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IL SIG. MARIO CERVI CONTINUA A SPARARE SU UN MORTO CHE NON PUO’ MORIRE

di Filippo Giannini

Desidero iniziare con una premessa: quel che faccio e quel che scrivo (anche se male) è per rivalutare la memoria di un Giusto che da troppi anni è vilipeso proprio perché tale. E per essere più preciso: proprio perché Giusto.
Questo mio lavoro non è indirizzato al Sig. Cervi perché, data la sua risposta, deduco che da lui nulla posso imparare, ma utilizzo la risposta a me indirizzata per ampliare la documentazione già fornita nel precedente articolo, pur utilizzando quanto dal Sig. Cervi scritto su Il Giornale del 23 maggio 2010. Però una precisazione è d’obbligo: egli ha scritto fra l’altro: . Sig. Cervi, prendere a male parole non è nel mio stile, Lei o ha travisato, oppure non potendo rispondere alle mie documentazioni si rifugia dietro un pretesto. L’unica espressione da me usata, forse un po’ forte, può essere quella indicata in castronerie cerviane, ma dato il momento di bassa cultura in cui viviamo, è un modo come un altro per dire: .
Come alcuni lettori ricorderanno, nel mio precedente articolo “Sia Mario Cervi a sbugiardare la storia” riportai alcune documentazioni con le quali contestavo quanto aveva scritto il memorialista de Il Giornale il quale addebitava a Benito Mussolini le cause e le colpe della Seconda Guerra Mondiale. Riportai degli elementi ai quali il Sig. Cervi non ha risposto celandosi dietro una serie di sarcastiche battutelle. Invito i lettori che hanno avuto modo di seguire, sia il mio intervento che quello del Sig. Cervi, a testimonianza.
Come da premessa questo mio lavoro non vuol essere una replica al mancato contendere del giornalista, ma è rivolto a quelle persone, oneste di spirito e di volontà e animate da senso della giustizia. Presenterò altra documentazione per dimostrare che non solo Benito Mussolini non voleva la guerra, presenterò, oltre a quelle già riportate nel precedente lavoro, nuove testimonianze e documenti che attestano che la volontà della guerra risiedeva in ben altri centri e questo per difendere interessi egemonici di cui oggi paghiamo lo scotto.
Per iniziare pongo una serie di “È vero o non è vero” con le quali propongo una sequenza di documenti ignorando l’ordine cronologico:
1) È vero o non è vero che tra la fine del 1939 e i primi mesi del 1940 (nel periodo della nostra non belligeranza) la flotta da guerra franco-britannica effettuò 1370 casi fermo di nostri mercantili e navi di linea, casi di fermo che non furono tali ma veri e propri sequestri, in violazione di ogni norma internazionale? Tutto ciò, con dettagliatissima documentazione, è contenuto nei due Rapporti Luca Pietromarchi riportati interamente nel mio primo volume. Quale era lo scopo di queste provocazioni, sommate alle precedenti, se non quello di costringerci alla guerra?
2) È vero o non è vero che Mussolini inviò un telegramma a Vittorio Emanuele III nel quale, fra l’altro avvertiva: ?
3) È vero o non è vero che nel 1941, quando almeno formalmente gli Usa erano uno Stato neutrale, il Presidente Roosevelt per aiutare la marina inglese ordinò alla Marina statunitense di “sparare a vista contro le navi tedesche e italiane”?
4) È vero o non è vero che non è stata la Germania ad attaccare la Gran Bretagna e la Francia nel 1939, ma furono le due democrazie ad attaccare la Germania?
5) È vero o non è vero che con il Trattato di Versailles si attuò lo smembramento del territorio tedesco per darne una striscia alla Polonia con la geniale trovata del corridoio di Danzica?
6) È vero o non è vero che gli autori di quella imposizione furono W. Wilson per gli Stati Uniti, D. Lloyd George per la Gran Bretagna e G. Clemenceu per la Francia?
7) È vero o non è vero che in quella striscia di teritorio il 90% era di stirpe germanica?
8) È vero o non è vero che lo stesso Lloyd George scrisse il 25 marzo 1919 nel Memorandum di Fontainebleau: ?
9) È vero o non è vero che fra le clausole del Trattato di Versailles l’Alsazia Lorena fu attribuita alla Francia; al Belgio andarono i distretti di Eupen, Malmédy, Moresnet; alla Polonia, parte della Prussia occidentale e concepito il famigerato corridoio; alla Lituania il territorio di Memel. Alla Germania furono tolte tutte le colonie che andarono ad impinguare i già ricchissimi possedimenti di Francia e Gran Bretagna. Tutto ciò senza contare (che non riporto per ragioni di spazio) altre clausole vessatorie che umiliarono al massimo l’orgoglio tedesco che fu ridotto alla disperazione e alla fame?
10) È vero o non è vero che le richieste di Hitler alla Polonia erano straordinariamente modeste?
11) È vero o non è vero che il piano di Berlino era che la Germania ottenesse il diritto di costruire una strada extraterritoriale che la collegasse alla Prussia orientale?
12) È vero o non è vero che il Rapporto dell’ambasciatore polacco a Washington, conte Jerzy Potocki, del 21 novembre 1939, fra l’altro riporta: ?
13) È vero o non è vero che fra le suddette definizioni il punto 3) stabiliva: ?
14) È vero o non è vero che gli Stati Uniti occuparono militarmente la Groelandia e l’Irlanda nel 1940?
15) È vero o non è vero che Francia e Gran Bretagna firmarono un accordo con la Polonia, con il quale i due Paesi si impegnavano ad attaccare entro 48 ore quegli eserciti che avessero intrapreso azioni offensive contro la Polonia?
16) È vero o non è vero che a seguito dell’attacco tedesco alla Polonia, Gran Bretagna e Francia entrarono in guerra contro la Germania, ma non contro l’Unione Sovietica che pure aveva attaccato la Polonia dopo due settimane dall’attacco germanico?
17) È vero o non è vero che al termine della guerra Gran Bretagna, Francia e Stati Uniti regalarono all’Unione Sovietica quella parte della Polonia che aveva conquistato quando era alleata della Germania?
18) È vero o non è vero che sarei molto vicino alla realtà se sostenessi che la guerra è servita per l’instaurazione di un sistema mondiale di controllo dell’economia e della finanza in mani private e l’appropriazione dei centri di potere nell’amministrazione degli Stati Uniti d’America, giusto la Dottrina Monroe?
19) È vero o non è vero che pochissimi italiani conoscono il testo del Trattato di Pace del 1947, meglio conosciuto come: Dictat?
20) È vero o non è vero che con il detto Dictat all’Italia sconfitta fu tolto tutto ed i vincitori (scusate: i liberatori) ci imposero le am-lire (moneta d’occupazione)?
21) È vero o non è vero che Mussolini custodiva gelosamente due buste nelle quali, come ripetutamente aveva sostenuto, avrebbe permesso all’Italia di sedersi al Tavolo delle trattative di pace non da Paese sconfitto?
22) È vero o non è vero che l’Unità, quotidiano del Pci del 23 e 25 gennaio 1996 fra l’altro ha scritto: ?
23) È vero o non è vero che quel carteggio, qualunque sia stato il suo valore, apparteneva allo Stato italiano?
24) È vero non è vero che nessun magistrato si è preoccupato, dato il valore di provenienza della testimonianza, di aprire un’inchiesta su quel fatto?
25) È vero o non è vero che Pio XII nel 1952 ad una precisa domanda rispose: .
26) È vero o non è vero che Giuseppe Roncalli (il futuro Papa Giovanni XXIII) in una lettera inviata al fratello Giovanni in data 28 marzo 1941, circa la “La Guerra del Duce” (titolo di Mario Cervi), così la giudicava: .
27) È vero o non è vero che non è stato mai dimostrato che Pio XII e Giovanni XXIII fossero pazzi scatenati?

