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La folle alleanza tra il terrorismo rosso e islamico. Ma saranno fermati

Non so se avete notato, cari lettori, come molto spesso, i segnali che si vedono palesemente, sulla simpatia culturale, ma anche sulla contiguità operativa tra la sinistra e le rivendicazioni integraliste islamiche.
Si legge nel loro esprimersi che gli obiettivi del comunismo e quelli del terrorismo islamico, sono in maniera a dir poco inquietanti, gli stessi.
Ma poi è un dato di fatto, che 'islamismo ha dei legami storici e filosofici con il marxismo-leninismo. Sayyid Qutb, il pensatore islamista egiziano, ha accettato la nozione marxista delle fasi storiche, limitandosi ad aggiungere una postilla islamica: egli ha previsto l'inizio di un'era islamica eterna.
Altra affermazione corrente, dei pensatori criminali integralisti islamici è con convinzione, che gli islamisti e la sinistra possono conseguire più risultati se marceranno insieme, e non separatamente.
Tanto è vero, che ad esempio, esponenti della sinistra, anche italiana, hanno fondato movimenti di sostegno ai terroristi palestinesi di Hamas , agli Hetzbollah libanesi, ai Talebani Afgani etc..
Per non parlare di ONG e ONLUS che invece di limitarsi all’assistenza alle popolazioni nelle aree di lotta al terrorismo, diventano sostenitori di questi gruppi e li supportono in qualche modo.
Quindi possiamo dire che l'alleanza tra la sinistra occidentale e gli integralisti islamici va considerata come uno dei più inquietanti sviluppi politici, che ostacola i tentativi dell'Occidente di tutelare se stesso.
Basta pensare che nelle intercettazioni diffuse, poco tempo fa, dalla Digos di Milano, si è rilevato che militanti della cosiddetta “Seconda posizione delle Brigate Rosse” avrebbero individuato nelle moschee (insieme agli stadi, paragonati alle banlieue francesi) come «luoghi di aggregazione e di espressione del disagio sociale da cui partono le lotte».
Come non si può definire non preoccupante questa identità di analisi fra i brigatisti e alcuni esponenti dell'ultra-fondamentalismo islamico?
Analizzando la «dottrina Carlos», il terrorista venezuelano convertito all'islam che dal carcere scrive libri e intrattiene una fitta corrispondenza con diverse personalità della sinistra internazionale, fra cui il presidente venezuelano Hugo Chavez. Carlos propone l'alleanza in funzione anti-americana e anti-israeliana fra quanto resta del terrorismo anti-imperialista e comunista e il terrorismo islamico che riconosce l'egemonia di Al Qaida.

Ecco che si crea una bomba terroristica di proporzioni preoccupanti se mettiamo per un attimo insieme: l’ultra-sinistra, i no global violenti, gli anarcoinsurrezionalisti, i gruppi anticlericali, i gruppi ecologisti violenti, i gruppi delle nuove Brigate Rosse e il Partito Comunista Combattente con i gruppi neo-fondamentalisti come Tariq Ramadan ad Al Qaida, gruppi terroristi come Hamas o Hezbollah, i gruppi filo iraniani, ed altri gruppi di terroristi islamici, e aggiungiamo il disagio sociale causato dalla crisi economica e i proclami istigatori di alcuni politici e giornalisti di sinistra anche televisivi, specie nostrani, che definirli idioti è essere gentili, perché ciò che dicono non si possono interpretare come semplici opinioni politiche ma come istigazione alla violenza.
Magari questi ultimi, pensano di cavalcare e utilizzare questi fanatici esterni e nostrani, illudendosi poi di controllarli e reprimerli, una volta che non servono più.
Ma ricordo ancora una dichiarazione di Francesco Cossiga che diceva testualmente sulla sinistra e in particolare sul PD: «Politicamente, sta facendo lo stesso errore che fece il Pci all`inizio della contestazione: fece da sponda al movimento illudendosi di controllarlo, ma quando, com`era logico, nel mirino finirono anche loro cambiarono radicalmente registro. La cosiddetta linea della fermezza applicata da Andreotti, da Zaccagnini e da me, era stato Berlinguer a volerla… Ma oggi c`è il Pd, un ectoplasma guidato da un ectoplasma. Ed è anche per questo che Berlusconi farebbe bene ad essere più prudente»
L’ho voluta riportare per fare un parallelismo perchè, per dirla a parole di un altro “istigatore alla violenza” , credo proprio che “ci azzecca”.
Poi c’è un altro problema grosso che ci sono personalità politiche, intellettuali e “radical chic” , quasi tutti vicini agli ambienti di sinistra, che vogliono far passare i terroristi come vittime e non carnefici, avvalorando il gioco di questi ultimi.
Queste correnti di pensiero rendono quasi inutile lo sforzo di molti studiosi di dare una definizione universale del terrorismo, poiché esso risente, delle differenze culturali, sociali, economiche e politiche. Ogni gruppo che vuole sovvertire un ordine sociale, politico ed economico ha l'interesse a non essere definito negativamente, proprio per questo, non può accettare una definizione di terrorismo che possa in qualche modo comprenderlo, e trova i suoi sostenitori tra questi “inutili idioti”.
Quello che per una cultura o un’ideologia è terroristico, per l’altra è la ricerca della libertà, per questo motivo, le “Brigate dei martiri di Al-Aqsa” o “Hezbollah”, ad esempio, sono considerati dei gruppi terroristici dagli israeliani ma non dai palestinesi e nel caso del gruppo sciita neanche dal governo libanese o siriano
La percezione del terrorista varia anche a seconda dello status sociale della popolazione, in Nicaragua, l’èlite al potere e le classi privilegiate consideravano il “Fronte Sandinista di Liberazione Nazionale” come un gruppo terroristico, mentre il resto della nazione li definiva come combattenti per la libertà. Yasser Arafat, nel 1997, affermò che “Hamas” fosse “un movimento patriottico, compresa l’ala militare”. Non c'è da stupirsi allora se un sondaggio effettuato, presso i propri ascoltatori, da Al Jazeera subito dopo gli attentati alle Torri ha evidenziato che solo l’8,7% dei 4.600 intervistati ha affermato che Osama Bin Laden fosse un terrorista, tutti gli altri lo consideravano un combattente per la libertà.
In realtà, e ne sono fermamente convinto, la pericolosità del terrorismo è grandissima, sia perché oltre a morti innocenti e distruzione, che creerebbe a sua volta un caos politico ed economico, vi è anche il pericolo se si pensa che i terroristi potrebbero usare armi di sterminio di massa (bombe atomiche sporche) che ormai il progresso scientifico rende relativamente agevole procurarsi.
Quindi una costante e consolidata alleanza tra il terrorismo rosso e quello islamico, utilizzata come strategia per perseguire fini comuni, per le due componenti, si rivelerebbe dannosa per la democrazia e per la stessa sinistra.
In conclusione sembra proprio che la sinistra occidentale se sostiene e giustifica le ragioni dei terroristi islamici e rossi (definendo questi ultimi vittime del disagio sociale ed economico) si troverà che semmai costoro prendessero il potere, la componente integralista islamica si rivolterebbe contro il suo alleato, perché è intrinseco nell’animo e nella cultura integralista islamica il tradimento, l’infamia e il sentimento anti occidentale.
Per gli uni e per gli altri sembrerebbe che il fine giustifica i mezzi, ma per gli islamisti lo giustifica due volte. Ma sono certo che saranno fermati.

Gennaro Ruggiero www.gennaroruggiero.com

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