di Dario Caselli
Senatore, arriva in Aula il decreto legge che dispone il prestito a favore della Grecia. Quali sono gli aspetti più rilevanti del provvedimento?
“In pratica il dl si può paragonare ad una sorta di ratifica di un trattato. Infatti la norma recepisce l'accordo dei Capi di Stato e di governo, che in sede europea alcune settimane fa stabilì gli interventi in aiuto della Grecia. Per quanto riguarda l'Italia, il nostro Paese si è impegnato per una quota che è pari alla partecipazione al patrimonio di garanzia della Bce e cioè il 18,6 per cento. Si tratta di 14 miliardi di euro circa”.
Come sarà erogato il prestito?
“Sarà in tre annualità o al massimo quattro, ciascuna di circa 5 miliardi di euro. Per quanto concerne la copertura questa sarà finanziata con un'emissione di titoli, autorizzata proprio dal decreto legge in esame che consentirà di operare in deroga al tetto di indebitamento e di emissione ordinaria. Questi titoli saranno acquistati dai risparmiatori italiani con l'interesse delle emissioni ordinarie. Per gli acquirenti ci sarà anche la possibilità di accumulare vantaggi in termini economici, grazie alla differenza tra lo spread utilizzato per il prestito greco e l'interesse sui titoli stessi. Infine nella normativa c'è la parte riguardante il capitolo di entrata per i rimborsi dal governo greco che va a sostenere gli interventi di ripianamento del debito ellenico”.
Ci sono punti “critici” nel provvedimento?
“Più che critici direi che meritano delle risposte da parte del governo. In primo luogo la questione della copertura. Se da un lato è formalmente ineccepibile, dall'altro bisogna riflettere sugli effetti che una tale emissione avrà sui titoli ordinari. Mi spiego: l'allocazione di una tale massa di titoli potrebbe drogare il mercato con l'effetto di causare un aumento dei tassi, creando un effetto non neutro per la finanza pubblica e per il ministero stesso. Diciamo che però questo sarebbe più un dettaglio, piuttosto mi soffermerei su un altro aspetto…”
Quale?
“Sull'anticipazione che la ragioneria sarà costretta ad operare per pagare il prestito. Il dl infatti prevede che il 28 maggio sia liquidato il pagamento. Il governo attraverso questo decreto legge potrà attingere dalla cassa della Banca d'Italia ed operare il prestito. Il tutto in attesa che poi giunga la collocazione dei titoli. In pratica siamo dinanzi ad un'anticipazione ed il problema è che la normativa impone che la riserva di cassa di Bankitalia non sia inferiore ai 14 miliardi di euro. Il punto è quindi capire se questa anticipazione intacca o meno la riserva, e su questo il governo dovrà darci una risposta in Aula”.
Appunto il dibattito in Aula. Quale, secondo lei, sarà l'atteggiamento dell'opposizione?
“Diciamo che in Commissione la discussione è stata abbastanza ampia e serena. L'atteggiamento è stato costruttivo e di grande attenzione. La posizione delle minoranze è stata molto chiara e cioè di sostegno al decreto legge purchè non sia lo strumento per inserire norme estranee al contesto del provvedimento. In breve nessuna modifica, e rispetto a questo punto si è registrato il consenso di tutta l'opposizione. Rimane invece aperta la questione di inquadrare questo dl nell'ambito della manovra finanziaria che a breve vareremo”.
In che senso?
“Il decreto in sè ha scarso significato se non è collegato alla manovra che verrà. Per questo la posizione della minoranza, che condivido, è di contestualizzare il prestito nell'ambito della più ampia politica economica e finanziaria del governo. Detto questo la mia sensazione è che in Commissione ma anche in Aula il provvedimento potrà trovare una larga maggioranza, se non addirittura l'unanimità. Un risultato molto importante per il nostro governo, che in questa vicenda ha svolto un ruolo di primo piano ed autorevole nella risoluzione della crisi. Un successo che è anche per l'Ue. Infatti per la prima volta c'è stato un accenno di politica finanziaria europea, un passo importante verso una vera e propria legge finanziaria europea”.