Chiacchiere verdi

Il ministro Prestigiacomo ha presentato ieri il primo “Rapporto sul contrasto all’illegalità
ambientale”, rivendicando la buona azione dell’esecutivo. Ma le forze dell’ordine la pensano diversamente

Il ministro dell’ambiente, stefania Prestigiacomo, ha presentato ieri a Roma, nella sede del suo dicastero il primo “Rapporto sul contrasto all’illegalità ambientale”. al suo fianco, nella sala europa del ministero, i comandanti dei vari corpi delle forze dell’ordine, prefetti, il presidente della Commissione antima- fia, Gaetano Pecorella. nel rapporto vengono i dati del 2009 sul contrasto ai reati ambientali, forniti dai veri corpi italiani di polizia, vengono paragonati con quelli del 2008 e divisi per regione. Dal traffico illecito di rifiuti all’inquinamento dei corsi d’acqua, passando per l’abusivismo edilizio «emerge una sostanziale stabilità del numero di illegalità rilevate che anche nel 2008 hanno superato le 12mila». tuttavia nel 2009 è stato riscontrato «un incremento del 31% degli arresti, del 17% dei sequestri e del 13% delle denunce ». e giù numeri: 12mila illeciti ambientali accertati in media og ni giorno nel 2009, un arresto ogni 48 ore, sette sequestri nell’arco di 24 ore. In tutto sono 4.898 i controlli che nel 2009 sono risultati non conformi per quanto riguarda l’inquinamento paesaggistico e l’abusivismo edilizio; 4.376 per la prevenzione degli incendi; 1.652 per l’inquinamento del suolo; 856 per quello idrico; 280 atmosferico; 47 nel settore dei beni archeologici; 14 nell’ambito radioattivo. «L’Italia è un Paese in cui le forze dell’ordine rilevano un illecito ambientale ogni 43 minuti », ha spiegato alla platea di giornalisti il ministro Prestigiacomo. I capitani dei vari corpi di polizia italiani, presenti alla presentazione, nel ricordare le principali operazioni condotte nel 2009 hannoevidenziato che «la repressione non basta». Per il generale Leonardo Gallitelli, comandante dei carabinieri, il problema è nel nostro Paese manca «una coscienza ambientale tra i cittadini e bisogna operare per costruirla, anche perché l a giusta combinazione tra i sistemi di deterrenza e quelli di prevenzione, serve a migliorare la qualità della nostra vita». Ma il ministro dell’ambiente ha sottolineato come «l’importanza della lotta agli illeciti in questo campo, sia diventata ormai patrimonio consolidato della strategia complessiva dello stato, oltre che missione centrale di questo dicastero ». anche in questo caso le forze dell’ordine non erano in totale accordo con la Prestigiacomo. L’ingegnere Cesare Patrone, capo del Corpo forestale dello stato, pur confermando che «nel nostro Paese non c’è una cultura ambientale » ha aggiunto: «non vorrei che il processo di decentramento in atto costituisca l’ultimo colpo per l’ambiente». Il riferimento, ovviamente, è al federalismo tanto caro alla Lega. Mentre il generale della Guardia di Finanza, Giuseppe Vicanolo, ha chiesto alla Prestigiacomo di «ripensare alle aggressioni patrimoniali con indagini antimafia a tutto tond o». Perché «le misure patrimoniali sono necessarie contro il traf- fico di rifiuti» ricordando un’indagine condotta lo scorso anno a Marcianise (Ce) che ha portato al sequestro di 12 imprese, vicine ai Casalesi, a 39 immobili, portata avanti grazie alle intercettazioni. Il riferimento al disegno di legge in discussione al senato che ne limita fortemente il ricorso, non è nemmeno troppo velato. Il generale ha poi denunciato che nell’ultimo anno «i sequestri di rifiuti industriali e aree demaniali si sono triplicati». Il rapporto si sofferma infine sulle infiltrazioni della criminalità organizzata nel ciclo del cemento. Portando ancora una volta a galla le numerose contraddizioni nelle politiche ambientali di questo governo. Per concludere una dichiarazione di Gaetano Pecorella, presidente della commissione parlamentare antimafia: «sulle navi de veleni, grazie all’azione tempestiva del ministero guidato dalla Prestigiacomo, sono state accantona te conclusioni affrettate».

Alessandro De Pascale
TERRA

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