisiti la cui portata sarà pari a quella delle maree in agitazione. Non si parlerà d’altro ogni giorno, dei nomi dei giornalisti denunciati e degli editori inquisiti. Ma sarà una marea enorme per cui quel mal comune sarà solo un gaudio generalizzato di tutta una intera categoria. Anzi sarà una corsa sfrenata a farsi inquisire per fierezza, orgoglio e amor proprio. Chi non sarà stato inquisito si sentirà fuori dal giro buono.
Ma il Presidente del Consiglio non teme una tale eventualità, la sua sicurezza è senza ombra di dubbio ferrea ma…

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