RIFORMA FORENSE: VALENTINO, SI LAVORA PER UN PROVVEDIMENTO DI QUALITA’

di Carla Isabella Elena Cace

Prosegue la discussione in Senato sul Disegno di legge di riforma dell'ordinamento forense. Un provvedimento atteso da settantacinque anni sul quale si è acceso un grande dibattito. Ascoltiamo, in merito, il senatore Giuseppe Valentino, relatore del ddl.

A che punto siamo, senatore Valentino?
“Stiamo andando avanti. Ci sono delle interruzioni perché è emersa la necessità di approfondimenti all'interno della maggioranza, dell'opposizione e con le varie associazioni di categoria interessate. Quando si modifica e si innova un documento legislativo che per oltre settantacinque anni ha avuto la sua vigenza è naturale che si rifletta e si operi con tutte le cautele possibili. E' molto importante interloquire con tutti coloro che possono dare un contributo alla soluzione migliore”.

Quali sono i punti salienti di questa riforma e come cambierà la professione?
“Le novità introdotte sono tante. Innanzitutto, un maggior rigore nell'accesso alla professione e un meccanismo di valutazione dei profili disciplinari molto più rigoroso e severo. La professione però non cambierà nella maniera più assoluta. Vi sono regole che la rendono più moderna e, dunque, in maggiore sintonia con i tempi che viviamo e che vivremo. Soprattutto viene introdotto l'obbligo di una formazione e aggiornamento costanti. Vi sono poi nuove figure: gli specialisti. Adesso esistono i penalisti, gli amministrativisti, i civilisti. Sono tutti validi professionisti che hanno conquistato sul campo la loro specializzazione, ma che possono svolgere tutta l'attività professionale in ogni sua implicazione. Con la riforma essere specialisti significa aver seguito dei corsi specifici che durano anni, durante i quali bisogna documentarsi, aggiornarsi e quindi avere un titolo particolare. Stiamo studiando soluzioni affinché lo specialista sia un tecnico professionista della materia che tratterà, fermo restando che la sua condizione di avvocato gli consentirà di svolgere la professione a 360°”.

L'Unione delle Camere Penali ha criticato questa legge. Cosa ne pensa?
“Sono un vecchio iscritto dell'Unione Camere Penali. Mi auguro che questo momento di perplessità venga meno. Stiamo attivamente lavorando per trovare un punto di accordo affinché si possano coniugare le esigenze del penalista e della società che a lui si rivolge”.

Come sono i rapporti con l'opposizione?
“La riforma è nata da una sintonia assoluta con l'opposizione. E' stato addirittura costituito un Comitato ristretto all'interno della Commissione Giustizia che ha licenziato un testo congiunto. Poi, nel corso del dibattito in aula, sono emerse esigenze ulteriori da parte dell'opposizione che, a nostro avviso, incidono in parte sulla filosofia del disegno di legge. Anche la maggioranza, dal canto suo, ha presentato degli emendamenti, ma si tratta di modifiche volte a meglio razionalizzare il documento legislativo. Ora stiamo discutendo costruttivamente. Io spero si possa trovare una soluzione condivisa”.

Quali sono i tempi, senatore?
“Una legge che attesa da tanti anni impone una serie di riflessioni e una grande attività e impegno. Porre dei tempi mi sembra una limitazione assolutamente da respingere. La figura dell'avvocato è cambiata in modo sensibile. Sono mutate le tecnologie a sua disposizione e le esigenze della società. Non si può risolvere un problema di questa portata avendo come obiettivo la celerità. Perché talvolta è nemica della qualità”.

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