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2 giugno, festa solo quando ci sarà  il federalismo

“Per intendere il 2 giugno in modo propositivo bisogna dire che il federalismo è lo strumento per avere uno stato moderno, più vicino ai cittadini e che consente un nuovo patto tra i territori”. Lo ha dichiarato il Presidente della Regione Piemonte, Roberto Cota.
“Il 2 giugno del 1946 – ha ricordato il governatore del Veneto, Luca Zaia – il popolo italiano sceglieva la repubblica al posto della monarchia. Quel che voleva era una democrazia compiuta e dal basso. Anche la Costituzione interpretava questo sentimento e questa volontà, e in alcuni articoli fondamentali indicava la direzione per un’Italia democratica in uno Stato federale. Così non fu. Per più di sessant’anni, lo spirito di Einaudi, di Spinelli e di Sturzo è stato censurato. Ma oggi, nonostante le resistenze, nonostante i corporativismi, nonostante le difese di privilegi, siamo a un passo dal raggiungere l’obiettivo di una democrazia compiuta. Deve essere il popolo a governare, non le élite, a cui vanno imputati i ritardi e le contraddizioni di un sistema che continua a privilegiare i vizi e gli sprechi e a penalizzare i territori e le amministrazioni virtuosi. Stiamo dalla parte del Presidente Napolitano, interprete di questo passaggio di cui il federa lismo è motore centripeto. Ad aggredire l’unità della Nazione sono invece coloro che non riescono mai a presentare bilanci in regola, e che qualche volta non presentano nemmeno i bilanci. A loro va anche parte della responsabilità di questo momento così difficile per le persone, per le famiglie e per le aziende. La nostra volontà è portare nell’unità i semi di un’Italia diversa e, finalmente, più giusta. Questo è il senso autentico del 2 giugno per molta parte di questo Paese”.

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