Prima di terminare desidero riportare una testimonianza di un amico lettore che mi ha inviato la seguente mail: Mi raccontava il compianto on.le Carlo Tassi che, al processo con cui donna Rachele chiedeva allo Stao la pensione come vedova di un Primo Ministro, l’avvocatura dello stato si oppose in quanto Benito Mussolini non aveva mai riscosso l’indennità legata alla carica. I giudici amministrativi accolsero la domanda, ma ci fu chi si domandò che fine avessero fatto quegli emolumenti e venne fuori che, a Mussolini defenestrato e Badoglio divenuto con il colpo di Stato Primo Ministro, si presentò a questi il ragioniere, domandandogli se per l’appannaggio desiderasse seguire come il precedente Primo Ministro che non aveva mai riscosso niente, ordinò di investire l’indennità di carica in titoli di Stato. Il deposito di tali titoli di Stato era intestato al “Primo Ministro”, e. poiché il Primo Ministro era lui, mi raccontava l’on.le Tassi, venne fuori che Badoglio: il Primo Ministro sono io, si incamerò tutto>. (Segue la firma).
Questi, Signori lettori, erano gli uomini: il primo (per ricordare Mario Cervi), Mangiatore di pane e guerre; il secondo, Pietro Badoglio valido rappresentante della ritrovata libertà (di rubare).

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