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QUANDO LE NOVITA’CI SONO

“Nessuna nuova, buona nuova”. Il detto, saggezza dei popoli, è ben noto nella nostra penisola. Ma, quando le “nuove”ci sono, appare importante fare spazio prprio al fronte socio/politico nazionale che ha registrato una sensibile e controversa evoluzione a pochi giorni dall’inizio dell’estate. Nonostante la crisi preannunciata ed il periodo feriale al quale non intende rinunciare assolutamente almeno il 60% della forza lavoro nazionale, l’Italia si trova ad un bivio interno ed internazionale. E’ inutile minimizzare questa realtà della quale, in ogni caso, ci dovremmo sentire tutti coinvolti. Anche perché, col prossimo settembre, l’attività Parlamentare non ci trovi impreparati ad affrontare una Legge Finanziaria tra le più tribolate dalla nascita della Repubblica. Le nostre riflessioni sono, di conseguenza, utili per non trovarci impreparati a quanto ci aspetterà nel 2011. Anno ben lontano dalla svolta in positivo preannunciata dal Berlusconi nel suo ottimismo ad oltranza. Da un lato, il quadro delle alleanze a destra (PdL+ Lega) ci sembra meno coeso che per il passato. Non tanto per le inottemperanze degli uomini di Bossi, quanto per la presenza di differenti correnti di pensiero politico proprio all’interno del PdL. Senza il Cavaliere non si governa; ora l’impossibile potrebbe anche accadere. La frenata, pur se già ipotizzata, sul piano delle riforme è stata applicata per cause di “forza” maggiore, ma c’è stata. Quindi, a ben osservare, si è verificato il primo scollamento all’interno del PdL che si era fatto avanti sotto l’ala del “liberismo” ad oltranza. Oggi che ci sono chiesti dei sacrifici, maggioranza ed opposizione non appaiono più tanto distanti. Il Colle vigila sugli atti parlamentari. Ma la Costituzione pone dei paletti rigorosi e Napolitano intende, ovviamente, rispettarli. Senza esclusioni. La Democrazia conta di più di un bilancio fallimentare, dell’incremento dei senza lavoro, della ripresa delle vendite ipotecarie. Insomma, l’italiano è sostanzialmente più povero, ma è libero di poterlo, bontà sua, manifestarlo. Almeno questo diritto non c’è stato negato. Il primo decennio del Nuovo Millennio ci ha portato più problemi che vantaggi. Problemi, almeno in parte, retaggio del secolo scorso. Problemi ai quali se ne sono aggiunti dei nuovi in tempi troppo brevi per poterli, almeno, tamponare. Sul fronte di una “Finanziaria” assai devastante per i ceti medio/bassi (che sono la maggioranza), la componente “ricca” del Paese continua a prosperare. Quando ci sono degli interessi di cordata da tutelare, la meta deve essere raggiunta. Gli altri si arrangino. Del resto, la stessa tattica è stata egregiamente applicata in Prima Repubblica e la Seconda sembra non poterne fare a meno. Come già avevamo scritto, l’anno prossimo non sarà quello della ripresa e neppure il 2012. Solo a fine Legislatura sarà possibile fare i conti sull’economia nazionale che oggi si barcamena tra i meandri di una situazione europea che, almeno in parte, ne mitiga l’amletica realtà. Se le soluzioni proposte sono le uniche percorribili, è meglio non farci illusioni. La recessione resterà sulla cresta dell’onda ancora per parecchio tempo. Nel frattempo, nessuna crisi di governo. Scandali permettendolo. Berlusconi tirerà avanti. Ma la grinta non sarà più la stessa. Gli italiani se ne sono già accorti e ne hanno preso atto. Anche questa è una prova di democrazia.

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