C’era una volta l’articolo 21

di Leoluca Orlando

Sul ddl intercettazioni stiamo assistendo a un'operazione di maquillage che l'Italia dei Valori denuncia con forza. Il nostro dissenso verso questa legge vergogna rimane netto e senza tentennamenti. E' un no di principio. E' un no alla difficoltà ad intercettare che questo Governo vuole imporre alla magistratura. E' un no al bavaglio che Berlusconi e i suoi fedelissimi vogliono imporre alla stampa.

Nell'ultimo periodo mi chiedo spesso se l'articolo 21 della Costituzione, quello che definisce la stampa non soggetta a censure, esista ancora oppure no.
E' un dubbio sempre più consistente, considerato che la libertà di informare ed essere informati, purtroppo per il nostro Paese, è sempre più sottoposta a lacci e laccioli.
Adesso il Governo cerca di indorare la pillola sul Ddl Alfano stralciando la norma sugli 007. Ma è un gioco che non ci convince. Prima lanciano la bomba. Poi, dopo aver fatto tanti feriti, se ne escono dicendo: “La seconda bomba non la lanciamo più”.
In realtà le mosse di questo Governo sono ormai chiare a tutti. Non sorprende, ad esempio, l'ultimo caso relativo alle trasmissioni in Rai di Roberto Saviano.

La Rai è ormai diventata la stalla di Arcore, e il direttore della Rai è il suo stalliere. Si rivela nel direttore generale una preoccupante perdita di autorevolezza e credibilità. Chiediamo al ministro delle Comunicazioni se ritenga di farsi promotore di una modifica del contratto di servizio con la Rai per poter in futuro consentire la rimozione del direttore generale quando si rivelino palesi atti d’insufficiente competenza e autorevolezza.

E' vergognoso chiedere di oscurare uno com Roberto Saviano, pensando che possa offendere l'Italia andando in tv. Mentre nessuno chiede di oscurare gente come il presidente del Consiglio, che offende il Paese quotidianamente.

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