Luigi Aquilini in Canada ha creato un impero. Coltiva frutti di frutti di bosco di cui vanta il primato mondiale, ha sponsorizzato le Olimpiadi e ora costruirà  una città 

La Meglio Italia all’estero
Tra mirtilli e mattoni a Vancouver

Luigi Aquilini non ama perdere tempo. Basti dire che arrivò in Canada di venerdì, il lunedì era già sul posto di lavoro. Era il 1956. Un lavoratore di quelli che non conoscono sosta, “per me non esistevano week end, intesi come momento di riposo. Dopo le ore in fabbrica, continuavo a lavorare anche il sabato e la domenica. Non mi tiravo indietro di fronte a nulla, ho fatto l’operaio in una fonderia, il calzolaio, il giardiniere, il muratore, in particolare, costruivo caminetti”.
Da allora, Luigi Aquilini, nato a Travagliato, in provincia di Brescia, nel 1932, residente a Vancouver, di strada ne ha fatta tanta, anzi, meglio dire che “ha costruito molto”. Lavoro dopo lavoro, risparmio dopo risparmio, Aquilini inizia a gettare le fondamenta di quello che oggi è diventato il suo “impero”, l’Aquilini Investment Group, “acquistai dei terreni, e piano piano, anche appartamenti, e poi presi a costruirli direttamente.”
Luigi Aquilini è famoso anche per essere il maggior produttore di mirtilli del mondo, oltre duemila ettari di piantagioni “in un terreno che non conosce inquinamento, d’altra parte, gli indiani avevano scelto questo eden come loro dimora, senza dimenticare che proprio gli indiani consideravano il mirtillo un simbolo di pace”, una distesa di grande suggestione che ospita anche due campi da golf. Poi ci sono i derivati: vino e grappa di mirtilli, e l’icewine, il nettare prodotto da chicchi di uva o, in questo caso, di mirtilli ghiacciati.
Luigi Aquilini è uno dei più grandi imprenditori del nord America ed i suoi settori di intervento spaziano dall’alberghiero alla ristorazione, dall’energia allo sport. “Accanto a me, i miei tre figli che oggi guidano il Gruppo. E non posso dimenticare mia moglie Elisa (con Aquilini nella foto), sempre al mio fianco, la prima ‘pietra’ di questo Gruppo. Ma oltre alle attività, devo dire, con grande orgoglio, che i miei figli portano avanti quelli che sono sempre stati i valori sui quali ho fondato la mia attività, la chiamano la ‘cultura Aquilini’ e si basa su tre principi essenziali: rispetto, onestà e disciplina. Un testimone che passerà, ne sono convinto, anche ai miei 14 nipoti”.
Il Gruppo conta migliaia di dipendenti e vanta anche la sponsorizzazione delle Olimpiadi di Vancouver. Un bel traguardo, senza dimenticare “la soddisfazione di sapere che lo stadio dove si sono svolti gli incontri di hockey appartiene all’Aquilini Group. Proprio intorno allo stadio nascerà l’Aquilini Centre, ovvero quattro grattacieli, una sorta di colossi a guardia dello stadio dove si allenano i giocatori dei “Vancouver Canucks”, e quasi dimentica di dire che anche la squadra è di proprietà del suo Gruppo.
E poi c’è l’Italia, il legame con la sua Brescia. “Mi hanno nominato Cittadino onorario, ed è un riconoscimento che mi lega ancora di più alla mia terra, anche se a me sembra di non averla mai lasciata. Quando torno, non avverto il peso dell’assenza, perché ritrovo, intatto, il mondo dei miei affetti”. Un legame con l’Italia che gli anni in Canada ed il successo non hanno intaccato. Una conferma? Il progetto di costruire una località turistica, anzi, “una vera e propria città vicino le piste da sci, con tanto di uffici commerciali e servizi in grado di accogliere 20mila abitanti. Si chiamerà Garibaldi”. Semmai ci fossero ancora dei dubbi su questo profondo legame, aggiungiamo che nel 1965 Luigi Aquilini ha rifiutato la proposta di diventare Senatore del Canada “perché avrei dovuto rinunciare alla cittadinanza italiana”.

Giovanna Chiarilli – IL PUNTO

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